Otto performance per il talent delle famiglie numerose. Il premio giuria alla famiglia trentina Rigotti

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    Era il 4 dicembre del 2006 quando il gruppo musicale statunitense Evanescence pubblicava il singolo «Lithium». Il testo, scritto da Amy Lee parla di un conflitto interiore tra pena e felicità, dolore e quiete. Un dualismo che viene poi rappresentato visivamente durante il videoclip tramite una Amy Lee vestita di bianco ed una in nero che si muove sotto la superficie di un lago. Diciassette anni dopo «Lithium» è stato portato sul palco dell’auditorium «Cottoni» di Nocera Umbra, dove ha avuto inizio da poco la finalissima del The big Family show il concorso destinato a genitori e figli cresciuti nelle grandi famiglie.

    Ad interpretare il brano una band molto particolare: i Villis, acronimo di sei di nove componenti della grande famiglia Turazza, originari di Cerea (Verona): Valentina, la mamma, 39 anni, vocalist impegnata in una rock band con la quale fa qualche data («anche con il pancione» dice lei). Irene, 17 anni, la primogenita di sette figli, una passione per il canto ed il pianoforte (ma anche un futuro in atletica, visti i suoi 3 metri e 70 centimetri saltati con l’asta). E poi, in ordine:  Laura, Ilaria, Luca. Infine Simone, 42 anni, il papà, anch’egli cresciuto in una famiglia numerosa. La performance – dicono i Villis – vuol portare un valore: e cioè l’inclusività delle famiglie numerose. «Con la nostra performance, infatti, abbiamo scelto di non portare il talento di ognuno, bensì un talento che desse spazio ad ognuno di noi».

    Regine del palco: mamma e figlia. La prima, Sarah Vescovo, perugina, mamma di prole numerosissima, ideatrice, con il marito Vincenzo, dell’evento Professione mamma. La figlia, Miriam primogenita degli Aquino perfettamente a suo agio in questa esperienza.

    I talenti scorrono uno dietro l’altro. Viene dalla Sardegna, in particolare da Selargius, il piccolo Stefano Demuro, in arte Mino Mino «perché da piccolo – confessa – mi piaceva afferrare con la mia manina il viso o le braccia delle persone e le stringeva dicendo: Mino Mino Mino». Votatissimo nella selezione – specie dalla sua Sardegna – Stefano è appassionato della natura e in particolare della pesca. Nella sua performance, vissuta con emozione, ha dato, appunto, una lezione di pesca.

    Dopo di lui Rachele Bernardini. Ha 23 anni, è arrivata da Pisa, studia design a Calenzano ed è una illustratrice che sta muovendo i primi passi nel mercato del lavoro, con un suo profilo instagram seguito da circa diecimila followers e collaborazioni per riviste, agenzie, privati. Ha scelto di disegnare, in tre minuti, un concetto astratto, il talento.

    Intanto il the big family show un suo primo vincitore l’ha già decretato: è la famiglia trentina Rigotti che aveva partecipato al concorso Anfn proponendo un brano del grande compositore e musicista argentino Astor Piazzola, Libertango. Performance molto apprezzata dalla giuria giovani che, infatti, l’ha voluta premiare (per ora solo virtualmente) all’interno del talk di questa sera.

    Talenti crescono nelle grandi famiglie. All’auditorium «Cottoni» la testimonianza di Sara, 23 anni, ultimogenita di Paolo e Laura Puglisi, consiglieri nazionali Anfn.
    «Facevo danza, fu mia sorella a convincermi a giocare ad hockey, disciplina già praticata dai miei fratelli». Adesso Sara, dopo la maturità scientifica, è volata in Olanda per perfezionare il suo talento ed è ormai una colonna della nazionale azzurra di hockey.

    C’è un altro Bernardini nella finalissima del talent. Si chiama Daniele, ha 12 anni e si è qualificato con una performance di parkour. Sul palco Daniele arriva ben vestito, spiegando che il suo allenatore era contrario ad una sua esibizione in ambiente ristretto, privo di ostacoli. Così, propone alla conduttrice Miriam, «vi parlerò di un altro talento… la mia passione per l’arte». Scorrono le immagini di opere di Van Gogh, poi, il coup de teatre: Danielino si spoglia di abito confezionato a casa dalla mamma e, comincia a saltare. Fino a scendere tra il pubblico.

    E siamo solo agli inizi.