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Seconda festa regionale in Abruzzo: la cronaca

Seconda festa regionale in Abruzzo: la cronaca

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E’ stata une festa, sì una vera festa, con tento di momenti di allegria, sorrisi, giochi e, naturalmente, cose buone da gustare, ma anche occasioni per scambiare due chiacchiere e parlare di cose importanti: l’incontro organizzato domenica scorsa a L’Aquila dall’Associazione Nazionale Famiglie Numerose è la seconda Festa regionale abruzzese.
La mattina c’è stato il dialogo con il Prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli, mentre, nel pomeriggio, dopo un buon pasto consumato in allegria, si è vissuto prima un momento di condivisione delle testimonianze e di catechesi con don Emidio Cipollone, delegato CEAM per la Pastorale Familiare, poi la Santa Messa, con cui si è conclusa la giornata.
Come una “famiglia di famiglie”, ANFN si è stretta intorno all’Abruzzo, tanto che i responsabili del Lazio, Angelo e Monica De Sanctis, quelli delle Marche, Giancarlo e Mariella Bettucci, e quelli del Molise, Vincenzo e Rossella Farinelli, non sono mancati all’appuntamento, al quale hanno preso parte tutti i responsabili provinciali della Regione.
Uno spirito di unità che ha toccato tutti. Si è visto nelle madri di famiglia terremotate ed in quelle delle famiglie che i terremotati hanno accolto e sostenuto. Si è visto nei papà che in maniera dignitosa continuano a guidare le proprie famiglie. Si è visto nei figli terremotati che spesso fanno da sostegno ai genitori e in quelli delle famiglie che sono impegnate nell’aiuto, che sono diventati amici dei terremotati e così partecipi del loro dolore da voler vedere i luoghi del terremoto.
Il dialogo mattutino con il Prefetto è stato caratterizzato da grande franchezza e serenità: “Non cerco consenso” ha detto subito Gabrielli “Ho sempre cercato di far capire due cose: che il 6 aprile c’è stato un terremoto devastante e che il problema di ognuno di noi deve necessariamente coniugarsi con quello degli altri”. Annunciando le decisioni prese poche ore prima con tutti i soggetti coinvolti, il Prefetto ha chiarito che nelle linee guida per l’assegnazione degli edifici del progetto C.A.S.E. si è scelto di agire, per le famiglie numerose, seguendo due criteri: la presenza di ragazzi in età scolare e la mancanza di alloggi di proprietà di quelle famiglie nella zona cosiddetta di mobilità, cioè situata non lontano dall’area del sisma. Sul primo versante, Gabrielli ha detto che chi ha case di categorie E o F o nelle zone rosse sarà sistemato nelle C.A.S.E. o nei Map, i moduli abitativi provvisori. Il prefetto ha anche chiarito che, dopo il censimento fatto, bisognerà valutare chi effettivamente ha diritto alle abitazioni e chi no.
Diverse le istanze presentate dalle famiglie: c’era chi, come Angelo, ha casa categoria C e non potrà tornare nella sua abitazione vera e propria prima di un anno e mezzo: “Noi abbiamo tentato di venire all’Aquila, ma non è stato possibile. Abbiamo il problema dei libri testo, per i quali non ci sono sussidi a Pescara. Inoltre non abbiamo pacchi viveri da settimane”. C’era chi, come Pino e Luciana, ha provveduto a sistemarsi autonomamente con otto figli ed ha chiesto cosa si vuol fare per il contributo per l’autonoma sistemazione, finora fissato al massimo a 400 euro. O chi, come Maurizio, è impegnato anche con il Movimento per la Vita, preoccupato perché aborti e pratiche contrarie alla vita possono aumentare in questa situazione.
Il Prefetto ha risposto spiegando che le banche hanno creato un fondo immobiliare grazie al quale hanno raccolto 550 appartamenti, circa 400 dei quali saranno disponibili entro la fine dell’anno e 40 da subito ad ottobre. In questi giorni sta inoltre partendo la requisizione di altri appartamenti che si trovano in località vicine a L’Aquila, come Assergi: “Le requisizioni” ha detto “ ci saranno dove troveremo case. Se qualcuno di voi” ha proseguito “sa di richieste estorsive come quelle di chi chiede affitti da 1300 euro, di cui 600 dalla Protezione Civile e 700 al nero dalle famiglie, me lo faccia sapere in quanto io quelle case le requisisco perché” ha scandito “è immorale”. Inoltre il Prefetto ha spiegato che chi non ha reddito perché senza lavoro potrà avere una social card di 160 euro mensili a persona, in modo che le famiglie numerose prenderanno giustamente più delle altre. Gabrielli ha anche promesso impegno affinché si risolva il problema dei libri con contributi specifici per chi è costretto ad iscrivere i propri figli nelle scuole di altre province, così come si è impegnato a risolvere il problema del contributo per l’autonoma sistemazione perché “vivaddio” ha detto “c’è ancora chi i figli li fa”: “Non tutto riusciremo a fare” ha concluso “Quindi chiedete. La sollecitazione non è pellegrina, ma legata ad esigenze vitali”.
Il responsabile per L’Aquila di ANFN, Bruno Cotellessa, ha ringraziato tutti molto: “Tutti si sono fatti in otto per aiutarci”. Il Presidente regionale Giancarlo Di Blasio ha ricordato le iniziative attuate, dagli aiuti mirati sulle esigenze delle singole famiglie alle adozioni in atto grazie all’apposito fondo.
Nel pomeriggio la vicinanza e la solidarietà portata dai responsabili delle altre regioni ha preceduto la catechesi di don Emidio Cipollone, che ha molto insistito sulle caratteristiche delle famiglie numerose e sul tema delle case: “Sono contento di poter essere venuto. Mi fa piacere venire dentro ANFN. Anche al seminario di Chieti cerco di mettere nel cuore l’amore per la famiglie, che costruisce anche la Chiesa, non solo la società”. Don Emidio ha detto che è molto importante sapere quali sono le gioie che si provano in queste famiglie. Il sacerdote ha raccontato di un giovane di una famiglia del suo paese morto nel terremoto: “In quell’occasione mi venne da dire che i progetti degli uomini sono sempre scritti a matita” ha detto “Tu puoi fare il progetto più perfetto possibile, che poi cambia perché ti arriva il terremoto, ma anche perché ti nasce un figlio, poi ne nasce un altro, poi un altro e magari si arriva a sei o a nove. Per tanta gente questo è un terremoto. Anche a volte la Chiesa e lo Stato hanno questo atteggiamento di distanza”. Per don Emidio facciamo fatica a concretizzare i progetti e, terremoto a parte, ci sono tante altre cose per le quali molto si può fare perché dipende da noi: “La famiglia non soltanto è il futuro” ha detto ricordando lo slogan presente sul manifesto ANFN “ma è il presente perché in questo luogo, che ha sperimentato il terremoto, il tessuto familiare è quello che più ha retto, ha permesso di continuare a vivere”. “Voi ci date una grande speranza” ha affermato il sacerdote “anche come Chiesa regionale: voi senza parlare ci fate comprendere che davvero la famiglia è una buona notizia. La famiglia è un cantiere e voi, famiglie numerose, date ancora di più l’idea del cantiere”. Infatti il cantiere è popoloso ed in esso si lavora per costruire. Ognuno fa una cosa in particolare e alla fine tutto funziona, secondo don Emilio. Il sacerdote ha ricordato che la famiglia è una scuola di santità, di comunione: “La Chiesa definisce la famiglia intima comunione di vita e di amore. Insegnateci a costruire questa comunione, una realtà che, in una società che vive una cultura di morte, ci porti una primavera di vita”. Don Emidio ha ricordato che bisogna costruire sulla roccia e non sulla sabbia: “Voi avete sicuramente qualche segno negativo dallo Stato, però resistete” ha aggiunto. “Continuate a darci la speranza che nella molteplicità delle relazioni”. Il sacerdote ha parlato degli insegnamenti in arrivo dalle famiglie richiamando la Parola di Dio: “La famiglia è immagine di Dio che è Dio della Vita e dell’Amore ed ha scelto la famiglia per dirci chi Lui è e come opera” ha sottolineato. “Voi ci ricordate che Dio è famiglia. Egli non ha usato l’esempio dei preti per parlarci del suo Amore, ma quello della famiglia”. Don Emidio ha ricordato le case menzionate nel Vangelo, da quella di Gesù a quella delle nozze di Cana, fino a quella di Lazzaro: “Le vostre case sono case dell’amicizia. Chiunque entra nelle vostre case si sente protagonista voluto e accolto in ognuna di esse. Voi” ha concluso don Emidio, vivete e potete insegnarci le realtà dell’alterità, dell’ascolto, del vero amore, del perdono, dell’amicizia, della guarigione, addirittura della Risurrezione”.

I coordinatori regionali per l’Abruzzo Giancarlo e Fernanda Di Blasio