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Egle Sberna: «Anni terribili, ma non ci siamo mai fermati»

Egle Sberna: «Anni terribili, ma non ci siamo mai fermati»

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«Non è semplice costruire l’indice di una relazione che deve restituire il senso e il dettaglio di quattro anni di attività del consiglio, soprattutto se consideriamo gli anni che sono stati.
Anni che entreranno nei libri di storia per la grande pandemia che ha colpito il mondo intero, causando direttamente molti milioni di morti. E così, in tutto il mondo, in pochissimo tempo, un microscopico essere è riuscito a trasformare ciò che c’era di più bello, il contatto umano tra le persone, in qualcosa di mortalmente pericoloso».
Lo ha detto Egle Sberna nella relazione di fine mandato dei presidenti e del consiglio intero argomentata in occasione dell’assemblea nazionale delle famiglie numerose che si sta svolgendo ad Ascea Marina. «I dati dell’Oms ci dicono che l’intero bilancio delle vittime associato direttamente o indirettamente alla pandemia di Covid-19 (descritta come “mortalità in eccesso” rispetto agli anni precedenti) tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 è stato di circa 14,9 milioni. Le morti in eccesso – spiega il rapporto dell’Oms – includono i decessi associati direttamente al Covid-19 (circa 6 milioni) o indirettamente (circa 9 milioni) causati cioè dall’impatto della pandemia sui sistemi sanitari e sulla società.
I decessi legati indirettamente al Covid-19 (i circa 9 milioni) sono attribuibili ad altre condizioni di salute per le quali le persone non hanno potuto accedere alla prevenzione e alle cure perché i sistemi sanitari sono stati sovraccaricati dalla pandemia. Tutto ciò è stato terribile e drammatico nei Paesi poveri, anche se totalmente scordato dai Paesi ricchi, troppo occupati a guardare i disastri in casa propria».
Anche in Italia, soprattutto all’inizio della pandemia, il sistema sanitario è andato completamente in crisi, mostrando tutta la sua fragilità. «Pure la cosiddetta eccellenza lombarda si è rivelata incapace di far fronte all’emergenza» ha osservato Egle Sberna, facendo riferimento al marito «restato vittima di tanta disorganizzazione e colpevole superficialità. Sì, colpevole superficialità, poiché non c’è altro termine per definire una sanità che metteva gente con polmonite bilaterale interstiziale e 40 di febbre su delle brandine in un capannone in pieno inverno col portone spalancato, metalline al posto di coperte, tre sole bombole di ossigeno per 30 malati, un solo wc».
«Ancora oggi – ha ricostruito Egle – il ricordo di quanto avvenuto intimorisce e addolora, perché abbiamo perso anche alcuni papà e mamme della nostra Associazione per causa del Covid. Tra questi un particolare e caro ricordo va a Franco Dabrazzi, che fu uno dei dodici genitori che elaborarono le prime fondamenta dell’Associazione e ne fu il primo Tesoriere. Tuttavia, nonostante questi lutti e questi tempi duri e difficili, l’attività del Consiglio direttivo, dei Coordinatori e Famiglie Delegate, e dei responsabili di Unità con le loro equipe non si è mai fermata».

Alfio Spitaleri