• it
Famiglia e basta, senza equivoci

Famiglia e basta, senza equivoci

41 views
Condividi

da Roma Pier Luigi Fornari
Mette l’accento sul carattere laico della discussione, Andrea Olivero, il giovane “numero uno” delle Acli, che ieri ha avuto il compito di presiedere l’assemblea del Forum delle associazioni familiari convocata per approvare il documento a sostegno della famiglia e contro il riconoscimento giuridico delle unioni di fatto. «Associazioni come le nostre – argomenta Olivero – che hanno un continuo contatto con la gente, non possono non partire dalla realtà qual essa è, con tutte le sue contraddizioni, quindi il dialogo con chi parte da presupposti diversi è possibile. Ma proprio partendo dal concetto di coesione sociale, è evidente che la famiglia è la struttura fondamentale che ha il compito di garantirla, quindi il riconoscimento della sua soggettività sociale deve essere senza equivoci, mentre in Italia, invece, è ancora da realizzare a partire dagli aspetti fiscali, sui quali da anni insistiamo».
E infatti, come mette in evidenza, monsignor Sergio Nicolli, direttore dell’ufficio per la pastorale della famiglia della Cei, «le motivazioni che animano il documento che è stato approvato non sono di natura religiosa, ma antropologica, giuridica e sociopolitica». Una dimostrazione che «il coinvolgimento su questi temi di tutte le associazioni familiari cristianamente ispirate, è avvenuto al di fuori di ogni logica di scontro ideologico tra laici e cattolici».
Insiste sul «realismo» anche il tesoriere del Forum Ettore Picchi, che nel “cartello delle famiglie” rappresenta la Coldiretti. «Il mondo agricolo – afferma Picchi -, con la concretezza che lo ha sempre caratterizzato, considera la famiglia realtà insostituibile, quindi niente affatto equiparabile con legami che sono contrassegnati dalla instabilità. Questo non vuol dire essere contrari a soluzioni legislative che siano assolutamente chiare nell’evitare qualsiasi equiparazione delle convivenze».
«Discriminazioni ? Privilegi? – riflette Mario Sberna presidente dell’Associazione nazionale delle famiglie numerose -. A me sembra che oggi siano le convivenze a godere di situazioni di privilegio a livello fiscale, degli assegni familiari, nella graduatoria degli asili nido… Poi la strada del riconoscimento alle realtà di fatto può portare a degli assurdi: che facciamo, lo conferiamo anche agli “odontoiatri di fatto”?».
Concorda il presidente dell’Afi, Roberto Bolzonaro: «Se si guarda alla realtà del nostro ordinamento il problema dei pacs non sussiste, quindi quella che dobbiamo contrastare è soprattutto una campagna ideologica». Tina Leonzi, presidente della associazione di casalinghe Moica richiama l’attenzione sull’assurdo per cui mentre «per ragioni di spesa si decurta la pensione di reversibilità al coniuge superstite, si vuole concedere al convivente che non contrae lo stesso impegno pubblico».
Insomma, le associazioni che hanno approvato ieri il documento contro le equiparazione delle convivenze alla famiglia, come rimarca Pierluigi Gavasci rappresentante del Faes, «non sono fondamentaliste, non dicono “no” ai diritti di qualcuno, ma vogliono dire un forte “sì” alla famiglia, e con esso contribuire a dare un fondamento certo alla nostra società». Del resto, aggiunge, «non è il diritto che disconosce le convivenze, ma viversa sono quest’ultime a rifiutare il riconoscimento da parte del diritto». Gavasci stigmatizza il fatto che alcuni organi di stampa abbiano ignorato l’iniziativa del Forum, «che ha dietro di sé oltre tre milioni di famiglie».
Per Pino Ficini, consigliere nazionale del Mcl, la principale preoccupazione è evitare un impatto negativo sulle nuove generazioni. «Anche in questo impegno contro i pacs – bisogna avere una grande cura per le giovani coppie, che già incontrano pesanti difficoltà economiche e sociali per sposarsi e mettere al mondo dei figli. Una eventuale equiparazione delle convivenze alla famiglia provocherebbe un pesante disorientamento dei giovani con ricadute negative per tutta la società».
Il presidente dell’Aibi, Marco Griffini, lancia l’allarme sulla possibilità della adozione per le coppie gay, meta prevista nella concezione del matrimonio tra omosessuali, e già presente in alcune proposte: «Non possiamo non essere impegnati nel contrastare questa tendenza, che comporterebbe un grave detrimento psicologico per il bambino, perdendo l’identità di figlio». Ma nella sfida che sta di fronte alle famiglie, Gianna Savaris, rappresentante del Sindacato delle famiglie nel Forum, coglie «la grande opportunità sul fronte culturale per aiutare a riscoprire il significato del proprio essere famiglia, e del valore che esso assume per l’intera società. Nessuno può esimersi da questa battaglia, perché la famiglia è di tutti, e promuove il bene di tutta la società».
Il vicepresidente Giuseppe Barbaro, rappresentante di Famiglie Nuove, «sottolinea il valore che può avere comunque per l’Europa l’esempio italiano, come insegna la legge 40 sulla fecondazione assistita, che ha portato alcuni Paesi a porsi il problema di rivedere la loro legislazione». Dal fronte delle esperienze locali, il presidente del Forum delle Marche, Andrea Speciale, evidenzia che la mobilitazione delle associazioni familiari se non è riuscita a sventare «la istituzione del registro delle coppie conviventi nel Comune di Ancona», ha portato alcune componenti della maggioranza a votare contro. Tutti i forum regionali, insomma, si sentono mobilitati per un’azione capillare di formazione sui temi del documento approvato ieri. «Un’azione sul territorio di formazione attiva e compartecipata, per riscoprire tra l’altro come la famiglia è elemento fondamentale per la stessa vita democratica», esemplifica il neoeletto presidente del Forum del Lazio Paolo Floris.
avvenire 21/01/2007
pl fornari