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TRE DOMANDE SULLA FAMIGLIA

TRE DOMANDE SULLA FAMIGLIA

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Durante la recente festa delle Famiglie Numerose del Lazio, abbiamo posto ad alcuni intervenuti tre domande:

1) Che cos’è la famiglia per Lei?
2) Oggi la famiglia è sufficientemente tutelata in Italia?
3) A chi spetta, tra Governo Centrale e Amministrazioni locali, il compito di intraprendere delle iniziative in favore della famiglia e quali potrebbero essere quelle di più immediata attuazione?

Ecco cosa ci hanno risposto la Dott.ssa Laura Marsilio, Assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, l’Onorevole Rocco Buttiglione, presidente dell’UDC, il professor Giuseppe Butturini, docente di storia della Chiesa all’Università di Padova e Vice Presidente dell’ANFN, ed il Professor Gianni Turina, Presidente del Consiglio Comunale di Rieti.

Assessore Laura MARSILIO:
1) E’ il nucleo fondamentale della nostra società: per questo deve essere sempre più il riferimento delle pubbliche istituzioni (sicuramente più di quanto non lo siano state finora): perché costruire una famiglia e fare dei figli, oggi è sempre più una atto di eroismo. Ed in questo sono di grande aiuto le associazioni come la vostra che possono suggerire azioni, dare indicazioni rispetto alle politiche di programmazione (ad esempio in materia di politiche scolastiche o sociali, ma non solo) soprattutto per quanto riguarda i criteri di accesso ai servizi. Anche perché spesso la politica pone più attenzione alle categorie che si sanno maggiormente imporre, e le famiglie sicuramente non hanno i mezzi per evidenziare con efficacia le loro necessità: per questo sarebbe giusto che le istituzioni si facessero carico di questa sensibilità.
2) Non ancora in maniera sufficiente: per questo è necessario mettere in piedi un percorso che faciliti la formazione delle famiglie: anche perché spesso c’è difficoltà ad accettare la sfida per “mettere su famiglia”a causa dei forti messaggi culturali che scoraggiano in giovani. E’ necessario quindi operare su più livelli: sia culturale ed educativo che di azione amministrativa locale e nazionale per vincere questa sfida e ridare alla famiglia il ruolo che le compete.
3) Si deve lavorare su entrambi i fronti: attualmente, però, gli interventi in favore della famiglia sono maggiormente delegati agli enti locali. Io sono del parere che ci debbano essere maggiori norme a carattere nazionale: ad esempio l’asilo nido non può essere un servizio a domanda individuale organizzato sulla base alle risorse che ciascuna amministrazione decide di destinare: è necessario prevedere una legislazione che favorisca un servizio “zero sei”, cioè asilo nido e scuola materna, perché le famiglie ne hanno diritto, a prescindere dalle condizioni economiche e quindi dalle graduatorie. È anacronistico, infatti, che questi servizi siano ancora legati a criteri di accesso.

Onorevole Rocco BUTTIGLIONE:
1) La famiglia è un uomo e una donna che si uniscono per aprirsi alla vita. E con questo atto “collaborano” con il Creatore per far sì che il miracolo della vita si rinnovi, ma non per il proprio interesse ma per quello collettivo.
2) No, affatto. Basti pensare ai continui messaggi con cui in modo particolare i giovani sono bombardati quotidianamente che presentano la famiglia come un luogo di privazioni e, spesso, di violenze. E poi anche lo Stato fa la sua parte: oggi chi crea una famiglia e mette al mondo dei figli, soprattutto se numerosi, viene punito anziché sostenuto. Dal punto di vista fiscale, infatti, con un reddito di 40.000 euro si può essere “quasi ricchi” o “quasi poveri” a seconda se quel reddito deve mantenere 1 sola persona o una intera famiglia (se poi questa è anche numerosa allora si è decisamente poveri). Bene; quei 40.000 euro sono tassati alla stessa maniera e questa è una profonda ingiustizia. Sarebbe opportuno che quel reddito venisse tassato tenendo conto delle persone che con esso vivono.
3) Sicuramente sarebbero necessari interventi di carattere nazionale, anche per evitare diseguaglianze tra regione e regione. Ed un intervento da porre in essere con urgenza è quello degli assegni familiari da adeguare alle mutate esigenze odierne: non si possono sospendere gli assegni familiari proprio quando i figli “pesano” maggiormente sulla famiglia, soprattutto quelli che sono ancora impegnati negli studi. Un altro intervento ce lo suggerisce invece il programma elettorale della Cancelliera Merkel: per quelle famiglie che intendono tenersi a casa i bambini piccoli e quindi non usufruiscono dell’asilo nido, gli venga corrisposta una indennità mensile fissa pari a 400 euro, che comunque è sempre ben al di sotto di quanto quel bambino, usufruendo della struttura pubblica, costerebbe allo Stato.

Professor Giuseppe BUTTURINI:
1) E’ il sogno di Dio. L’uomo si è ritrovato quando ha incontrato la donna: Adamo ha scoperto di essere uomo quando gli è stata messa accanto Eva. E poi quando sono arrivati i figli. La famiglia fa parte del sogno di Dio: è il luogo dove ci si vuol bene e dove si scopre di poter voler bene agli altri, sperimentandone anche modi sconosciuti. Quando un uomo e una donna si uniscono, lì avviene una “Epifania”, cioè una manifestazione dell’amore di Dio per l’umanità, come dice San Paolo parlando del matrimonio. L’amore che Dio ha per l’umanità ha un volto che è quello di Cristo, volto che risplende in maniera completa nella famiglia.
2) Se dovessimo analizzare le tutele che la legge italiana ed il mondo politico parlamentare riservano alla famiglia, dovremmo dire che la legge italiana ed il mondo politico parlamentare sono anticostituzionali, sono fuori dalla Costituzione. Ma siccome compito della famiglia è essere protagonista, per esserlo in maniera efficace deve passare umilmente attraverso una porta stretta; e questa porta stretta è l’associazionismo, necessario a dare voce a tante famiglie che aspettano di vedere finalmente tutelati i loro diritti.
3) Ci sono due tipi di azione che lo Stato potrebbe intraprendere: la prima di metodo e la seconda di contenuto. Di metodo: attraverso le forme che il governo conosce, chiami le famiglie, le associazioni familiari, il Forum delle famiglie al tavolo della concertazione, insieme ai sindacati: non si può fare una politica sociale, infatti, prescindendo dalla famiglia. Di contenuto: la legge dovrebbe cominciare lentamente a fare giustizia: almeno ad equiparare (faccio una battuta) i diritti dei cagnolini a quelli dei figli: si consideri, infatti, che le spese che si sostengono per i cagnolini possono essere dedotte dalla denuncia dei redditi, quelle sostenute per mantenere i figli non possono essere dedotte. La cosa più semplice sarebbe comunque che il Governo stabilisse che il costo per mantenere i propri figli non sia tassato, se non altro per adeguarsi a quanto la stessa Costituzione prevede agli art. 53 e 29, 30 e 31.

Professor Gianni TURINA:
1) La famiglia innanzitutto non può non essere costituita che da un padre e da una madre rifiutando qualsiasi altro modello che rappresenta solo una forma di egoismo umano non finalizzato all’amore per i figli. Rappresenta la cellula fondamentale di una società e in essa si determinano valori, principi, regole e modelli da porre come riferimenti per una società presente e futura attraverso l’esempio di genitori legati da un vincolo di amore e di rispetto reciproco.
2) La tutela della famiglia non è mai abbastanza e in Italia rispetto a molti paese del mondo l’attenzione verso la famiglia si è andata comunque accentuando sempre più, anche attraverso una sensibilizzazione della classe politica ed una maggiore consapevolezza del suo ruolo fondamentale.
3) Al Governo centrale spetta il compito di impostare una politica sociale che veda al centro la famiglia e conseguentemente legiferare per la tutela e la salvaguardia del buon equilibrio interno costituito dai valori e dall’aspetto economico facendo in modo che tutti abbiano i necessari mezzi economici per soddisfare le esigenze di una vita condotta con dignità.
Alle Amministrazioni locali il compito di monitorare continuamente l’evolversi delle problematiche sociali intervenendo, in sinergia con altre strutture, per la soluzione di situazioni contingenti a fornendo servizi di assistenza continua.
In modo particolare incentivare il processo educativo e promuovere e favorire i processi di sviluppo economico atti a garantire stabilità economica all’interno dei nuclei famigliari dando loro quella serenità necessaria per condurre una dignitosa formazione di figli.
Le iniziative di più immediata attuazione potrebbero esse quelle, utilizzando vari strumenti, che forniscono servizi di vario genere da poter essere economicamente fruibili anche attraverso di un riforma fiscale che ponga al centro dell’attenzione l’intero nucleo famigliare e non il singolo componente.