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Il coraggio, le gioie e le rinunce delle famiglie numerose.

Il coraggio, le gioie e le rinunce delle famiglie numerose.

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Intervista con Regina Florio

ROMA, mercoledì, 27 giugno 2007 (ZENIT.org).- E’ appena uscito il libreria un volume controcorrente che ha per titolo “Tutti vostri? Viaggio nel mondo delle famiglie numerose”, scritto da Regina Florio, mamma a tempo pieno di quattro figli e giornalista per passione.

L’altro autore è Mario Sberna, tre figli naturali, uno adottato e uno in affido, amministratore del seminario vescovile della sua città. Nella sua diocesi si occupa anche di migranti, giustizia e pace. Nel 2004 ha fondato l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (www.famiglienumerose.org).

Per conoscere la storia e le avventure delle coraggiose famiglie numerose, ZENIT ha intervistato Regina Florio che, oltre ad essere coautrice del libro, insieme al marito Fabrizio Maroncelli cura la redazione del sito e del giornale dell’Associazione.

Qual è la vostra realtà di famiglie numerose, e perchè avete sentito il bisogno di fondare un’Associazione?

Regina Florio: Il Presidente dell’Associazione, Mario Sberna, e sua moglie Egle hanno cinque figli, di cui uno adottato e un altro in affido, mentre mio marito Fabrizio ed io ne abbiamo “solo” 4, che vanno dai 5 ai 13 anni.

L’Associazione è nata da un gruppo di famiglie bresciane che hanno deciso di fare qualcosa per opporsi alla mentalità che considera le famiglie come le nostre degli scherzi della natura, dei reperti archeologici, una specie in via d’estinzione, senza per altro fare nulla per sostenerle.
Stanchi di sentirci delle mosche bianche, di sentirci dare degli sprovveduti “che non hanno la televisione”, abbiamo deciso di rivendicare il nostro ruolo prezioso all’interno di questa società, sempre più povera di bambini e di futuro.

Ci siamo resi conto che anni di politiche familiari per lo meno “distratte” hanno creato situazioni discriminanti, di vera e propria ingiustizia e hanno finito col punire la scelta di mettere al mondo dei figli (le tariffe crescenti per fascia di consumo, la tassazione individuale…) mentre la Costituzione parla di facilitazioni e riguardo…

Intorno a noi c’era tanta gente che vedeva tutto fosco e difficile, ma noi abbiamo messo insieme questa Associazione con niente soldi, tanto entusiasmo, tantissime notti in bianco, tantissime ferie bruciate, perché crediamo che sia ancora possibile e fattibile cambiare il modo di pensare di questo Paese, così poco attento e riguardoso del proprio futuro.

In un mondo in cui ancora molti sostengono che siamo troppi, le famiglie numerose sembrano una provocazione. Che cosa rispondereste a coloro che vi accusano di essere esagerati?

Regina Florio: Non credo che qualcuno metta al mondo dei figli per “provocazione” , non è come indossare una maglietta o tingersi i capelli di viola.
Certo noi rappresentiamo, con la nostra esistenza, la prova che avere bambini è ancora possibile, anche se il mondo va come va, se ci sono le difficoltà economiche, l’effetto serra, l’atomica… é ancora possibile credere alla vita, al futuro, non affrontare la vita con il bilancino, ma avere speranza. E se ci riusciamo noi, ci possono riuscire anche altri.

Sì, è vero, ci dicono che siamo in troppi su questo pianeta (ma chi è di troppo: io, lei o magari il signore che lo ha detto?) ma sono teorie che ci stanno spaventando da secoli e che non hanno un gran senso.
Tanto è vero che il nostro Paese, e la nostra Europa, è entrata in un inverno demografico che preoccupa seriamente le persone con una visone un po’ lungimirante della storia. Un calo demografico, la storia ce lo insegna, si accompagna sempre a un periodo di crisi, sociale ed economico.
Piuttosto è vero che la nostra società sta invecchiando e senza bambini, senza giovani, sta diventando sempre più chiusa, più negativa, più triste.

Si può programmare una famiglia numerosa? E quali sono le condizioni per realizzarla?

Regina Florio: Alcune delle nostre famiglie sono “nate” numerose, già al matrimonio gli sposi sognavano tanti bambini e una tavola lunga così… Mia mamma (anche noi eravamo una famiglia numerosa, mentre mio marito ha un solo fratello) aveva scelto un nome per tutti i suoi figli… Ma per molti di noi è una scelta nata giorno per giorno, con una crescente apertura alla vita, con la graduale maturazione della coppia e del nucleo familiare.

Ma infine non dipende certo da noi: come dice un nostro associato nel libro, “si è lasciata la porta aperta”. In fondo non è importante che arrivino gli ospiti oppure no, ma che da parte nostra si sia preparati ad accoglierli… Più che altro poi bisogna gestirla: la famiglia numerosa non è un affare da ricchi, come ci vogliono fare credere (e se per caso lo dovesse diventare, di chi sarebbe la colpa?).

Non dovrebbe essere un diritto poter scegliere di mettere al mondo dei figli? Nelle nostre case, e questo lo abbiamo riscontrato proprio incontrandoci e confrontandoci con tante famiglie simili alle nostre, dobbiamo fissare la nostra attenzione sulle priorità, rimuovendo molto del superfluo e concentrandoci su ciò che è davvero importante. Per ragioni economiche, ma anche di organizzazione, di tempi, di spazi… Per fortuna, invece, l’amore si moltiplica, non si divide…

Quali sono le gioie e i problemi di una famiglia con tanti figli e figlie?

Regina Florio: Naturalmente problemi e gioie di tutte le famiglie, magari aumentati e moltiplicati, per ragioni diciamo così, statistiche. La gioia per la prima Comunione di un figlio è comunque sempre un’emozione forte e unica. Anche se i figli sono quattro o sei, non ci si abitua, sono individui con la loro precisa personalità, le loro storie. A volte può essere difficile e faticoso affrontare tanti problemi, magari tutti in una volta: un bambino malato, l’altro che non va bene a scuola, quello che litiga con i compagni. Ma invece di sentirci dire, come capita, “hai voluto la bicicletta, pedala” avremmo bisogno di un po’ più di comprensione, di tempo, di sostegno anche da parte degli “altri”.

La scuola, la società, persino le case non contemplano più un numero di figli superiore ai due (Trenitalia non prevedeva che si potesse fare un biglietto per due adulti e più di due bambini, abbiamo dovuto farglielo notare noi). Nemmeno andare in vacanza è semplice: a parte le tariffe (bimbo gratis sì, ma per due adulti paganti!), le stanze arrivano a essere al massimo per 4; con il coperto, in pizzeria noi paghiamo per una pizza semplicemente sedendoci; le macchine grandi costano come beni di lusso etc. Ma non siamo noi gli “esagerati” che devono cambiare: è il mondo che deve rendersi conto che esistiamo, e che è un bene, anche per il mondo, che noi ci siamo (le pensioni di domani, i lavoratori e i consumatori di domani…).

Che cosa consigliereste ai giovani che ancora non hanno neanche deciso se mettere su famiglia oppure no?

Regina Florio: Di non aspettare che tutto sia perfetto, che tutto sia pronto: ci sarà sempre qualcosa da aggiustare, la casa da ristrutturare, il nuovo posto di lavoro da trovare… intanto gli anni passano e si perde energia, entusiasmo, magia, la voglia di futuro che è dei giovani.
Non possiamo essere certi in nulla del nostro domani e di quello dei nostri cari, dobbiamo lasciarci andare un po’ di più al nostro istinto per non dovere poi rimpiangere molte cose. Abbiamo tutti paura, ma non dobbiamo lasciarci bloccare dalla paura. I figli sono una grande opportunità, non un peso.

Qual è l’obbiettivo che il libro intende raggiungere?

Regina Florio: Volevamo svelare il mistero che, per molti, avvolge la nostra scelta. Un mistero che poi non esiste perché non ci sono trucchi o ricette, c’è solo la vita vissuta giorno per giorno. Quelli che ci chiedono “tutti vostri?”, spesso scendono nei dettagli: “Ma sono tutti voluti? E come fate?”, domande a volte decisamente personali, che vengono da perfetti sconosciuti. Ma noi abbiamo sentito il dovere di raccontare i nostri perché, cioè la nostra esistenza, per testimoniare, ancora una volta che la normalità della nostra scelta è possibile (e se fosse supportata da chi di dovere, ma anche da tutti, il vicino di casa come il panettiere, il venditore di auto come l’insegnante, sarebbe anche più facile e alla portata di mano).
Il nostro libro riporta voci di famiglie e le loro esperienze, e contributi di esperti come Vittorino Andreoli che riconoscono valori forti nella scelta di avere una famiglia numerosa. Volevamo fare un’opera culturale, perché è la cultura,la mentalità che deve e può cambiare, il resto verrà da sé.