• it
La morte di Gheddafi in tv: la violenza spettacolo denunciata dal comitato...

La morte di Gheddafi in tv: la violenza spettacolo denunciata dal comitato tutela minori

21 views
Condividi

Dopo la liberalizzazione della bestemmia e della blasfemia www.avvenire.it, non si ferma la folle corse della televisione italiana verso il degrado, in totale disprezzo dei minori, della loro sensibilità, del loro sacrosanto diritto a essere tutelati e protetti, delle regole internazionali. Il comunicato stampa di Franco Mugerli, presidente dell’agenzia delegata a contrastare la prepotenza di certi mass media, ci dice tutta l’impotenza di un organismo di cui è assolutamente urgente una revisione decisa e strutturale, che possa garantire davvero il rispetto di regole accettate a parole ma non nei fatti anche se espressamente sancite in testi di legge nazionali e comunitari. A questo proposto la commissione Mass Media del Forum delle Associazioni familiari, con ANFN, ha allo studio un documento con precise richieste e proposte, a fronte di una situazione grave della massima urgenza.
Ringraziamo Franco Mugerli che, instancabile e quasi eroico, continua lucidamente a battersi per dare autorità al Comitato a tutela dei Minori e delle Famiglie italiane nella Jungla mediatica di casa nostra.

Comitato di applicazione
Codice di autoregolamentazione Media e Minori

COMUNICATO STAMPA


LA REITERATA RIPROPOSIZIONE TELEVISIVA DELLE IMMAGINI DI GHEDDAFI E DELLO SCEMPIO DEL SUO CADAVERE NON AGGIUNGE NULLA ALL’INFORMAZIONE E ALLA CRONACA MA DIVENTA SPETTACOLO E VA FERMATA. LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE DEL COMITATO MEDIA E MINORI A TUTTE LE EMITTENTI.

“La reiterata riproposizione televisiva delle immagini della morte di Gheddafi e dello scempio del suo cadavere, simbolo da schernire e da annientare, non aggiunge nulla all’informazione e alla cronaca ma diventa spettacolo e va fermata.” Franco Mugerli Presidente del Comitato Media e minori con una lettera aperta richiama tutte le emittenti sulla trasmissione di servizi informativi con immagini e parole particolarmente forti e impressionanti.

“Il doveroso ed ineludibile diritto di cronaca non può e non deve travalicare il limite del rispetto che va riconosciuto ad ogni persona umana, anche se feroce dittatore ed assassino. La memoria dei suoi crimini non può giustificare la rappresentazione brutale della sua morte e la sua insistente esposizione mediatica.”

Il Comitato ha più volte richiamato le Emittenti alle conseguenze della spettacolarizzazione della violenza e della morte. Se sembra premiante per l’audience, provoca assuefazione e indifferenza al male con effetti pericolosi e anestetizzanti nel tessuto culturale e sociale del nostro Paese.

In particolare, sottoscrivendo il Codice di autoregolamentazione Tv e minori, le Imprese televisive hanno riconosciuto che “il minore è un cittadino soggetto di diritti; egli ha perciò diritto a essere tutelato da trasmissioni televisive che possono nuocere alla sua integrità psichica e morale, anche se la famiglia è carente sul piano educativo”. Per queste ragioni si sono impegnate “ a non diffondere nelle trasmissioni di informazione in onda dalle ore 7.00 alle ore 22.30 sequenze particolarmente crude o brutali o scene che, comunque, possano creare turbamento”, precisando che “qualora, per casi di straordinario valore sociale o informativi, la trasmissione di notizie, immagini e parole particolarmente forti e impressionanti si renda effettivamente necessaria, il giornalista televisivo avviserà gli spettatori che le notizie, le immagini e le parole che verranno trasmesse non sono adatte ai minori”.

“Un impegno – si legge nella Lettera aperta – che più volte in questi giorni è stato ampiamente disatteso nella trasmissione dei servizi informativi sulla morte di Gheddafi, anche trasmessi in fascia protetta (ore 16.00 – 19.00).

Come anche una recente sentenza del Tar del Lazio ha ribadito, laddove il diritto alla cronaca e all’informazione confligge con il diritto alla tutela della sensibilità dei minori, quest’ultimo deve prevalere
(Tar del Lazio, sez. III ter, sentenza n. 7694 del 4 ottobre 2011).

Il Comitato richiama le Emittenti a puntualmente osservare quanto sottoscritto con il Codice, ad ottemperare ai dispositivi di questa sentenza e ad impegnare in tal senso le proprie redazioni.”

Roma, 24 ottobre 2011