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Vivere in otto ed essere felici

Vivere in otto ed essere felici

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Igor e Chiara hanno sei figli, di cui tre adottivi

“I bambini non sono un costo, ma una ricchezza”. E allora Igor e Chiara De Bonis sono molto ricchi, perché di figli ne hanno 6, di cui 3 adottivi. E non sono esclusi altri arrivi. Igor e Chiara non sono due super-eroi, ma due lavoratori come tanti.
Operatore socio-sanitario di 39 anni lui, cancelliera 36enne presso il giudice di pace lei.
Nella loro casa di via del Parco la noia non esiste. Douglas, Sara, Jonathan e Isabel giocano come tutti i bimbi del mondo, i gemelli Pietro e Agnese invece, di appena tre mesi, si limitano a frignare per reclamare la poppata post-sonnellino.
La bella storia della famiglia De Bonis inizia nel 2004. Dopo due anni di matrimonio senza figli, decidono di adottarne uno.
“Abbiamo fatto richiesta e nel 2006 è stata accolta. Siamo stati per due mesi in Bolivia, a La Paz, per conoscere Douglas, nato nel maggio 2004. Nel dicembre 2006 è arrivato a Bolzano e si è trovato subito bene, ha imparato in fretta l’italiano, poi ha frequentato l’asilo tedesco e oggi impara l’inglese alle Marcelline”.
Un figlio però è poco, e in attesa di una gravidanza Chiara e Igor rifanno l’iter presso il Tribunale dei minori.
“Ne volevamo adottare uno più grande, anche con problematiche fisiche e allora tramite l’Aibi ci hanno proposto una bambina in Kosovo. Mentre aspettavamo ci hanno segnalato, essendo noi anche famiglia affidataria, il piccolo Jonathan affetto da sindrome di Down. Non essendo possibile chiedere due adozioni contemporaneamente, abbiamo preso Jonathan in affido nel settembre del 2008, all’età di un anno. Poi comunque nel 2010 l’abbiamo adottato”.
Torniamo a Sara e alla sua situazione difficile.
“Sara è nata a Pristina nel febbraio del 2006. Bisogna dire che il Kossovo non consente adozioni, tranne nei casi di bambini che non possono essere curati sul posto. Sara era affetta da displasia a entrambe le gambe e quando siamo andati a trovarla, nel marzo del 2009, zoppicava vistosamente e non c’erano neanche certezze che potesse guarire vista l’età avanzata. Aveva anche il labbro leporino, che oggi è praticamente scomparso, ma la cosa grave è che aveva un ritardo importante che non era stato segnalato all’Aibi. Abbiamo dovuto ricorrere al sostegno dei loro psicologi per affrontare questa situazione imprevista”.
Un imprevisto che però non vi ha bloccato.
“Le condizioni del centro dove viveva Sara erano pessime, ci siamo detti che non potevamo lasciarla lì. Nell’aprile del 2009 l’abbiamo portata al “Rizzoli” di Bologna. Prima è stata un mese immobile a letto in trazione, poi è stata operata due volte e ha dovuto portare per 9 mesi complessivi un gesso che le immobilizzava busto e gambe. Ha sofferto tanto ma oggi per fortuna sta bene”.
Durante il soggiorno a Pristina intanto Chiara “sente” qualcosa di strano…
“Mentre eravamo in Kosovo mi sono accorta di essere incinta, una bella sorpresa del tutto inattesa. Dopo la nascita di Isabel, nell’ottobre 2009, ci siamo ritrovati nel giro di un anno ad avere da uno a 4 figli!”
Avreste potuto dire basta, e invece…
“Abbiamo deciso di volerne altri perché ci piacciono le famiglie numerose, e nel dicembre del 2012 sono nati Pietro e Agnese. Non sappiamo se ne avremo altri, all’eccesso d’amore non c’è mai fine”.
Qual è il segreto per crescere 6 figli di questi tempi, oltretutto affrontando tanti viaggi, peripezie e sofferenze?
“La cosa importante è la serenità. Non bisogna aver paura dei medici, delle malattie, del futuro. Bisogna amare tanto e avere fede. E a tutte le coppie, con figli o senza, diciamo con convinzione: adottate o prendete in affido un bambino. I bambini non sono un costo ma una ricchezza”.

(Fonte: Taxi, marzo 2013)