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Mario Sberna: «Rischiamo di divenire in pochissime decadi un paese di morti»

Mario Sberna: «Rischiamo di divenire in pochissime decadi un paese di morti»

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«Siamo stati i presidenti delle uniche famiglie in questo Paese che non possono essere chiamate in causa quando si parla di culle vuote, di inverno demografico, di egoismo o egocentrismo: le famiglie numeroseۚ»: lo ha detto Mario Sberna leggendo la relazione di fine mandato all’assemblea nazionale ANFN, da ieri e fino al prossimo martedì ad Ascea Marina. «Per il resto, noi pensiamo di vivere in un Paese di vecchi e temiamo di diventare in pochissime decadi un Paese di morti. Un Paese senza figli, senza giovani, un sistema scolastico che imploderà per assenza di alunni; un Paese senza speranza, senza futuro, senza nessuno che compia la meravigliosa impresa della vita».
Già all’inizio del nuovo mandato, nel 2018 – ha ricostruito il leader di ANFN «tutti noi dicevamo che il problema principale del Paese era l’inverno demografico. E non lo dicevamo solo noi. Come sapete, ad oggi, la volontà di invertire la rotta e fare figli è di là da venire. Oltre alla pandemia, la situazione economica, sociale e politica del Paese è stata quanto meno turbolenta».
C’è stato il perdurare e «l’allargarsi della crisi economico-finanziaria, sia nella dimensione macro-economica (anche in tutta Europa, con calo della produttività e degli investimenti, forti tendenze speculative, ricchi sempre più ricchi a scapito dei poveri sempre più oppressi, per non parlare della sconsiderata e vergognosa guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina), sia soprattutto nelle conseguenze sociali, sui redditi delle famiglie, sulle loro capacità-riserve di risparmio, sulla loro “fiducia” complessiva, sulla mancanza di lavoro per i nostri figli o la sola alternativa di un lavoro precario e sottopagato. Mentre il mondo del lavoro e dell’impresa e la politica continuano a “non vedere la famiglia” e, se la vedono, hanno bisogno di occhiali molto spessi. Si resta sgomenti di fronte a tanta lungimiranza da talpa: recente esempio sono gli errori madornali dell’Assegno Unico, l’utilizzo reiterato e sconsiderato dell’ISEE e la mancanza di Decreti attuativi del Family Act».

Alfio Spitaleri