• it
Già a 11 anni le prime “canne”: qualche idea per difendere i...

Già a 11 anni le prime “canne”: qualche idea per difendere i nostri ragazzi

33 views
Condividi

Impressionante indagine rivela: primi spinelli già a 11 anni. E non sono bambini emarginati o difficli: la cannabis è a portata di mano via internet e viene vissuta come qualcosa “che fanno tutti”.
Ai genitori non resta, ancora una volta, che alzare le antenne: i nuovi Lupi di Cappuccetto Rosso hanno l’aspetto innocuo e accattivanete di molti strumenti tecnologici a portata di mano.
Internet: le maestre invitano i bambini a fare ricerche sul web. Peccato che, in assenza di un genitore spalla a spalla al bambino, navigare liberamente sia una delle attività domestiche più pericolose per un bambino.
Cosa può succedere? dal portarsi a casa virus in grado di distruggere il pc in quattro equatrtotto, al vedersi dirottati in siti pornografici spesso pesantissimi semplicemente digitando nel motore di ricerca le parole chiave più innocenti. Da quando mi è capitato , dopo avere digitato boy scout (volevo saperne al storia, le origini, la filosofia…) e avere visto cosa si apre, ho deciso che per fare le ricerche vanno benissimo le enciclopedie della biblioteca. E non assomigliano nemmeno tutte al testo di wikipedia…
chat: è un po’ come le ciligie, una tira l’altra. Appena il ragazzino ha preso manualità su Internet vuole passare a Facebook, Twitter, Messanger ecc…, non gli basta più vedere, vuole interagire, relazionarsi, chattare. Peccato che qua i lupi siano sempre in agguato e non è pura paranoia da mamma bacchettona. A forza di conoscere amici degli amici, ti capita di conoscere e chattare con persone che usano parolacce, volgarità, che ti mandano filmetti, che ti chiedono l’indirizzo e ti vogliono conoscere. Dicono di avere 13 anni e sono sulla trentina, dicono che ti sono amici, e poi…
Anche in questo caso c’è poco da stare attenti, la comunicazione è troppo veloce per essere controllabile.
Con mio marito siamo arrivati alla conclusione che l’unica forma di prevenzione è negare l’uso della chat personale: non è questione di non fidarsi del ragazzo o della ragazza, è di tutto il resto che non ci si fida. E comunque siamo sempre dell’idea che è meglio scendere in piazza o andare all’oratorio per incontrare gli amici piuttosto che restare chiusi in cameretta a scrivere davanti a un monitor.
cellulare: avete mai visto come usano il cellulare i ragazzini in gruppo? Si fanno scherzi si fotografano, si filmano, si registrano, si scambiano video, scaricano costose suonerie. Dal gioco innocente alla degenerazione il passo è breve e basta la presenza di un ragazzino più scafato per “iniziare” il gruppo alle tentacolari possibilità del mezzo. Soluzione? se proprio c’è necessità del cellulare, ricorriamo al modello “basic”, quello che telefona e basta. Tutto il resto non fa che offrire su un piatto d’argento a chi si sente in dovere di “provare tutto” l’occasione di farlo.
Soldi: averne in tasca è un invito a spenderli. In libri? Magari. Si possono spendere in sigarette, al bar, in canne, in petardi, in coltellini, in scommesse. E sono solo alcune delle idee più a portata di euro. La fantasia dei ragazzi, probabilmente, è molto più sviluppata.
Insomma, i nostri figli sono certamente dei bambini bravissimi, che aiutano in casa e chiedono sempre per favore. Ma la curiosità, la noia, gli amici, le occasioni a portata di mano sono tali che possono farli finire invischiati in situazioni MOLTO spiacevoli (per sè e per gli altri) che un genitore medio fatica a realizzare.
Viviamo un tempo e una società che ha trovato mille modi per distruggere l’innocenza dei nostri bambini, a partire dal prendere in giro l’idea stessa che esista un’innocenza da proteggere. Il compito di noi genitori è sempre più difficile. Nostre sono tutte le colpe ma c’è anche un mondo, fuori di casa, che ci rema decisamente contro. Dobbiamo essere noi doppiamente corazzati, per difendere i nostri ragazzi anche da se stessi e dalla voglia di fare come fanno tutti.
Ma gli strumenti ci sono, coraggio, affiliamo le armi, facciamoci forza e mettiamoci a combattere questa battaglia e proviamo a dire qualche no in più . E a parlare anche più apertamente con gli altri genitori, senza timori di essere giudicati retrogadi o incompetenti. Cerchiamo se non altro di resistere, in attesa che crescano di più e i no inizino a dirli da soli.

Scarica allegati:
rassegna_18405.pdf

r.m.