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NIENTE FIGLI, SIAMO DONNE

NIENTE FIGLI, SIAMO DONNE

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Donna, a cosa non rinunceresti per fare carriera? Solo un quarto delle italiane non rinuncerebbe ai figli.
L’ideale, secondo il 46% (quindi meno della metà) delle intervistate nella ricerca Adecco pubblicata su Il Sole24Ore sarebbe conciliare vita familliare e lavoro. Ma per come siamo messi a tutt’oggi le donne che vogliono fare carriera sanno che devono pagare pegno: e 3 su 4 sono disposte a rinunciare alla maternità. Che ormai sembrerebbe un optional del nostro essere donne.
Un risultato che potremmo definire shock se non fosse che basta guardarsi attorno per vedere che ai figli si rinuncia molto facilmente. Il Dio LavoroeSuccesso è un mostro assetato di vite.
http://job24.ilsole24ore.com

4 maggio 2011
Indagine Adecco – Carriera o vita privata? Per le donne la scelta è obbligata. E tre su quattro rinuncerebbero alla maternità


Che cosa vogliono le lavoratrici italiane? Carriera e successo o famiglia e vita privata? La scelta troppo spesso pare ancora d’obbligo: su un campione di 2.580 lavoratrici intervistate nell’ambito di un’indagine di Adecco, alla domanda : “Nella vita cosa vuoi prima di tutto?”, il 42.8% dice di voler fare carriera e conciliare la vita familiare. In realtà, poche di loro riescono a farlo e molte in azienda devono accontentarsi di ruoli meno ai vertici a differenza degli uomini.
Secondo il 63.21% delle intervistate, infatti, sul lavoro primeggiano ancora i maschi, perché le donne spesso e volentieri devono rinunciare alla scalata al successo per la famiglia.

Chi sta investendo sulla professione e non vuole mettere da parte la carriera, è disposta a fare molte rinunce: solo il 27,46% delle lavoratrici alla domanda “A cosa non sei disponibile a rinunciare per il lavoro?” ha indicato i figli. Molto importanti la vita privata e di coppia, a cui non rinuncia il 43.15% del campione, e anche il tempo libero (15,69%).
L’11,16% delle donne intervistate, infine, rinuncerebbe a tutto per il successo sul lavoro.

A ritenere che i posti di comando nelle imprese italiane siano solo ancora una prerogativa maschile, non sono solo le donne.
La ricerca , che ha coinvolto anche 200 aziende su tutto il territorio, ha messo in evidenza che a pensarla così sono anche i referenti Hr uomini. Il 43%. alla domanda “Perché le donne ai vertici delle aziende sono così poche?” ha risposto checui le aziende italiane sono maschiliste. Solo il 23.16% ritiene che le colleghe che riescono ad accedere a ruoli di top management siano una minoranza perché preferiscono dedicarsi alla famiglia.

Nel 58,91% delle aziende che hanno preso parte all’indagine, le donne in posizioni manageriali (quadri e dirigenti) sono meno del 20% sul totale dei manager . Nel 24,81% dei casi le donne al potere sono fra il 20 e il 50% e soltanto nel 10,85 delle imprese il gentil sesso ricopre ruoli manageriali per oltre il 50%.

Nnostante tutto, però, l’ambizione di crescita professionale e la determinazione sono molto forti nelle donnne italiane: il 28.50% delle intervistate punta alla crescita e al successo professionale, il 27.12% dice desiderare un buono stipendio, mentre il 29.38% grazie ad un lavoro vuole costruirsi una vita indipendente.
Proprio la determinazione, d’altronde, dice il 46,20% del campione, è la caratteristica in cui le donne sono migliori degli uomini in ambito professionale. Seguono l’attenzione e il rispetto verso i colleghi (31,20%), la creatività (17,76%) e l’onestà.

Secondo i manger delle risorse umane invece, le donne peccano di eccessiva competitività (26,32%) e resistenza allo stress (21,80%). Ma (bontà loro) hanno buone opportunità di carriera nell’ambito del marketing e della comunicazione (43%) e delle risorse umane (24,30%) e dell’amministrazione e finanza (22,51%). E meno nel settore delle vendite (9,16%).