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L’emozione e la fede di una Famiglia Numerosa

L’emozione e la fede di una Famiglia Numerosa

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Di Sergio Nuvoli
Settimanale “Il Portico” – Arcidiocesi di Cagliari

Giuseppe Pusceddu e Giuseppina Urru nei giorni
scorsi hanno festeggiato
ad Ortacesus, dove vivono,
il dodicesimo anniversario di
matrimonio. Lei 38 anni, è di Senorbì
e fa la segretaria; lui è di Ortacesus,
è impiegato alla Marina
Militare e ha 46 anni.
Domenica scorsa all’offertorio
hanno portato sull’altare l’acqua e
il vino per la celebrazione. L’hanno
fatto con i loro cinque figli, ed il sesto
in arrivo: Sara, 11 anni, Alessandro,
10, Miriam Nicoletta di 7,
Maria Cristina Filomena, di 4 e la
piccola Carla Maria Faustina, di
due, che deve il suo nome al fatto di
essere nata il 2 aprile del 2006, nel
giorno del primo anniversario della
morte di Papa Woytjla.
“Durante l’offertorio abbiamo detto
al Pontefice – svela Giuseppina –
che il prossimo si chiamerà – a seconda
del sesso – Benedetto o Benedetta.
E’ previsto che nasca il 25
marzo, data importante per chi come
noi è devoto alla Madonna di
Bonaria”. Raccontano di aver ricevuto
la fede dalle loro famiglie, “mia
mamma Rosanella e mia madrina
Mariolina – dettaglia Giuseppina,
che fa anche la catechista – mi hanno
dato esempi altissimi.
I miei suoceri, poi, hanno accolto 10 figli.
Per me sono state importanti
anche le suore di Gesù eterno sacerdote,
che stanno a Senorbì”.
Il Portico li ha incontrati proprio
nel giorno del loro dodicesimo anniversario
di matrimonio.
<Come siete stati scelti per questo
momento
?

Mauro e Filomena Ledda, per conto
dell’Associazione Famiglie Numerose,
hanno chiesto un incontro
all’arcivescovo per chiedere di essere
coinvolti nei preparativi della
messa.
Pensavamo semplicemente
ad una buona postazione, ma
l’arcivescovo ha proposto che fosse
una famiglia numerosa a portare
alcuni doni all’offertorio.
Mauro
e Filomena hanno indicato noi
perché primi iscritti dell’associazione
in Sardegna.
Abbiamo poi
saputo della cosa dal nostro parroco,
don Pietro Mostallino.
Cosa è successo in quei momenti?
Sara e Alessandro tenevano le bottiglie
dell’acqua e continuamente
facevano cenno al Papa di prenderle,
mentre il protocollo prevedeva
che lui le toccasse soltanto,
ma i bambini erano così confusi
che non hanno capito nemmeno
che stava regalando loro un rosario.
Il Papa ha detto qualcosa?
Mi ha guardato – dice lei – con un
sorriso profondo, dopo aver accarezzato
i bambini, e mi ha detto
“brava”.
A quel punto gli ho detto
della nostra intenzione di chiamare
il nostro prossimo figlio con il
suo nome.
E, nonostante avessimo
passato gli ultimi giorni a spiegare
il gesto, Maria Cristina in quel
momento gli ha detto “E tu chi sei?”
Pensi che in casa nostra abbiamo
un quadro di Papa Ratzinger in
ogni stanza, ed in salotto la sua immagine
è dietro la Madonna di
Medjugorie.
E il Papa?

Per nulla stupito, le ha risposto “Io
sono il Papa”. E lei: “Ah!”
Come vivete la vostra fede?
Partecipiamo alla vita parrocchiale,
grazie ad un giovane parroco
molto zelante (don Pietro Mostallino,
ndr) che continua a trasmettere
una profonda fede mariana.
Miriam e Maria fanno parte delle
Figlie di Maria (un’aggregazione di
bambine sotto la protezione dell’Immacolata,
ndr) e Alessandro è
chierichetto. Ascoltiamo Radio
Maria e il suo direttore padre Livio
Fanzaga.
Signora, che effetto le ha fatto
l’appello alla difesa delle mamme
da parte del Papa?


Sono rimasta colpita perché lo ha
fatto davanti a due politici che possono
fare molto per la famiglia. C’è
sempre più egoismo: oggi non si
aiutano le famiglie, gli handicappati,
le mamme sole.
Cosa serve ad una mamma sola?

Prima di tutto l’appoggio morale,
specie se in difficoltà davanti alla
maternità. Una certa mentalità ha
ormai imposto il “figlio perfetto”:
chi decide di portare avanti una
gravidanza sapendo che non lo
sarà viene condannata. Grazie al
Papa che cerca di invertire questa
rotta e dare una scossa in questo
senso.
Come si fa ad essere mamma e a
non smettere di lavorare?


Guardi, ho capito che il Signore
manda un figlio, ma regala anche
due braccia in più che non si vedono:
ci sono momenti in cui non
so come faccio. Certo, ci sono gioie
e dolori, ma andiamo avanti fidandoci
di Gesù e di Maria.