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Politiche pro natalità e famiglia: quale ruolo per i comuni? La proposta...

Politiche pro natalità e famiglia: quale ruolo per i comuni? La proposta di Anfn

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Di seguito il testo dell’intervento di Paolo Puglisi, in occasione dell’incontro che si è tenuto lo scorso 15 dicembre a Pisa con il tema “Politiche pro natalità e famiglia: quale ruolo per i comuni?”

Buongiorno, mi presento, sono Paolo Puglisi, con mia moglie siamo stati la prima famiglia associata in Anfn, l’associazione nazionale famiglie numerose della provincia di Pisa, abbiamo 4 figli e viviamo a San Giuliano Terme.
Associazione nata a Brescia nel 2004 e presente su tutto il territorio italiano.
Facciamo parte del consiglio nazionale. In Anfn mi occupo normalmente di faccende amministrative e tecniche (segreteria, tesoreria e informatica).
Non sono quindi tra quelli che normalmente va a parlare con le amministrazioni o le istituzioni siano esse locali o a livello nazionale, ma oggi molto volentieri farò uno strappo e vi darò uno spaccato di quello che è il Network dei comuni amici della Famiglia, come è nato, ma soprattutto perchè vale la pena aderirvi.
Vedremo la differenza tra adesione al “Network dei comuni amici della famiglia” ed essere comune certificato “Amico della famiglia”.
Ma facciamo prima un po’ di storia. Innanzitutto: “cosa centra in tutto questo l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose”?
Intanto l’associazione ha tra i suoi mandati statutari quello di “Fare Politica”. Nella carta dei valori troviamo tra i compiti che si è data:
“Promuovere adeguate politiche familiari che tutelino e sostengano le funzioni della famiglia e dei suoi diritti, come riconoscimento del ruolo sociale, educativo e formativo che la famiglia svolge per la società.”
E’ proprio all’interno di questo solco che nasce tutto. Nel 2010 l’associazione organizza l’incontro nazionale dei propri coordinatori in Trentino. Le nostre famiglie provenienti da tutta Italia trovano nelle strutture che le ospitano: lettini con sbarre, scalda biberon, passeggini, menù per bambini, fasciatoi, seggiolini da tavolo, tavoli degli angoli smussati, posate di plastica, angoli dei giochi nei ristoranti.
Nei musei laboratori didattici e percorsi tattili, bagni con i servizi ad altezza e dimensione anche per i bambini.
Talvolta bastano poche attenzioni per rendere una città a misura di famiglia.
La provincia di Trento aveva istituito l’Agenzia Provinciale della Famiglia (oggi
Agenzia per la coesione sociale, la famiglia e la natalità) con l’obiettivo di fare in
modo che nei comuni venissero promosse politiche familiari per il benessere delle famiglie, con l’obbiettivo di spostare il focus da politiche di intervento sociale per situazioni emergenziali a politiche strutturali e sussidiarietà per il benessere familiare con piani strategici a lungo termine. Le famiglie, non più come soggetti destinatarie di misure assistenzialistiche ma risorsa vitale e produttiva delle comunità.

Le belle cose nascono molto spesso dalla caparbietà di singoli.
Furono Mauro e Filomena Ledda, sposi dal 1994, genitori di quattro figli, provenienti da Alghero, impegnati pienamente in Anfn ad innamorarsi follemente di questa esperienza. Capirono che con il modello Trento si stava inaugurando un paradigma innovativo che guardava finalmente alla famiglia come soggetto dinamico, propositivo e propulsivo nella crescita del benessere territoriale e sociale. La famiglia valore per la comunità! Non la famiglia da intendersi come costo per la comunità, ma, piuttosto, come risorsa. Non problema ma soluzione. Esattamente quello che Anfn pensava fin dalla sua nascita, esattamente quello che le nostre famiglie stavano cercando.
Con questo orizzonte difronte, Mauro e Filomena entrano in contatto con Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la famiglia della provincia autonoma di Trento e intraprendono una visita di due giorni per approfondire i processi trentini in materia di Politiche familiari. Furono due giorni intensi nei quali toccarono con mano le eccellenze di un territorio che ha creduto fortemente nella centralità della famiglia divenendo pioniere e terra di sperimentazione di processi innovativi in tema di benessere familiare.

A questo punto sorgeva spontanea la domanda: “Andare a vivere in Trentino con i 4 figli o spendersi perché questi processi virtuosi potessero attecchire nella loro bellissima terra Sarda?“
Durante la campagna elettorale delle votazioni amministrative ad Alghero Anfn propone a tutti i candidati a sindaco di sottoscrivere un Manifesto di 10 punti nei quali si suggerivano proposte concrete di politiche a favore delle famiglie.
Tra queste: importare il modello Trentino e dare vita a un Ufficio per le politiche familiari.
Appena eletto il nuovo sindaco fu di parola. E decise di recarsi in viaggio a Trento per approfondire il modello. Fu conquistato da quella visita, firmò un accordo con L’Agenzia e con Anfn e da lì è nato tutto.
Alghero si è dotata di un Ufficio per le politiche familiari affidato in convenzione proprio all’Associazione. Un prezioso esempio di sussidiarietà applicata, attraverso il quale l’associazionismo familiare svolge un duplice ruolo: da un lato partner progettuale e stimolatore di processi innovativi, dall’altro partner operativo nella loro attuazione concreta. Processo che ha portato nel 2017 il Comune di Alghero a ottenere, primo al di fuori dei territori trentini, la certificazione di “Comune amico della famiglia”.

Inizia il tam-tam all’interno della Associazione Famiglie Numerose, che si fa promotrice presso le amministrazioni di molti comuni in Italia. Date le manifestazioni di interesse raccolte si decide di fondare il Network Comuni Amici della Famiglia con l’intento di diffondere sull’intero territorio nazionale una cultura promozionale a sostegno del benessere della famiglia con l’obiettivo di creare una rete di collaborazione e mutuo supporto tra le amministrazioni comunali nell’implementare politiche innovative in ambito pubblico.
Per creare la rete viene firmato un protocollo Volontario di Area tra:

• Provincia di Trento: Certificatore e accompagnatore nel processo.
• Comune di Alghero: Comune e amministrazione capofila.
• Anfn: con il compito di contagiare e sensibilizzare le municipalità.

Aderire al Network non vuol dire intraprendere obbligatoriamente il processo di certificazione per diventare “Comune Amico della Famiglia”.
Tanto è vero che oggi sono ben 180 i comuni aderenti al “Network”. Di questi sono un po’ più un terzo, 64 i comuni che hanno chiesto ed ottenuto la certificazione.
Dei 180 Comuni aderenti ben 130 sono entrati nel Network pungolati dalle famiglie volontarie di Anfn.
Aderire al network significa entrare a far parte di un processo culturale di avvicinamento, di sensibilizzazione e di riorientamento delle attività delle istituzioni comunali ai bisogni e al benessere delle famiglie per una cultura promozionale e non socio-assistenziale della famiglia.

La rete è un moltiplicatore di risorse e di scambi di informazioni esperienze, idee e di mutuo sostegno. Consente di conoscere e sperimentare nuove politiche, nuovi modelli organizzativi e di welfare.
L’adesione al network consente:

  • l’accesso e la visibilità su sito dell’Agenzia per la coesione sociale;
  • di acquisire materiali e informazioni e conoscere le buone pratiche dei comuni family friendly;
  • di ricevere la newsletter periodica di informazioni;
  • l’accesso alla piattaforma di formazione a distanza;
  • di accedere al sito Estate Family per la promozione delle iniziative per bambini e giovani;
  • di ottenere la licenza per l’utilizzo del marchio “Network Family in Italia”.Anfn è in grado di dare pieno supporto per il percorso di adesione.Parliamo invece del processo di certificazione a Comune Amico della Famiglia.

    La certificazione è un percorso volontario e più articolato rispetto alla sola adesione al Network. Riguarda tutta la giunta e non un assessorato. E’ un percorso ben definito, volto a valorizzare le politiche attuate per il benessere e l’incremento dei livelli di qualità della vita delle famiglie. La certificazione comporta disegnare questo percorso, definirlo e sottoporlo al vaglio dell’ente certificatore sia nei suoi passaggi iniziali che nella sua successiva attuazione.

    Comporta dei passi e azioni concrete. Tra cui: La mappatura degli interventi esistenti, la verifica dei piani programmatici esistenti per poi passare alla produzione del piano biennale di azioni in materia di politiche familiari.

    Il Board del Network può dare supporto tecnico nel sistematizzare e ordinare quanto già si fa nella amministrazione, aiutare a verificare come questo possa essere migliorato e cosa possa essere fatto di nuovo. È in questa fase che si fanno le scoperte più belle, di provvedimenti in essere non di rado sconosciuti tra un assessorato e l’altro, che potrebbero già essere migliorati con interventi integrativi.

Avviare il processo di certificazione porta al naturale coinvolgimento di tutte le realtà sul territorio che lavorano “con” e “per” la famiglia: dallo sport, alla musica, alla cultura, etc, etc.
L’esperienza ci dice che l’ufficio per le politiche familiari che è importante che sia creato, aiuta a mantenere coesa questa rete territoriale.
Come visto dai numeri sono oramai un numero significativo i comuni che hanno ottenuto la certificazione o hanno aderito al Network (tra questi proprio in questi giorni il comune di Bologna).

Dal 2018 il Network comuni amici della famiglia ha esteso la sua rete e la provincia autonoma di Trento ha firmato in Polonia un accordo con l’Elfac (European Large Family Confederation) fondando il Network Europeo con l’obiettivo di diffondere in Europa una cultura del benessere familiare tramite lo standard del “Comune Amico della Famiglia” sulla base dell’esperienza già sviluppata in Italia e in particolare in Trentino.
La conclusione di questa rapida carrellata non può che essere una domanda, ovvia e scontata: A quando l’adesione del comune di Pisa nel Network dei comuni amici della Famiglia?