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Paradosso assegno unico: le famiglie ci perdono

Paradosso assegno unico: le famiglie ci perdono

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L’associazionismo familiare si appella al governo: non solo nessuno ci rimetta, ma anzi tutti ci guadagnin

«Non è il momento di prendere soldi, ma di darli». Così aveva detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a proposito delle riforme in atto. A meno di due mesi dall’entrata in vigore prevista dell’assegno unico universale, le famiglie italiane auspicano quindi che alle parole seguano i fatti. Anzi, quello dell’associazionismo familiare non è soltanto un auspicio, ma un appello lanciato ieri al governo attraverso una conferenza stampa svoltasi a Roma, a due passi da Palazzo Chigi. Presenti Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, Giulio Romani, segretario confederale nazionale della CISL, Mario Sberna, presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose, e il demografo Alessandro Rosina.

Che tutti ci guadagnino

Nell’attesa che la prossima settimana esca, da un Consiglio dei ministri, la proposta definitiva sull’assegno unico, le famiglie chiedono non solo che nessuno ci rimetta, ma che tutti ci guadagnino. Una richiesta, la loro, tutt’altro che superflua. Sberna ha infatti mostrato alcune simulazioni prodotte sulla base di buste paga di famiglie numerose dalle quali emerge che certi nuclei, nel conguaglio tra bonus attuali e assegno unico, finirebbero per perdere circa mille euro al mese. È dunque urgente e fondamentale che il governo fornisca garanzie concrete in questo senso. Non solo. È poi altrettanto urgente che l’esecutivo metta fine all’equazione per cui fare figli significa, per molti italiani, condannarsi all’indigenza. Lo stesso Sberna ha ricordato che il 20% delle famiglie numerose si trova in condizione di povertà assoluta.

L’allarme dell’Ocse

Le richieste dell’associazionismo familiare non costituiscono un mero interesse di parte, bensì un’istanza determinante per il futuro del Paese. Il prof. Rosina ha ricordato l’allarme lanciato dall’Ocse: se non cambia l’attuale tendenza demografica, tra qualche anno si avrà un rapporto di almeno una persona pensionata per ogni persona in età lavorativa. Per il sistema contributivo sarebbe uno scenario devastante. Ecco allora, ha sottolineato il docente, che bisogna fare dell’assegno unico lo strumento capace di invertire la rotta. «Le esperienze dei vari Paesi europei che hanno misure analoghe», ha aggiunto Rosina, «mostrano che attraverso un sostegno economico solido, con una parte universale adeguata, è possibile dare un impulso immediato alla natalità».

Famiglie e fisco

L’importanza della parte universale, cioè fissa, della misura è stata sottolineata anche da Romani: «C’è bisogno di trovare il giusto bilanciamento tra progressività e universalità della misura», ha detto. E ha poi aggiunto: «Attenzione ad includere il patrimonio per la definizione del beneficio perché si rischiano di penalizzare le classi medie», proprio le più colpite dalle crisi degli ultimi anni. Sulla stessa lunghezza d’onda Chiara Saraceno, co-coordinatrice di Alleanza per l’infanzia, assente all’ultimo alla conferenza, la quale chiede che la selettività della misura non sia troppo pronunciata a discapito dei ceti medi. Sul tema del fisco, Manfredonia ha chiesto che siano mantenute le detrazioni fiscali per le famiglie, «almeno finché non si proceda con una riforma strutturale dell’Irpef».

Occasione da non perdere

È dunque opportuno rafforzare questa misura prima che entri in vigore per farne quella svolta epocale ventilata. «L’assegno unico universale è una delle riforme più importanti del nostro Paese degli ultimi anni», ha detto De Palo. «Chiediamo che sia fatta bene. Per la prima volta tutto il Parlamento è schierato a favore di questa misura. E allora facciamola bene». Non resta che attendere la prossima settimana per avere una prima risposta dell’esecutivo.

 

Fonte: ifamnews.com di Federico Cenci