• it
«Tesoretto, alle famiglie soltanto le briciole»

«Tesoretto, alle famiglie soltanto le briciole»

21 views
Condividi

L’accusa del Forum sulla ripartizione dell’extragettito fiscale: «Altro che i 2/3 che erano stati promessi dal presidente Prodi» Barbaro: «Clamorosamente smentiti gli annunci del governo alla Conferenza nazionale di Firenze». Soave: «Neanche consultati per il Dpef. Apprese dai giornali le misure adottate»

Da Roma Pier Luigi Fornari, Avvenire del 5/8

Solo poche briciole, quasi niente alle famiglie. Il Forum delle Associazioni familiari per bocca del suo vicepresidente Giuseppe Barbaro torna a criticare la ripartizione fatta dal governo dell’extragettito fiscale, il cosiddetto “tesoretto”. «Le promesse fatte dal presidente Prodi nel corso della Conferenza nazionale della famiglia – ha ammonito qualche giorno fa un comunicato – sono state clamorosamente smentite: larga parte del tesoretto – due terzi nelle parole di Prodi – sarebbe dovuto tornare alle famiglie sotto forma di politiche familiari». Invece continuava il comunicato «di quei miliardi di euro solo poche briciole vanno alle famiglie». «Attraverso uno strumento più volte criticato dalle famiglie stesse, il bonus bebé – osserva Giuseppe Barbaro -, del quale peraltro abbiamo avuto notizia solo dai giornali».
«Se si vanno a confrontare le cifre – aggiunge l’altro vicepresidente, Paola Soave -, le scelte del governo sono ancora più avvilenti: per le pensioni quasi un miliardo di euro per quest’anno, uno e mezzo per il 2008. Un miliardo circa in tre anni per estendere il cuneo fiscale alle assicurazioni e alle banche. Per non parlare di trasporti, e poste… E alle famiglie? Solo 40 milioni per il bonus bebè, come è stato scritto dai giornali, un provvedimento comunque discutibile e non strutturale».
«Non ci fu solo Prodi a Firenze a promettere i due terzi, ma anche la Bindi aveva assicurato che la maggior parte del tesoretto sarebbe andato alla famiglia», insiste la Soave, sottolineando che per la scuola ci sono 180 milioni, «ma niente che riguardi la parità o la funzione della famiglia. Sono fondi destinati alle supplenze brevi del personale scolastico».
Dunque le promesse a favore della famiglia fatte a Firenze? «A meno che non si intenda per famiglia qualcosa di talmente generico – continua Barbaro – per cui ogni intervento in qualche modo la riguarda. Un esempio? A Firenze, il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa sostenne che anche la riduzione del debito era una politica che aiuta le famiglie. Certo va bene che siano aumentate le pensioni minime, anche se si tratta di un aumento così modesto, ed ad usufruirne è una platea così piccola. Comunque non si tratta di politica familiare, che non va confusa con la lotta alla povertà, o con interventi assistenziali, ma deve essere distintiva e promozionale».
Il Forum lamenta soprattutto di non essere stato consultato prima della presentazione del Dpef. «È la prima volta che accade in sette anni – constata la Soave -. Tutte le misure adottate le abbiamo apprese per la prima volta dai giornali. Alle nostre lettere inviate ai dirigenti di tutti i partiti per avviare un confronto sulla politica familiare hanno risposto solo Udc e Idv. Sorge il dubbio che si voglia censurare la realtà di quel milione di persone radunate in Piazza San Giovanni per chiedere una vera politica familiare. Comunque non demordiamo e chiediamo un incontro con il Padoa-Schioppa prima della Finanziaria».
Ma il ministro delle Politiche per la Famiglia, Rosy Bindi, a proposito del Dpef ha osservato che il VI capitolo indica tutte le priorità emerse da Firenze. E proprio in questi giorni ha annunciato un investimento complessivo di 634 milioni di euro per nuovi posti negli asili nido, e interventi per riqualificare i consultori, formare le badanti, ed aiutare le famiglie numerose.
«Va bene che si intervenga sulle tariffe (ma ancora è solo un esperimento che riguarda unicamente le famiglie con più di quattro figli), per gli asili nido, per l’occupazione femminile – aggiunge Barbaro -, il problema, però, è che le vere politiche familiari sono strutturali. Finché chi ha figli paga sostanzialmente le stesse tasse di chi non li ha, e non può esercitare una vera libertà di scelta educativa, ai danni della famiglia permane una situazione di pesante ingiustizia».
«Quei finanziamenti annunciati anche per gli asili nido in parte erano già stanziati in Finanziaria – concorda la Soave – e in parte vengono dalle regioni e poi le vere priorità restano fisco e scuola. Poi per quanto riguarda l’Ici il problema è commisurare l’imposizione al minimo vitale abitabile per ogni componente».