Accesso negato a «The Human Body Exhibition», esibizione sponsorizzata da Comune, Provincia e Regione
«Nel mondo dei bambini tutti i quadri sono appesi troppo in alto», scrisse lo scrittore Stig Dagerman. Parole d’oro. Tanto più se ci si mette pure l’ottusità burocratica di chi organizza le mostre. Vietando di fatto l’accesso ai piccoli col divieto più assurdo del mondo: il divieto di passeggino.
Sono anni che a dispetto delle chiacchiere e dei «family day», come ha denunciato Don Antonio Sciortino, «sulla famiglia tutti i governi, di destra, di sinistra e di centro, finora hanno sempre fallito». Anni che, per citare ancora il direttore di «Famiglia Cristiana», pare quasi che la società voglia «farla pagare cara» a chi ha deciso di fare dei figli. Anche là dove dovrebbero, almeno in teoria, dominare la cultura e l’intelligenza.Prendete una delle mostre più visitate degli ultimi anni, «The Human Body Exhibition», che anche al Palaolimpico di Torino ha avuto tanto successo in queste settimane da essere prorogata fino al 5 maggio. Le persone che in tutto il mondo hanno visto la mostra che offre una affascinante «visione tridimensionale degli apparati del corpo umano, dalla pelle alle ossa, dalla testa alle dita dei piedi, con l’obiettivo di aiutarci ad essere più consapevoli in tema di salute e stile di vita» sono state venti milioni: due milioni e mezzo a New York, trecentomila ad Amsterdam, duecentosettantamila a Barcellona… Un trionfo.
«Sorprendenti fotografie e filmati informativi rendono straordinaria l’esperienza del visitatore», spiega il sito web della «Human Body» precisando che «i contenuti informativi dell’intera Mostra sono studiati per i visitatori di qualsiasi età e livello di istruzione, dalla scuola primaria alla facoltà di medicina». E assicura: «Un’esperienza di grande successo internazionale per tutta la famiglia». Grandi e piccini.
Purché, si capisce, papà e mamma accettino la loro «colpa» e se ne facciano carico. In senso letterale. Si mettano cioè i bambini in groppa o li accompagnino per la manina smettendo eventualmente di completare il giro appena i figlioletti si stancano e, come tutti i bimbi del mondo (orrore!) si mettono a piangere.
In fondo in fondo in fondo alla pagina con le informazioni sugli orari e la biglietteria del sito internet, c’è infatti la seguente regoletta: nella mostra è vietato «introdurre passeggini e carrozzine (potranno essere lasciati in custodia all’ingresso della mostra)». Un divieto insensato che, a due genitori che giustamente protestavano, è stato sgarbatamente spiegato così: «In nessun museo europeo può entrare un passeggino!»
Una piccola menzogna ridicola. Ne citiamo uno? Gli Uffizi, uno dei più importanti musei del pianeta, dove il direttore Antonio Natali si dice ovviamente fiero di essere «pieno di famigliole che, grazie a Dio, girano con il passeggino». Un altro? La Galleria Nazionale d’arte antica di palazzo Barberini a Roma. Un altro ancora? La Reggia di caccia dei Savoia a Venaria reale, dove tra sabato e domenica di Pasqua sono passati 21.732 visitatori in due giorni.
Quanto al resto dell’Europa tirato in ballo dagli improvvidi addetti torinesi, basti citare il Louvre. Nel più grande museo del mondo, visitato nel 2012 da oltre 8.800.000 persone, con entrate proprie più alte di tutti i musei, tutte le residenze storiche, tutti i siti archeologici italiani messi insieme, l’ administrateur général adjoint , l’italiana Claudia Ferrazzi, spiega: «Non solo i papà e le mamme con i passeggini e le carrozzine sono i benvenuti ma da noi (e avendo io stessa due bambine piccole so cosa significa) abbiamo un certo numero di passeggini e carrozzine da dare in prestito ai genitori che sono senza». E potremmo andare avanti, con l’elenco dei musei aperti verso i bambini, per pagine e pagine. Non è solo una questione di garbo. La mostra «The Human Body Exhibition», così bella e interessante da non meritare una regoletta così sciocca, è sponsorizzata dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione Piemonte. Cioè tre istituzioni pubbliche che hanno la loro stella polare nella Costituzione italiana. Dove sta scritto che la Repubblica, per quanto sia sempre più un paese per vecchi, non solo «riconosce i diritti della famiglia» ma «protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù». Passeggini compresi.
Gian Antonio Stella