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Alla faccia dei proclami, la famiglia non è mai la priorità

Alla faccia dei proclami, la famiglia non è mai la priorità

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Il 15 marzo, nella sede del CNEL a Roma ho partecipato, come delegato dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, ad un convegno dal titolo promettente: “Un fisco family friendly: il Fattore Famiglia alla prova.”.
Per chi non lo sapesse il Fattore Famiglia è una riforma del sistema fiscale nazionale eleaborata dal Forum delle Associazioni familiari, un coordinamento di 50 associazioni (3 milioni di persone) che crede che sostenendo la famiglia ne beneficia il sistema-Paese. Ammetto di essere un ottimista di natura (mia moglie direbbe “illuso”).
Però il 15 marzo scorso alla sede del CNEL è stata proprio dura: le premesse, come sempre erano buone, c’erano vari parlamentari tra cui l’On. Baldassarri (FLI) che è Presidente della Commissione Finanze del Senato, un consesso fondamentale per la riforma fiscale da tempo annunciata.
Bolzonaro, vice-presidente del Forum Famiglie, ha presentato con grande chiarezza il Fattore Famiglia, un sistema che apporta dei correttivi al Quoziente familiare alla francese. Un sistema che sancisce un principio sacrosanto: i soldi spesi per i figli non devono essere tassati. Tutti i politici intervenuti lo hanno molto apprezzato. Naturalmente tutti fanno notare che ha dei costi elevati. Si parla di 16 miliardi di euro a regime: sembra tanto, vero? Sì, è tanto, ma proprio Baldassarri ci ha comunicato un dato spaventoso: ogni anno lo Stato italiano sperpera 60 miliardi di euro in “malversazioni”.
Lo Zingarelli dice che la malversazione è il “reato di chi (…), avendo ottenuto dallo Stato o da altri enti pubblici contributi, sovvezioni o finanziamenti da destinare a opera o attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità” (ma se li intasca, n.d.r.). Quanti “Fattori Famiglia” si potrebbero fare con quelle cifre? E allora forse, quando si fa la riforma della giustizia, credo che si dovrebbe por mano seriamente anche a queste cose non certo di poco conto. Ma c’è dell’altro: il noto economista Prof. Campiglio ci ha ribadito che, mentre la Francia destina alla Famiglia il 3,8% del PIL e la media dei Paesi OCSE si attesta sul 2,3%, l’Italia è ferma allo 1,2%. Ciò significa che è una questione di scelta delle priorità. E in effetti alla Conferenza Nazionale della Famiglia di Milano gli esponenti della maggioranza, a partire dal Ministro al Wefare Sacconi, hanno inserito il Fattore Famiglia nel Piano del Governo.
Tutti a dire che i soldi dati (sarebbe meglio dire “lasciati”) alle famiglie non sono assistenza, ma investimento sul futuro e tante belle cose. Poi certo c’è la crisi economica e uno si aspetta di sentirsi dire: “Guardate, adesso non è proprio possibile fare una riforma fiscale organica, però cominciamo dai nuclei più numerosi: intanto sono pochissimi e quindi si fa con poca spesa, eppoi si comincia a togliere qualche iniquità e con gradualità si va a regime.” Ragionare così per noi padri-di-famiglie-numerose verrebbe naturale. E invece nel primo pomeriggio, quando ancora il caffè sta cercando di evitare l’abbiocco, arriva il discorso-choc del Sottosegretario Giovanardi: il Ministero dell’Economia ha quasi azzerato i fondi del Dipartimento per la Famiglia: da 300 milioni a disposizione qualche anno fa, siamo arrivati al taglio di oggi, 20 milioni. E al povero (in tutti i sensi) Giovanardi, di fronte ad una platea ammutolita, non rimane che appellarsi al suo Presidente del Consiglio, paventando le proprie dimissioni, notizia che verrà poi battuta da tutte le agenzie. Alla faccia dei proclami, ancora una volta la Famiglia non è affatto una priorità, i nostri figli non sono altro che un peso sociale, ancora una volta le priorità sono altre.
E questo nonostante proprio ieri Confcommercio abbia diffuso il dato allarmante per cui oggi ogni italiano dispone di 570 euro in meno rispetto all’anno scorso. A questo punto mi alzo e me ne vado, ho una splendida famiglia vera che mi aspetta, sarà poco produttiva per i nostri politici, ma produce qualcosa di grande almeno per me: cementa il mio matrimonio, dà un senso profondo alla mia vita e voglio tornare a casa per l’ora di cena, quando l’allegria è servita in tavola. Certo, sarà un pasto frugale, ma che tripudio di calore e di vita!
E il domani non ci spaventa, perchè è vero il salmo che dice: “E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti!” E questa non è un’ingenua illusione: anni di esperienza ci dicono che “La c’è la Provvidenza!” Conosco fortunatamente tante famiglie per cui questa è una certezza tale per cui l’apertura alla vita non conosce confini. Resta questa pervicace amarezza: l’ottusità e la miopia di una classe politica che al valore della Famiglia crede solo a parole perchè conveniente da un punto di vista elettorale, ma che nel concreto delle scelte quotidiane ha sempre altre priorità (spesso, lo vediamo, inconfessabili).
E intanto il sistema-Paese va allegramente verso il declino.

Carlo Dionedi
coordinatore ANFN Piacenza