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Cedere il proprio voto ai propri figli

Cedere il proprio voto ai propri figli

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Vi proponiamo la lettera apparsa su “Children’s voting colloquium”, con la risposta di Matteo Rizzolli, Professore in Economia Politica presso LUMSA University e Istituto Pontificio Giovanni Paolo II e membro della Direzione Politica Anfn.


Carissimi,

oggi si tengono le elezioni regionali nei Paesi Baschi (nord del Spagna).
Stiamo eleggendo i deputati del Parlamento basco e, di conseguenza, Il presidente basco (che viene scelto dalla maggioranza dei deputati eletti, come in UK).
Negli ultimi tempi mi sono sentito sempre più a disagio per il fatto che i miei bambini non possono votare. Quindi, dal momento che oggi ero con la mia figlia maggiore di 13 anni – le ho chiesto se voleva prendere il mio voto. Non sto parlando di delega, ma di rinunciare al mio diritto di voto e di cederlo a mia figlia. Penso davvero che lei abbia diritto di voto quanto me, e che probabilmente la posta in gioco per lei è molto più alta, dato che ha più tempo e un futuro più oscuro di me davanti a me.
All’inizio ha esitato, ma poi ha aderito alla mia proposta, con fiducia. Il processo di voto qui nei paesi baschi rende facile questa cessione perché le schede elettorali con l’elenco dei parlamentari di ciascun partito sono disponibili per tutti coloro che entrano nel seggio elettorale, così come le buste in cui si devono infilare le schede da introdurre nell’urna. Quindi mia figlia ha scelto il candidato dalla lista del partito che lei preferisce- che per inciso è diverso dal mio – e lo ha riposto nella busta, sigillata, e me lo ha consegnato affinché la mettessi nell’urna elettorale (è solo quest’ultima fase dell’introduzione della busta nell’urna elettorale quella che deve essere effettuato personalmente dall’adulto con il diritto di voto).

Mi è sembrata la cosa giusta da fare e, in realtà, ho preso l’impegno con mia figlia, che in futuro voterà per me finché non avrà ottenuto il diritto di voto (il che, considerando la mancanza di spinta per il diritto di voto dei bambini, probabilmente avverrà quando compirà 18 anni).
Durante il pranzo domenicale in famiglia abbiamo discusso della cosa e mia moglie si è detta disponibile a cedere il suo voto a mio figlio, che ha 11 anni e non era con noi oggi perché fuori città con i suoi cugini. Credo che grazie alla disponibilità di mia moglie, molto probabilmente anche lui potrà votare alle prossime elezioni; (per i parlamentari europei, a giugno).

Vi dico tutto questo perché penso che i nostri sforzi per aumentare la consapevolezza e mobilitare la società e i bambini in particolare verso il loro diritto di voto sono un po’ in fase di stallo. E forse se iniziassimo tutti facendo qualcosa del genere, partendo da dentro casa nostra, potremmo iniziare a rompere questa situazione di stallo.
Ovviamente questa non è la soluzione ideale: nessun adulto dovrebbe essere privato dei diritti civili per poter concedere il diritto di voto ai bambini. Ma questo gesto farà sollevare più di un sopracciglio; Noi dimostreremo che, quando diciamo che i bambini dovrebbero votare, lo intendiamo davvero predicando con l’esempio; potremmo facilmente socializzare l’idea presso i nostri amici, familiari, colleghi e amplificare così gli spazi della conversazione sul voto dei bambini; potremo coinvolgere i nostri figli in conversazioni politiche da cui sono attualmente esclusi, e rispetto alle quali sono spesso, e comprensibilmente, disinteressati (mia figlia era nervosa-eccitata quando si rese conto che avrebbe votato e abbiamo speso il tempo fino al seggio elettorale parlando dei diversi candidati, le loro proposte, i loro precedenti al potere o all’opposizione…), ecc.
Per cominciare pensavo di scrivere un editoriale collettivo, da firmare da accademici e attivisti che fanno parte della lotta per abolire l’età per votare e a chi approverebbe la cessione del proprio voto ai loro figli.
Questo per ora; aspetto i vostri feedback, idee, controproposte.

 


 

 Caro Matias

Abbraccio con entusiasmo la tua proposta e formulo qui alcune considerazioni.

Per prima cosa, mi piace molto l’idea di sacrificare un nostro diritto (di adulti) per affermare il diritto dei minori alla cittadinanza attiva. E’ un gesto importante ed altamente simbolico anche se dal punto di vista pratico non ha nessun impatto visto che non aumenta il peso elettorale della fascia dei cittadini che ha a cuore i giovani.
Ma almeno introduce un elemento di conversazione nel dibattito pubblico.

E’ importante insistere sul fatto che tutti i minori debbano avere i loro diritti politici adeguatamente rappresentati in quanto cittadini e questo può essere fatto combinando insieme l’abbassamento radicale dell’età del voto (dalle medie in su, se vogliono i minori dovrebbero poter votare) con il voto fiduciario espresso dai genitori per tutti quei minori che ancora non possono o non vogliono votare per se stessi.

Purtroppo le modalità con cui lo hai potuto fare in Spagna non sarebbero applicabili in Italia. Questo perché da noi la scheda elettorale deve essere ritirata al seggio ed esiste un codice anonimo che garantisce che non vengano introdotte nell’urna schede diverse dall’esterno del seggio elettorale (l’obiettivo è evitare che le persone vendano i propri voti anche se di fatto questo avviene con altre modalità).

Inoltre, purtroppo non posso portare i miei figli con me all’interno del seggio elettorale per scegliere insieme (tra l’altro ho scritto un editoriale per Avvenire nel 2022 descrivendo una scena al seggio elettorale di come invece una donna anziana affetta da demenza sia stata gentilmente aiutata da un figlio all’interno del seggio ad esercitare il suo voto; così il voto per delega/fiduciario è tollerato per gli anziani ma mai preso in considerazione per i bambini).
Un modo per aggirare il problema sarebbe quello di discutere con mio figlio di 16 anni su come vorrebbe votare e poi andare a votare per lui sperando che si fidi della mia scelta. Potrei fare una foto della scheda elettorale per poterlo rassicurare, accettando l’idea di disobbedire ad una norma penale (reato che può essere sanzionato fino a 15.000€) pur di affermare un principio.
Per questa battaglia sarei disposto ad accettare questo rischio.