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L’ Osservatorio Nazionale della famiglia raddoppia

L’ Osservatorio Nazionale della famiglia raddoppia

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Con il decreto ministeriale del 30.10.2007 pubblicato sulla gazzetta ufficiale la vigilia di Natale, subito dopo l’approvazione della Finanziaria per il 2008, l’Osservatorio nazionale della famiglia assume una nuova e più completa fisionomia.
L’ Osservatorio é uno strumento “inventato” nel 1999 dall’allora Ministro per la Solidarietà Livia Turco ed affidato ad alcune amministrazioni comunali con Bologna città capofila; finora ha funzionato a corrente alternata (anche per l’alternanza nell’amministrazione della città bolognese) e soprattutto con attività teorica e di studio.
Con il nuovo decreto le attività vengono suddivise tra Rome, la sede “storica” di Bologna, che coordinerà la partecipazione alle attività degli enti locali, e
quella di Bari, a cui parteciperanno regioni, provincie e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Con la riorganizzazione dell’Osservatorio si aprono degli scenari interessanti: per prima cosa l’Osservatorio è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare ora presso il Dipartimento delle Politiche Famigliari. Sappiamo che c’è un forte orientamento a ridurre il numero dei Ministeri per rendere l’azione governativa più snella ed efficace (fra l’altro forse non tutti sanno che il dipartimento per le politiche famigliari funziona di proroga in proroga, la prima scadenza era al 30 settembre, la prossima sarà al 30.4). Ebbene se il Ministero della Famiglia dovesse sparire per effetto di quella riduzione dei Ministeri che ogni italiano si auspica, l’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia resterebbe in carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri che avrebbe il compito di gestirlo direttamente e quindi sarebbe senz’altro indotta a praticare politiche famigliari.

Un secondo aspetto interessante deriva dal fatto che il Ministro Bindi, fin dal suo insediamento, ha dichiarato che per realizzare azioni concrete a favore delle famiglie è necessario stipulare un “patto con gli enti locali” , delegati a erogare la maggior parte dei servizi destinati alle famiglie, determinando anche le quote di compartecipazione al relativo costo di realizzazione. In questa prospettiva devono essere considerate le sedi di Bari per le politiche regionali e di Bologna per le politiche degli altri enti locali. Lo scorso anno abbiamo sperimentato sulla nostra pelle (o meglio tasche) la contraddizione determinata dal fatto che la fiscalità locale abbia assorbito i benefici statali. Questo, una volta che l’Osservatorio Nazionale sarà a regime non dovrà più succedere e ciò, si badi bene, a prescindere da chi sarà al Governo.

Personalmente poi ritengo felice sia la scelta di Bologna che quella di Bari. Nel primo caso ritengo molto positivo il fatto che non vada perso il know how accumulato in questi anni visto che proprio ora si sono create le circostanze per iniziare a mettere qualcosa in pratica. Nel secondo caso, una sede al sud era necessaria, e poi interpreto il fatto di coniugare una regione del sud alle province autonome di Trento e Bolzano come una bella e praticabile sfida a cercare una identità nazionale anche nelle politiche famigliari.

Infine quale terzo aspetto mi preme sottolinerare sono senz’altro importanti le funzioni (art. 3) che confermano quelle della precedente esperienza, ma il radicale cambio di prospettiva è dato soprattutto dagli organi, dalla loro composizione e dal loro funzionamento. Ad esempio possiamo vedere che dell’assemblea devono esserne parte esponenti di vari ministeri coinvolgendo in questo modo nelle politiche famigliari la quasi totalità del Governo. Poi c’è una importante apertura alle parti sociali, all’associazionismo ed al terzo settore che pone in risalto l’intenzione di ascoltare il maggior numero di voci possibili voci.

Per concluderevoglio segnalare che i tre mesi trascorsi dalla stesura iniziale del regolamento e della sua pubblicazione in gazzetta ufficiale con un metodo veramente partecipativo e democratico, ascoltando anche le considerazioni di chi aveva ruoli importanti nel precedente Osservatorio anche se non allineato politicamente al Governo in carica.

L’istituzione e regolametazione dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia è un ulteriore elemento per avere fiducia nell’anno nuovo all’insegna della Famiglia.

Un caloroso abbraccio.

Stefano Lipparini – ANFN
Resp.le Naz.le Rapporti Enti Locali