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UNA LEGGE DI STABILITA’ CHE DESTABILIZZA LE FAMIGLIE

UNA LEGGE DI STABILITA’ CHE DESTABILIZZA LE FAMIGLIE

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È vero: siamo ancora pienamente nel turbine della crisi, non bisogna abbassare la guardia, la speculazione è ancora pronta a colpire, il cammino per rimettere in sesto il “sistema Italia” è ancora lungo. Ne siamo pienamente convinti, così come siamo convinti che tutti sono chiamati a fare la loro parte.

Ma a leggere le nuove disposizioni rispetto alla Legge di stabilità emanate dal Governo c’è da rimanere allibiti. Non solo non si interviene a favore delle famiglie più bisognose (cioè le famiglie con redditi medio-bassi e più carichi familiari) ma addirittura si peggiora la loro situazione, con un accanimento inspiegabile specie da parte di un Governo che si vuole “tecnico”. In particolare le scelte su IRPEF e IVA sono esattamente il contrario di quello di cui le famiglie hanno bisogno.

Rispetto all’IRPEF il previsto abbassamento di un punto delle due aliquote minori (23% e 27%), benché in sé positivo, se viene introdotto senza alcun riferimento alla composizione del nucleo familiare, non solo è insufficiente, ma perfino dannoso.
Innanzitutto, continua ad ignorare il problema degli “incapienti” (coloro che avendo un reddito basso non riescono neppure ad usufruire pienamente delle detrazioni, superiori all’Irpef dovuta), e addirittura secondo le prime proiezioni tenderà ad aumentare ulteriormente la loro platea, anche per redditi fino ai 15.000 euro.
Ma questo è ancora niente. Il vero scandalo (parola di questi tempi ormai abusata, ma non riusciamo a trovare un termine migliore) è la prevista introduzione di un tetto massimo di 3.000 euro alle detrazioni. Ora, non c’è bisogno di essere dei tecnici per sapere che le detrazioni più rilevanti, quelle per i familiari a carico e per il lavoro dipendente, sono inversamente proporzionali al reddito, e cioè sono maggiori più il reddito è basso. Il risultato è che per redditi attorno ai 23-25.000 euro, avere moglie e figli a carico significa non poter detrarre più nulla delle ulteriori detrazioni previste (spese mediche, spese per istruzione, assicurazioni, ecc.), ma addirittura rischiare di pagare più tasse di prima.

Rispetto all’aumento dell’IVA, invece, riteniamo assolutamente deleterio un ulteriore aumento delle aliquote IVA, portando da 21 a 22 punti l’aliquota base e aumentando anche quella per i generi alimentari, portata da 10 a 11 punti, che si aggiunge al precedente aumento dell’IVA, insieme alla grave decisione di tornare a colpire – mediante l’IMU – la casa familiare, unico e necessario bene che le famiglie italiane hanno saputo custodire negli anni grazie ai risparmi di intere generazioni.

Prescindendo da considerazioni macroeconomiche circa l’intuitivo effetto paralizzante che un ulteriore aumento dell’IVA avrà sui consumi, è necessario considerare il grave impatto che tale decisione avrà sulle famiglie e sulle imprese familiari, che fino ad oggi hanno portato il carico della crisi. La stretta sulla spesa settimanale ora sarà ancora più evidente e poterà molte famiglie a dover risparmiare ulteriormente anche sul cibo e sui beni per l’infanzia.

Non possiamo condividere un ricorso tanto massiccio alla leva delle imposte indirette, soprattutto se applicato a tutti i prodotti, e quindi anche ai beni di prima necessità. Tutto ciò è tanto odioso quanto iniquo e dannoso.
– odioso perché punitivo per le famiglie più deboli, trascinate sotto la soglia di povertà da una imposizione indifferenziata che oltretutto colpisce la capacità di spesa già falcidiata all’origine da un’IRPEF che non tiene in alcun conto i carichi familiari;
– iniquo perché contrario al dettato Costituzionale che all’art. 53 stabilisce chiaramente la concorrenza alla spesa pubblica di ciascuno in base alla “propria capacità contributiva”.
– dannoso perché impoverisce il tessuto sociale delle famiglie e delle piccole imprese, favorendo l’aumento delle disparità sociali e portando i ricchi ad essere ancora più ricchi e i poveri ad essere ancora più poveri. I maggiori consumi delle famiglie numerose sarebbero poi tassati molto di più: come meravigliarsi se poi non nascono più figli, e se sempre più famiglie con figli finiscono sotto la soglia di povertà?

Il governo è certo pressato dalla necessità di risanamento delle finanze pubbliche ma è innegabile che le più volte annunciate misure straordinarie per arginare la spesa della politica e degli enti pubblici non siano ancora state seriamente poste in essere, mentre le grandi banche e le grandi società di speculazione finanziaria siano state sostanzialmente preservate da qualsiasi manovra fiscale, ed anzi sono state favorite da non poche decisioni assunte dal Suo Governo negli ultimi mesi. Si ha insomma l’impressione che finora i sacrifici siano stati chiesti principalmente alle famiglie e alle imprese familiari che – dopo aver avuto i propri redditi depauperati da una fiscalità iniqua – hanno visto per ben due volte aumentare l’imposizione sui prezzi dei beni al consumo, trovandosi costretti a pagare tasse sulle tasse.
Le famiglie stanno già facendo grandi sacrifici e – come sempre – faranno anche oggi la loro parte: ma è tempo che anche altri soggetti siano chiamati ad assumersi i loro oneri per far fronte all’attuale situazione.
Facciamo appello a tutte le forze politiche perché in Parlamento venga posto rimedio a questa autentica follia. Non sarebbe difficile: basterebbe:

– introdurre il tetto alle detrazioni solo al di sopra di una certa soglia di reddito, quando le detrazioni per carichi familiari praticamente si azzerano, oppure escluderle completamente dal calcolo complessivo delle detrazioni stesse;
– defiscalizzare gli oneri familiari (abbattendo l’IMU per la casa familiare e le imposte indirette sulle spese ordinarie per la famiglia e per i figli);
– privilegiare le imposte dirette e abbattere quelle indirette revocando l’aumento dell’IVA;
– giungere quanto prima ad un’autentica equità fiscale mediante il “fattore famiglia” e una riforma dell’ISEE che tenga conto dei carichi familiari.

Se poi qualcuno dei nostri tecnici si convincesse che – invece della diminuzione generalizzata delle aliquote
– l’aumento delle detrazioni per familiari a carico sarebbe enormemente più utile ed efficace per aiutare la ripresa economica del nostro Paese, ed anche per evitare a un buon numero di famiglie di cadere nella povertà, cominceremmo a gridare al miracolo…

FRANCESCO BELLETTI

www.forumfamiglie.org