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Family act, Sberna: «Così non va»

Family act, Sberna: «Così non va»

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Dal presidente uscente di ANFN Mario Sberna sono arrivate – questa mattina, nell’assemblea associativa in corso ad Ascea Marina – critiche al «Family act»: nei fatti «quasi tutti i suoi punti attendono ancora i decreti attuativi e chissà mai quando ne vedremo la luce». È partito, sì, l’Assegno Unico. Con una platea allargata ai lavoratori autonomi, agli imprenditori e più in generale alle partite Iva («ma d’altronde nemmeno versavano una parte dei loro introiti al Fondo assegni»). «Ma allargando la base dei beneficiari – osserva Sberna – il fondo aggiuntivo messo a disposizione appare largamente insufficiente. Per far ‘tornare i conti’ servirebbero almeno altri sei miliardi».

Il leader di ANFN critica anche «il dimezzamento dell’importo corrisposto in presenza di figli tra i 18 ed i 21 anni e la mancata estensione al completamento degli eventuali studi accademici e formativi». E poi la clausola di salvaguardia: «Ricorrervi è una impresa titanica».
Riserve anche sulla equità dello strumento: «Se l’assegno è parametrato sull’Isee – ha commentato in occasione di una intervista uscita oggi sul quotidiano Avvenire – allora non è né universale, né equo. Perché, lo denunciamo da tempo, anche il nuovo Isee introdotto dal governo Letta non tiene conto a sufficienza del carico che si assume una famiglia mettendo al mondo un figlio».

Alfio Spitaleri