• it
Bambini e sviluppo economico

Bambini e sviluppo economico

18 views
Condividi

pubblichiamo l’articolo guida che ha costituito, insieme al discorso sulla rappresentanza dei minori, la struttura portante dell’intervento a Loreto del Prof. Luigi Campiglio. Si tratta di un contributo originale e interessante, che sottolinea l’importanza dell’educazione dei bambini e il dato di fatto che le capacità di apprendimento dipendono anche dalla capacità di reddito delle famiglie.

BAMBINI, EVOLUZIONE UMANA E SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA

Luigi Campiglio

Lo stock di conoscenza esistente e la produzione di nuova conoscenza è riconosciuto come centrale per lo sviluppo economico e la crescita delle economie: in quanto bene economico lo stock di conoscenza ha le caratteristiche di un bene pubblico. Il concetto di conoscenza può essere inteso su molteplici piani, in particolare sul piano educativo e del “saper fare”. La trasmissione dello stock di conoscenza alle nuove generazioni rappresenta un processo di particolare importanza, in particolare per quanto riguarda il momento, le modalità e la qualità dell’apprendimento. La crescente consapevolezza dell’importanza del sistema educativo per i bambini è stato esplicitamente riconosciuto dall’OECD, con un programma che va sotto il nome di Early Childhood Education and Care (ECEC), e implicitamente con i risultati del programma PISA, che misura e confronta le capacità di apprendimento di un campione di giovani di 15 anni in tutti i principali paesi. La posizione dell’Italia è nettamente al di sotto della media e molto differenziata al proprio interno fra Nord e Sud. La capacità di apprendimento dei bambini non può essere disgiunta dalla capacità di reddito delle famiglie in cui vivono, oltre che dalla modalità di distribuzione delle risorse al proprio interno. L’esistenza di un problema di risorse è desumibile dal fatto che il rischio di povertà aumenta al crescere della dimensione familiare. L’acquisizione graduale dello stock di conoscenza da parte dei bambini è rappresentabile come un processo evolutivo “dipendente dalla storia”: il processo di apprendimento nella fase di crescita dei bambini ha peculiari caratteristiche di irreversibilità, analoghe a quelle riscontrate in importanti processi economici. Il nostro presente, così come il nostro futuro dipende in modo fondamentale dal nostro passato di bambini e ragazzi e che da adulti rimane “bloccato” sotto forma di carattere, preferenze, comportamenti. La “dipendenza dalla storia” implica l’importanza del partire con il piede giusto nella vita, fin dal momento della nascita, ed è ciò che implicitamente l’OECD riconosce dando al proprio rapporto il titolo di “Starting strong”, così come il fatto che ogni occasione passata è un’occasione perduta. Esistono “generazioni perdute”, come conseguenza di carenza di risorse, che andrebbero identificate e quantificate nel loro costo. La “storia” dei bambini tende a registrare processi cumulativi sia sul piano fisico, in particolare per chi è svantaggiato, che sul piano cognitivo, perché chi parte bene prosegue con risultati sempre migliori. E’ importante una raccolta di esempi, episodi e fatti di vita, che possano dimostrare l’importanza di fatti “casuali” nell’indirizzare le scelte di vita: dimostra la “dipendenza dalla storia”, il fatto che la nostra identità è la nostra storia passata così come le nostre scelte sono la conseguenza del ventaglio di opportunità “casuali” a cui siamo stati esposti. Dal punto di vista economico la spesa legata all’infanzia ha le caratteristiche di un investimento, di cui occorre distinguere la componente privata da quella sociale, da finanziare con trasferimenti pubblici di risorse. La forte modificazione della struttura demografica richiede l’introduzione di concetti nuovi che qualifichino il dato grezzo della popolazione come numero di abitanti: accanto al prodotto potenziale espresso come numero di abitanti in età da lavoro occorre introdurre il concetto di conoscenza potenziale espresso come il numero di minori che abbiano completato a un prefissato livello di apprendimento un minimo percorso educativo. E’ necessario un concetto nuovo di patrimonio umano, espresso anche in termini monetari. L’investimento che riguarda i minori e le loro famiglie non può essere valutato con le medesime categorie logiche dei normali investimenti fissi: il tasso di sconto deve essere più basso e forse pari a zero, le risorse associate devono essere vincolate a un criterio di “intangibilità”, perché l’investimento sociale giusto è solo quello realizzato al momento giusto, cioè all’età prevista per il giovane ed infine esiste una soglia critica dimensionale perché i rendimenti crescenti possano emergere. Il legame esistente, ma nascosto, fra bambini e sviluppo economico richiede un’esplorazione nuova dei nessi fra persona umana e sviluppo che può fornire la base per una qualità diversa del processo di crescita e di valutazione delle performance.

Condividi
Previous articleIncontro Anfn a Regalbuto (en)
Next articleChiara: perche’ ?