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Le proposte Anfn per la legge di bilancio 2025: Interventi di carattere...

Le proposte Anfn per la legge di bilancio 2025: Interventi di carattere generale

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Parte 3: INTERVENTI DI CARATTERE GENERALE

Nel terzo articolo dei cinque articoli che illustrano le proposte dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose per la legge di Bilancio 2025, presenteremo gli interventi di carattere generale, rivolti quindi a tutte le famiglie con figli.

In Italia, il supporto economico alle famiglie con figli (indipendentemente dal numero), è regolato da tre fondamentali ambiti:

  • La fiscalità generale (quanto contribuisce ogni famiglia al funzionamento dello Stato)
  • L’AUU Assegno Unico Universale (quanto contribuisce lo Stato ai costi di mantenimento dei figli)
  • L’ISEE (con cui si determinano le tariffe e i contributi).

Allo stato attuale, tutti e tre gli ambiti presentano, rispetto ai principi di equità , di riconoscimento dei carichi familiari e di valorizzazione della natalità, delle grosse criticità.

Non solo: tutti e tre gli ambiti sono tra di loro strettamente interconnessi:

  • La fiscalità, a causa della introduzione dell’AUU, ha eliminato le detrazioni sui figli, per cui oggi non esistono di fatto strumenti che garantiscano l’equità orizzontale, ossia che consideri quante persone vivono sul reddito che viene tassato;
  • L’AUU viene calcolato utilizzando l’ISEE
  • L’ISEE a sua volta recepisce, per la determinazione delle tariffe e dei contributi, l’importo dell’AUU, mentre precedentemente le detrazioni non avevano effetto ai fini ISEE.

Sulla base di quanto sopra, per intervenire in maniera importante e soprattutto efficace per favorire le politiche familiari e di contrasto alla denatalità, è fondamentale intervenire contestualmente su tutti e tre gli ambiti con riforme tra loro collegate, in un disegno unico che garantisca un quadro completo di tutti gli interventi di carattere economico.

Il disegno unico (che potremmo chiamare SIFEN – Sostegno Integrato per le Famiglie e la Natalità) è volto a definire i seguenti interventi:

  • Introduzione nella fiscalità di strumenti (es.: detrazioni, deduzioni, no tax area, quoziente familiare) volti a riconoscere adeguatamente il peso dei carichi familiari;
  • Mantenimento e potenziamento dell’AUU per le fasce più deboli e per gli incapienti; ogni famiglia potrà decidere se utilizzare la fiscalità familiare, oppure gli AUU, come già avviene in Germania. Nella fattispecie, le fasce economicamente più svantaggiate usufruiranno dell’AUU potenziato; le fasce medio-basse, medie e medio alte potranno beneficiare della fiscalità familiare, in misura aggiuntiva rispetto agli AUU;
  • Parificazione dell’importo dell’AUU per i figli tra 18 e 21 anni (oggi dimezzati) ed estensione fino a 26 anni se a carico e iscritti a corsi di formazione universitaria o professionale;
  • Revisione totale dell’ISEE, da scindere in due strumenti separati:
  • Il ‘vecchio ISEE’, comunque da riformare per eliminare alcune anomalia che lo caratterizza, da utilizzare esclusivamente per le politiche assistenziali e di contrasto
    alla povertà;
  • Il ‘nuovo ISEE’, da utilizzare per le politiche familiari ma anche per altri ambiti, caratterizzato da una estrema modulabilità, in modo che l’ente che lo adotta può modificare le leve che sono alla base, adattandolo alle necessità e alle finalità dell’intervento.

Fisco a misura di famiglia

PREMESSA: l’assenza di detrazioni per i figli a carico fa sì che il nostro paese abbia il poco invidiabile primato di un fisco che non si attiene ad alcun principio di equità orizzontale.
La legge 1’ aprile 2021 n. 46, istitutiva dell’AUU, dispone “il graduale superamento o soppressione, nel quadro di una più ampia riforma del sistema fiscale, delle … detrazioni fiscali” e prevede inoltre che “il superamento graduale delle detrazioni fiscali per i figli a carico puntualizza però la gradualità dello stesso in attesa di una ampia riforma fiscale, indicando inoltre nel contempo la possibilità di supportare e sostenere le famiglie nell’accrescimento dei figli a carico anche attraverso lo strumento fiscale.

PROPOSTA: La soluzione  può essere rappresentata dalla introduzione di un quoziente familiare che assegni, per ogni figlio a carico, una no-tax area legata al costo di mantenimento dei figli, stabilita annualmente dall’ISTAT. Questa no-tax area va a incidere anche sul calcolo delle addizionali regionali e comunali, che oggi presentano una iniquità di fondo: a parità di reddito, un contribuente single paga le stesse addizionali di un contribuente con coniuge o figli a carico. In caso di incapienza, andrà previsto il rimborso dell’imposta negativa. Per una maggiore sostenibilità economica, l’intervento può essere alternativo ad un AUU rivisitato, così come avviene in Germania, dove le famiglie possono scegliere tra detrazioni fiscali per figli, oppure Assegno Unico

Limiti reddituali lordi per considerare i figli a carico dei genitori

PREMESSA: l’attuale normativa presenta una situazione molto distorta, in funzione dell’età anagrafica,  del limite di reddito lordo percepito per cui un figlio può essere considerato fiscalmente a carico dei genitori e nel dettaglio

Da 18 a 21 anni        € 8.000,00       (in ambito Assegno Unico) ovvero € 666,67 al mese

Da 21 a 24 anni        € 4.000,00       ovvero € 333,34 al mese

Oltre 24 anni            € 2.840,51       ovvero € 236,71 al mese

Si rappresenta che il limite di € 2.840,51 (€236,71/mese) è il frutto della conversione Lira/Euro ed è un limite fermo al 1998!

PROPOSTA: unificare la misura alla “ragionevole” quota di € 8.000 anno

PLATEA: Tutte le famiglie con figli 

ISEE

Vedi precedente articolo: Le proposte Anfn per la legge di bilancio 2025 – Isee

Assegno Unico

PREMESSA: Nel vecchio sistema gli ANF (assegni al nucleo familiare venivano estesi anche “i figli ed equiparati con più di 18 anni e meno di 21, se apprendisti o studenti, a condizione che nella famiglia vi siano almeno 4 figli di età minore di 26 anni compiuti.”. L’importo di tale assegno era equiparato a quelli degli altri componenti: nella sostanza, i figli fino a 21 anni prendevano lo stesso importo dei figli con meno di 18 anni. Con il passaggio all’assegno unico, da un lato c’è stata l’estensione del pagamento dell’assegno a tutti i figli fino a 21 anni (non solo a quelli delle famiglie numerose), ma l’importo è più che dimezzato rispetto alla fascia 0-18 (minimo 28,5 anziché 57, massimo 96,9 anziché 199,4).  Poiché vengono a cadere anche le vecchie detrazioni per figlio, il contributo per i figli delle famiglie numerose tra 18 e 21 anni è sensibilmente diminuito con il passaggio all’assegno unico. Il tutto in un contesto in cui i costi per sostenere un figlio maggiorenne che prosegue gli studi all’università sicuramente non diminuiscono, ma al contrario aumentano sensibilmente.

PROPOSTA:

1a) Limitatamente alle famiglie con tre e più figli, l’importo dell’assegno unico per la fascia 18-20 anni viene assimilata a quella per i figli minori;

1b) Estensione a tutti i figli della fascia 18-20 anni;

2a) Limitatamente alle famiglie con tre e più figli, estensione dell’assegno unico per la fascia da 21 fino a 25 anni compresi, se a carico e iscritti a corsi di formazione universitaria o professionale;

2b) Estensione a tutti i figli della fascia 21-25 anni, se a carico e iscritti a corsi di formazione universitaria o professionale.

a cura della Direzione Politica Anfn

 


Nel successivo articolo tratteremo il tema della Carta Famiglia.

Leggi gli altri articoli relativi a “Le proposte di Anfn per la legge di bilancio 2025:
Le proposte Anfn per la legge di bilancio 2025: Introduzione
Le proposte Anfn per la legge di bilancio 2025: Isee