Più di 335.000 raccolte in poco meno di due mesi in 168 paesi della terra sono state consegnate il 10 dicembre all’Onu nel corso di una cerimonia per la celebrazione dei 60 anni della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
Le firme sono state raccolte su iniziativa dell’Istituto per le Politiche Familiari insieme a C-FAM (l’istituto cattolico della Famigia e dei Diritti Umani) per prevenire che l’ONU dichiarasse tra i diritti fondamentali dell’uomo anche il diritto di abortire.
Alla consegna delle firme erano presenti con Noelia Garcia, rappresentante della rete europea di associazioni familiari che sta raccogliendo firme per la petizione europea pro famiglia e provita,
Wendy Wright (Donne d’America), Pawel Wosicky,(della federazione polacca delle famiglie)
Beverly Rice ( United Families International) e Martha de Casco, membro del Parlamento dell’Honduras.
“E’ necessario garantire i diritti del bambino anche nel periodo prenatale, in modo che l’aborto stesso non venga considerato un diritto, ma la tragedia immane che rappresenta e che colpisce milioni di donne nel mondo, le quali restano per sempre segnate nel fisico e nella psiche come ormai ampiamente dimostrato dalle ricerche mediche” ha affermato Noelia García, che ha supportato la campagna condotta dalla C-FAM.
Una campagna nata per reagire alla raccolta di firme perché l’aborto venga considerato un diritto della donna, lanciata dal gruppo Marie Stopes Internation. Una petizione che ha raccolto solo qualche migliaia di firme.
