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ANFN: UNA FINANZIARIA CHE NON CONOSCE L’ITALIA

ANFN: UNA FINANZIARIA CHE NON CONOSCE L’ITALIA

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Cari genitori tutti e care famiglie numerose, rumorose e soprattutto generose.
La finanziaria di quest’anno si sta chiudendo con degli accenni a future politiche pro famiglia rimandando però di fatto la riforma strutturale tanto attesa da 60 anni a questa parte.
I segnali sono di grande attenzione, ma al momento sono solo segnali e sono timidi, anzi timidissimi.
Abbiamo un bonus, riservato ai dipendenti (quindi i lavoratori autonomi ne sono esclusi) che finisce col “premiare” il single con reddito di 15.000€, il quale, con un reddito mensile di poco meno di 1.000€, si ritroverà poco più di 16€ al mese in più, mentre la famiglia con 4 figli che rientra nei limiti reddituali previsti avrà diritto a 13,89€ mensili pro capite, portando la sua disponibilità mensile a 308,72€ pro capite, ancora al limite della povertà assoluta (vedi rapporto ISAE novembre 2008).
Se vogliamo leggerla in percentuale sembra un “successo”: il single avrà 1,6% in più, mentre la famiglia numerosa con 4 figli avrà un aumento percentuale di 4,92% e cioè 3 volte il singolo. Solo che il singolo ha un surplus che gli permette una pizza in più al mese mentre la famiglia numerosa non esce nemmeno dalla zona fame. Sono soldi che accogliamo ben felici ma solo il 15% delle nostre famiglie ne beneficerà, come rivela il sondaggio sul nostro sito.
La finanziaria prevede poi la carta sociale, riservata, oltre che ai sessantacinquenni con 6.000€ di ISEE, alle famiglie che hanno figli sotto i tre anni e un ISEE di 6000€. Se per i pensionati oltre i settantanni il tetto ISEE sale ai 7.000€, per le famiglie con un figlio sotto i tre anni il limite rimane di 6.000€.
Un altro intervento previsto è quello che riguarda le tariffe di elettricità e gas e che prevede, per poterne beneficiare, un limite di ISEE pari a 20.000€. Ma come verranno reperite le eventuali risorse per l’intervento?
“Nella eventualità che gli oneri eccedano le risorse di cui al precedente periodo, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas istituisce un’apposita componente tariffaria a carico dei titolari di utenze non domestiche volta ad alimentare un conto gestito dalla Cassa conguaglio settore elettrico e stabilisce le altre misure tecniche necessarie per l’attribuzione del beneficio.” (art.3 comma 9 decreto legge 185 29.11.08). Nella legge citata non è specificato se per utenze “non domestiche” si intendono quelle che superano i 3 kw o qualsiasi utenza con 4,5 kw e oltre, proprio quelle che le famiglie numerose sono normalmente costrette a utilizzare. Succederà come con il gas che, per finanziare le utenze disagiate, si prevede la possibilità ai comuni di caricare un 1% sulle bollette “sprecone” e noi sappiamo che l’attuale sistema tariffario ci considera spreconi.
E allora, ancora una volta, ingiustizia è fatta. Resta tanto lavoro da svolgere presso tutte le istituzioni per spiegare e rispiegare quali sono gli effetti di questi interventi e quali sono le riforme che le famiglie si attendono per vivere.
a.s.