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Forum internazionale sulla demografia a Riga: l’Europa dell’Est a rischio estinzione gioca la carta della famiglia

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Organizato dal governo lettone e inaugurato dal primo ministro Maris Kucinskis, si è tenuto a Riga dal 9 al 10 agosto “Time 4 children”, forum internazionale sulla situazione demografica in Europa.

In Lituania sono decisamente preoccupati: in 25 anni la popolazione è calata del 23% e in 5 anni, se il trend non cambierà, diminuirà di un altro 15%. La situazione non è molto migliore in Lettonia, in Estonia, in Polonia e Ungheria, che dopo la dominazione sovietica si affacciano faticosamente sugli scenari europei ma pagano lo scotto di anni di emigrazione verso l’Europa dell’Ovest.
I questi Pesi la reazione dei governi ha un nome comune: famiglia. E’ puntando sulla ricostruzione della stabilità familiare e dell’accoglienza dei figli piuttosto che aprire all’immigrazione che qui si spera di invertire il trend negativo: un cospicuo investimento di energie e fondi pubblici che sta già dando i primi frutti. Numeri in rialzo per gli indici di natalità in Lettonia, Estonia, Polonia e Ungheria, dove 8 anni di politiche pro family hanno portato i matrimoni da 35.520 a 50.600 e il tasso di natalità da 1,23 a 150 e mentre calano gli aborti (da 40.449 a 28.500) e i divorzi scendono di oltre il 20%. Politiche per la casa, sostegno crescente per la nascita dei secondi e terzi figli, servizi e congedi parentali: gli ingredienti per la rinascita dei paesi dell’Est sono simili, ma soprattutto organici, stabilil e in continua espansione, quasi una corsa a fare meglio per attrarre e conservare sul teritorio le famiglie con bambini e i giovani.
Per questo piace e riscuote immediata adesione il modello “family friendly” trentino e il network europeo che il direttore dell’Agenzia della famiglia dellla provincia di Trento Luciano Malfer e la presidente della Confederazione europea delle famiglie numerose Regina Maroncelli hanno presentato durante la convention, un mix che risponde all’esigenza di riempire le culle vuote mettendo nella condizione le famiglie di avere il numero dei figli desiderati e crescerli in un ambiente accogliente che ne sa riconoscere il valore. Servizi ma soprattutto cultura della famiglia che diventa il centro della vita della comunità. Perchè è soprattutto una questione di senso se in Europa nascono meno bambini, anche in quei paesi che tradizionalmente investono oltre il triplo del GDP che l’Italia destina alle politiche familiari (1%).
I tassi di fertilità sono in diminuzione in Svezia, in Francia, ma anche in Norvegia, dove dalll’indice a 1,98 del 2009 si è passati a 1,62 del 2017. In queste nazioni più dela metà delle nascite avviene fuori dal matrimonio. Cosa è successo? Apparentemente niente di particolare ma evidentemente le misure di sostegno non bastano se, dietro, non c’è la famiglia e tutto quanto rappresenta per la vita delle persone.

R.F.