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Sulla famiglia promesse non mantenute

Sulla famiglia promesse non mantenute

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Manovra attenta ai deboli Ma resta come incompiuta

Il governo la definisce la Finanziaria delle «promesse mantenute». Una manovra di bilancio che «redistribuisce ai cittadini i soldi recuperati dall’evasione fiscale». Ma i cittadini se ne accorgeranno? La domanda non vuol essere irriguardosa nei confronti degli sforzi compiuti. I risultati ottenuti dall’esecutivo sono, sotto diversi aspetti, positivi e non fatichiamo a riconoscerne il merito. Ad esempio l’aver stanziato un miliardo per la partecipazione ai programmi mondiali di cooperazione e di lotta all’Aids, è una scelta lungimirante.
Tuttavia, rimane un senso di incompiutezza, come se mancasse in questa manovra una decisione forte, in grado di far percepire al Paese i termini di una reale svolta. Non solo che il patto fiscale – meno evasione, meno tasse per tutti – funziona e oggi c’è qualche disponibilità in più, ma che si cambia rotta con un intervento strutturale a favore delle famiglie. Nelle intenzioni del governo il taglio dell’Ici dovrebbe rappresentare questo segnale. Difficilmente, però, un’ulteriore detrazione di 200 euro l’anno può esserlo. La misura è limitata ai redditi personali sotto i 50mila euro (e ancora non è chiaro, ad esempio, come verrà calcolato questo tetto per le abitazioni cointestate fra i coniugi) e secondo le stime più ottimistiche coinvolgerà il 40% delle famiglie italiane. È vero, ci sono anche le detrazioni per gli affittuari (due scaglioni di 300 e 150 euro a seconda del reddito e un massimale di 31mila euro). Come pure è significativa la posta in bilancio di 500 milioni per nuova edilizia residenziale. Un’attenzione al tema della casa e a quello delle fasce più deboli apprezzabile. Nel cui solco si inserisce pure il bonus a favore dei cosiddetti «incapienti»: i contribuenti fino a 7.500 euro di reddito annuo, ai quali andranno 150 euro, più altri 150 per ogni familiare a carico. Si tratta però di un assegno una tantum, che per alcune fasce di pensionati si andrà ad aggiungere a quello appena varato con l’accordo del luglio scorso. Dimostrando che – al di là delle buone intenzioni – non manca anche una certa dose di sperimentalismo e un tantino di demagogia in queste scelte. Il bonus, infatti, sembra essere stato inventato apposta per “nascondere” un deficit maggiore. La mancata realizzazione di quella “dote” fiscale di 2.500 euro l’anno per ogni figlio – promessa in campagna elettorale e solennemente annunciata alla Conferenza di Firenze sulla famiglia lo scorso maggio – che doveva rispondere innanzitutto proprio al problema degli incapienti, di coloro cioé che a causa dei bassi redditi non riescono a monetizzare le detrazioni previste per i figli a carico. Ecco emergere quell’incompiutezza di cui accennavamo all’inizio: in questa manovra manca per l’ennesima volta una politica familiare degna di questo nome, che non può essere confusa con un indifferenziato sconto sull’Ici o con gli aiuti ai pensionati più poveri (interventi in sé positivi, ma che sono altro). Le promesse in questo campo non sono state affatto mantenute: né per le famiglie numerose, alle quali si era fatta balenare addirittura la distribuzione di una parte dell’extragettito fiscale, né a tutti i nuclei che ogni giorno assumono l’impegno e il costo crescente di mantenere ed educare i figli.
La pressione fiscale nel 2007 è risalita oltre il 43% del Pil dal 40,6% del 2005 e le famiglie hanno dato il loro contributo. Per buona parte di esse con un aggravio di imposte dovuto all’effetto combinato di sostituzione delle deduzioni con le detrazioni e conseguente aumento della base imponibile, non compensato dall’aumento degli assegni familiari a scalare sul reddito. Un aggravio per il ceto medio, ma anche popolare, come dimostrano le buste paga di operai, esibite qualche mese fa dall’insospettabile Epifani. La Finanziaria poteva essere, doveva essere l’occasione per una risposta strutturale ai bisogni della famiglia. Basteranno gli sconti Ici, i bonus e i fondi per i libri, a far cogliere ai cittadini la svolta annunciata?
Francesco Riccardi, Avvenire