• it
«Dopo il Family day solo promesse E il fisco non aiuta»

«Dopo il Family day solo promesse E il fisco non aiuta»

19 views
Condividi

«Una buona famiglia sostiene l’economia e una buona economia sostiene la famiglia. Eppure siamo tra i paesi industrializzati che fa meno per essa». Parole di Maurizio Salvi, presidente del Forum provinciale delle associazioni familiari, intervenuto ieri al Centro congressi al convegno organizzato dalla diocesi e dal forum stesso sul tema «Generare futuro» e al quale ha preso parte anche il vescovo Francesco Beschi.
A rincarare la dose ci ha pensato Mario Sberna, presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose:«Dopo il Family Day ci aspettavamo qualcosa da questa classe politica e, invece, tocca constatarne la mediocrità. Sono state fatte solo promesse. L’apertura alla vita è punita dalla società, la famiglia è vista come da assistere e non come motore».
È toccato poi a Francesco Belletti, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, illustrare i dannosi meccanismi del fisco: «Su 30 mila euro di reddito, una famiglia monoreddito paga circa 5 mila euro di tasse, una con due redditi 2.800. Questo sistema è iniquo e penalizza le famiglie monoreddito»
«L’indice di natalità in Italia è di 1,32 figli per donna – ha continuato Belletti, presidente del Forum nazionale Associazioni familiari –. Perfino tra le extracomunitarie si registra una diminuzione di figli per donna: da 2,6 a 2,16 in pochi anni, sintomo di adeguamento alla società d’arrivo».
La proposta del Forum è «di creare una no-tax area, ovvero di sottrarre al reddito imponibile una cifra che si ritiene occorra per crescere un figlio, moltiplicata per il numero di essi, e calcolare le tasse sul rimanente».
Al convegno ha preso parte anche l’assessore alle Politiche sociali della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, che ha ricordato che «la sfida è culturale e non solo di questo governo. Nello statuto regionale, la famiglia è affermata come protagonista. Sono stati diversi i progetti finanziati a favore della famiglie, collaborando anche con le associazioni».
Un intervento di ampio respiro, che ha toccato diversi punti, quello del vescovo di Bergamo. «Il contributo del Vangelo è di essenziale speranza e generare futuro richiede un principio di speranza – ha detto monsignor Beschi –. Il nostro tempo è segnato dall’individualismo, ma siamo in attesa di relazione e comunità. La relazione diventa elemento decisivo della comunità cristiana e l’attenzione al matrimonio non deve esser solo in termini morali e sociologici, ma è Gesù Cristo che ha fatto di questo segno una testimonianza di vita». La riflessione sulla famiglia deve partire dalla comunità cristiana. «La comunità cristiana deve rivendicare i diritti per la famiglia, ma fare anche un esame di coscienza al proprio interno – ha proseguito il vescovo –. Occorre formare all’autoconsapevolezza della dignità, della forza e delle potenzialità della famiglia. Occorre una promozione di una coniugalità matura, una creazione di spazi significativi per i giovani sposi all’interno della chiesa, il rispetto per ogni scelta, ma una certa simpatia per le famiglie numerose, e una promozione laicale di sostegno alla famiglia, in particolare per quelle con più figli».
Tra i partecipanti don Edoardo Algeri, direttore della pastorale familiare della diocesi, che ha tratto le conclusioni finali, gli assessori alle Politiche sociali di Comune e Provincia, Leonio Callioni e Domenico Belloli, il deputato dell’Udc Savino Pezzotta, il consigliere regionale del Pdl, Marcello Raimondi, e il sindaco di Seriate, Silvana Santisi Saita.
Durante il convegno è stato proiettato anche il film «Demographic winter: il declino della famiglia umana» di Rex Stout.

Raffaele Avagliano, Eco di Bergamo