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Al di là della classica e (pensavo) superata visione catastrofista, in cui l’uomo è rappresentato come la tragedia del pianeta, è soprattutto un passaggio che ho trovato offensivo.
Io (e molte delle nostre famiglie) hanno almeno 5 figli e non abbiamo l’intenzione di «metterli a badare ai polli o a raccogliere la legna», per quanto siano occupazioni che possono, se necessario, essere svolte con piena dignità. Con grande fatica, stiamo facendo in modo che possano sviluppare tutte le loro potenzialità ed essere i cittadini che l’Italia del futuro si merita. Così questi ragazzi saranno un giorno i nostri nuovi dirigenti, i nostri nuovi politici, i nostri nuovi medici, i nostri nuovi autisti dell’autobus, i nostri nuovi contadini e persino i nostri nuovi giornalisti. A meno che non preferiscano badare ai polli.
Saluti cordiali,
Massimo