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La Regione Umbria vara la prima legge regionale a favore della famiglia: un segnale importante per il contrasto al calo demografico

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La Regione Umbria ha compiuto un passo significativo approvando una legge regionale specificamente rivolta alla famiglia, la prima del suo genere in Italia. Si tratta di un intervento di portata storica, che segna un cambio di rotta deciso nelle politiche familiari, con l’obiettivo di contrastare il calo demografico e sostenere concretamente le famiglie umbre. L’Umbria, governata dal Centrodestra con la presidente Donatella Tesei, si allinea così alla regione Trentino-Alto Adige, storicamente all’avanguardia nelle politiche familiari, e lancia un segnale forte, dimostrando che il tema della famiglia può e deve essere affrontato anche con l’impiego di risorse economiche.
La nuova legge, intitolata “Integrazioni e modificazioni al testo unico Sanità e Servizi sociali” e meglio conosciuta come “Legge sulla Famiglia”, è frutto del lavoro dei consiglieri Fioroni (Lega), Pastorelli (FI), Peppucci, Carissimi, Rondini, Mancini, Nicchi (Lega), Pace (FdI) e Fora (Patto civico). Prevede uno stanziamento di 30 milioni di euro da distribuire nell’arco di tre anni, risorse che andranno a potenziare diversi settori del welfare legati alla famiglia, con particolare attenzione a giovani coppie, neonati, neomamme, anziani e giovani.
“Un grande regalo per le famiglie numerose non solo dell’ Umbria – commentano i coordinatori umbri dell’associazione Nazionale Famiglie Numerose, Vincenzo e Sarah Aquino -. La nostra associazione ha contribuito fattivamente per arrivare a questo grande risultato.
È stato un lungo lavoro di interlocuzione dove siamo riusciti ad ottenere nella legge tutte le nostre istanze.
Un ringraziamento speciale alla Consigliera Paola Fioroni prima firmataria della legge che ha ascoltato le associazioni e convintamente seguito e portato a termine l’iter della legge”.

Un piano di investimenti corposo per una piccola regione
Con i suoi 880.000 abitanti, l’Umbria mette in campo risorse ingenti. Lo stanziamento di 30 milioni di euro per un triennio rappresenta un intervento di grande rilievo in proporzione alla popolazione, toccando settori chiave come la natalità e il sostegno ai nuovi nuclei familiari. Uno degli obiettivi centrali della legge è, infatti, aumentare i fondi per le neomamme: solo nel 2024, saranno elargiti contributi di 1.200 euro per 1.716 bambini. Un’altra misura importante è il supporto per l’acquisto della prima casa destinato alle giovani coppie, per il quale saranno stanziati 1,8 milioni di euro solo nel 2024, con un rinnovo annuale previsto.
Ma la legge non si ferma qui. Tra i provvedimenti strutturali oltre al sostegno alle neomamme, si trovano la promozione di politiche di welfare aziendale e l’introduzione di strumenti di sostegno alla cura degli anziani, disabili e non autosufficienti, con un forte focus sul diritto di scegliere il proprio domicilio. Oltre a questi, sono previsti contributi per il diritto allo studio e per lo sport dei figli, nonché il sostegno alla genitorialità e alla maternità, mediante attività di orientamento, supporto psicologico e pratico, con particolare attenzione alle procedure di adozione e affidamento.

Il Dipartimento per la Famiglia: la novità più rilevante
Un’innovazione di grande importanza è l’istituzione del Dipartimento per la Famiglia, che avrà il compito di coordinare le azioni di tutti gli assessorati coinvolti. Il nuovo Dipartimento sarà un collettore per promuovere al meglio gli interventi previsti dalla legge, rendendo più efficace la gestione delle risorse destinate al welfare familiare. Questo organismo opererà anche in sinergia con la Giunta Regionale per la predisposizione del piano triennale necessario a implementare la legge.
La legge, approvata con i voti favorevoli di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia (19 voti),
e i contrari dell’opposizione di sinistra (5 voti), non è stata esente da critiche ideologiche. Il Partito Democratico, per esempio, ha cercato di inserire emendamenti per includere la “cultura del rispetto delle differenze” e la lotta agli stereotipi di genere tra le finalità della legge, ma tali proposte sono state respinte. Alcuni commentatori hanno interpretato queste proposte come tentativi di introdurre politiche legate alle questioni di genere e all’educazione alla sessualità, spesso considerate priorità dalle giunte di sinistra.

Il fattore famiglia: un nuovo criterio per misurare il benessere economico
Una delle innovazioni più discusse introdotte dalla legge umbra è l’introduzione del “fattore famiglia”, uno strumento che sarà sperimentato come integrazione all’Isee, l’indicatore attualmente utilizzato per determinare le condizioni economiche delle famiglie ai fini dell’accesso ai benefici sociali. Il fattore famiglia terrà conto non solo del reddito e delle proprietà, ma anche della composizione familiare, andando a valorizzare le famiglie numerose, che spesso non trovano adeguato riconoscimento nell’Isee. Questa misura rappresenta un passo avanti nel cercare di offrire un supporto più mirato alle famiglie che ne hanno più bisogno, un’innovazione che potrebbe fare scuola anche a livello nazionale.

Un esempio per il resto del Paese?
In attesa che il governo nazionale introduca nuove politiche per le famiglie, la legge umbra dimostra che anche a livello regionale si possono fare passi concreti per affrontare il calo demografico. Con risorse economiche sostanziali e una visione orientata al lungo termine, la Regione Umbria sta dando un segnale chiaro: investire sulla famiglia è possibile. Il successo di questa legge potrebbe diventare un modello replicabile in altre regioni d’Italia, dimostrando che la famiglia non è solo un peso da sostenere, ma un’opportunità per il futuro del Paese.