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Podrecca (Unione Giuristi Cattolici): i diritti della famiglia scritti nella Costituzione

Podrecca (Unione Giuristi Cattolici): i diritti della famiglia scritti nella Costituzione

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Podrecca (Unione Giuristi Cattolici): “Due parole sulla famiglia”


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In occasione della Festa della Famiglia

Piacenza – 12-13 settembre2009

In occasione della Festa della Famiglia, due citazioni danno l’occasione di fare alcune considerazioni su questo insostituibile bene umano.
La prima, dall’art. 29 della Costituzione repubblicana, che recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
In un’epoca sbilanciata nella affermazione e nella tutela di talora improbabili diritti dei singoli, l’affermazione del Costituente appare straordinaria ed acquista una portata dirompente.

Vi si afferma, infatti, che la famiglia preesiste alle leggi dello Stato, e che essa è titolare di propri diritti, diversi da quelli dei singoli che la compongono.

Ma quali sono i diritti della famiglia, ed a chi tocca tutelarli?
A me pare che i diritti della famiglia siano principalmente quelli che negli ultimi tempi e, in particolare, nel secolo scorso, sono stati così brutalmente violati e disattesi, sicché la riflessione sui contenuti del violento attacco alla famiglia a cui abbiamo, spesso impotenti, assistito ci aiuta a coglierli.
Sotto questo profilo, pare che il primo diritto della famiglia, coerente con la propria vocazione ad essere il luogo in cui l’essere umano possa nascere ed essere educato ed introdotto nella vita, sia quello di fondarsi su un vincolo stabile tra un uomo ed una donna, consacrato in un impegno pubblico davanti alla società, il matrimonio.
Con l’impegno liberamente e solennemente assunto, per amore, tra i coniugi, la loro unione assurge ad una dimensione nuova, che sotto ogni profilo li supera e li trascende.
Per la famiglia ed i figli che in essa verranno alla luce è il loro impegno; verso la famiglia, dalla quale ricava il proprio ordine ed i presupposti per la propria sopravvivenza, si estende l’impegno di tutela e promozione della società civile e dello Stato, talora anche in conflitto con gli interessi, egoistici, dei singoli.

Diritto della famiglia è quello di essere, con i genitori, la prima e fondamentale agenzia educativa dei figli, che nella famiglia possono apprendere, prima dei diritti, l’impegno, la condivisione, la solidarietà verso gli altri.

La famiglia resta il luogo migliore dove la persona può crescere e formarsi.
Altri diritti della famiglia sono quelli indicati nell’art. 31 della Costituzione, che impegnano lo Stato e la società a promuoverle e sostenerla in varie forme, in particolare se numerosa, sull’indefettibile presupposto che, a dispetto di quanto taluno possa sostenere, esiste nella famiglia, nella sessualità, nella procreazione un ordine naturale delle cose che è compito del legislatore non stravolgere arbitrariamente sulla base di più o meno risicate maggioranze parlamentari, ma riconoscere e tutelare, come bene comune, con le norme di diritto.

Con riferimento all’ordine naturale delle cose vi è, tuttavia, una seconda citazione, che per la mentalità corrente di oggi è particolarmente difficile ed impervia, tratta dalla lettera agli Efesini di San Paolo. E’ il famoso passo che recita: “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa … E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei … perché chi ama la propria moglie ama se stesso…” (Ef. 5, 21 e ss.).
Di questo passo si è talora cercato di attenuare l’impatto, relegandone la portata agli usi e costumi, oggi superati ed inattuali, dell’epoca.

Ma il paragone del rapporto coniugale a quello, teologico, e, credo, necessariamente attuale, tra Cristo e la sua Chiesa, non consente di ignorare e stravolgere il valore letterale delle parole dell’Apostolo, pena l’opinabilità anche del secondo.
In un’epoca succube di una diffusa cultura post femminista e post illuminista che idolatra la dea ragione, le parole dell’Apostolo paiono ancor più dirompenti di quanto non sia la visione, pur laica, del Costituente sulla realtà della famiglia.

Sembra, in realtà, che alla società di oggi manchino l’esperienza e finanche le categorie logiche per comprendere cosa sia, realmente, la sottomissione della moglie al marito e l’amore, che arriva al dono della propria vita, del marito per la moglie, sul modello di Cristo.

Uomo e donna hanno, infatti, nel matrimonio e nella famiglia pari dignità, ma differenza di ruoli, come attesta, con eloquenza, anche il linguaggio del loro corpo, e la loro vocazione di cui ci parla l’Apostolo non può essere la semplicistica espressione di un potere e di una supremazia – quasi gerarchica – , di uno sull’altra secondo banali categorie umane, nella loro accezione esasperata dal femminismo e da una ragione oscurata dalla notte della fede, bensì di una straordinaria libertà nella quale l’essere di ciascuno, uomo e donna, attinge alla piena realizzazione delle istanze più profonde del suo essere.
Stravolgere l’ordine naturale dei rapporti tra uomo e donna, tra marito e moglie, come solo la fredda razionalità dell’ideologia può fare, porta inevitabilmente alla confusione dei ruoli, all’assenza paterna, alla frammentazione sociale, alla solitudine dell’individuo, all’inverno demografico, allo sfascio della famiglia ed alle altre conseguenze tutte che, per chi abbia un minimo di discernimento ed onestà intellettuale, sono oggi sotto gli occhi di tutti, e che in particolare colpiscono i nostri giovani, la speranza della società del futuro.
La famiglia è una realtà antropologica primaria, che non può essere senza conseguenze trascurata o disattesa.

E’ un impegno che vale a dare ragione di una vita e del sacrificio che essa comporta.
Una strada che, se percorsa con animo leale e retto, conduce necessariamente a Dio.

Livio Podrecca