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DALLA CONFERENZA SULLA FAMIGLIA IL PIANO NAZIONALE

DALLA CONFERENZA SULLA FAMIGLIA IL PIANO NAZIONALE

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Cercate sul sito del Corriere, su quello di Repubblica: niente. La Conferenza sulla Famiglia che si è chiusa ieri sera 10 Novembre a Milano è scomparsa dall’universo mediatico come se non fosse mai esistita. Si parla di Ruby, si parla di crisi, si parla di tagli, ma della famiglia niente, il capitolo è chiuso.
Nemmeno il Giornale, sempre vicino al Governo, ne fa cenno sulla sua home page: eppure i ministri del Governo presenti al padiglione di Milano Fiera City ieri pomeriggio erano tanti e di richiamo.

Basterebbe questa annotazione per capire quanto la distanza di tanti media italiani dalla gente e dai problemi del Paese sia grande almeno quanto quella imputata ai politici. Eppure le circa 1500 persone, provenienti dal mondo associazionistico, degli enti locali, dalla politica presenti per la tre giorni di Milano hanno lavorato intensamente per quello che rimane, sembra, un grande sogno: mettere al centro delle priorità del Paese la famiglia. Sono state dette molte cose, spesso non nuove, sono stati prodotti cumuli di documenti, sono state tratte conclusioni a volte (era il parere di molti operatori in sala) non del tutto attinenti a quanto detto nei gruppi di lavoro. Ma a partire da Francesco Belletti, che ha fatto un po’ da portavoce dell’associazionismo familiare, vogliamo considerare questo incontro di Milano un nuovo punto di partenza per un percorso sempre meglio definito , sempre più concreto.

Dopo la tavola rotonda del mattino, che ha visto il confronto tra realtà locali che, sulla scia di Parma, hanno iniziato un itinerario family friendly, il pomeriggio ha visto il confronto con il mondo dei sindacati, ampiamente chiamati in causa per contribuire a una revisione del sistema lavorativo in chiave familiare.
Abbiamo così potuto ascoltare Alessandra Mussolini sulla tutela dei bambini, Eugenia Roccella (legge 40 ecc.). Bello e concreto l’intervento della ministro
Meloni sui giovani ed i problemi che hanno oggi (proporrà al governo un
incentivo di 5.000 euro alle aziende che assumeranno ragazze dai 18 ai 35 anni
con almeno un figlio che hanno perso il lavoro, e che in precedenza hanno
lavorato come interinali o a tempo determinato, con l’obiettivo di dare stabilità
lavorativa a chi ha scelto di accogliere un figlio nonostante le incertezze di
oggi).
Interessante anche l’intervento del ministro Alfano che ha compiuto una breve ma precisa analisi
degli articoli 29 e 30 della costituzione oltre a quelli del codice civile che
vengono letti nel rito del matrimonio; ha avuto la capacità di dire con
chiarezza che è compito di chi governa fare quello che dice il legislatore e
questo non significa ledere i diritti di chi non è sposato che viene tutelato
in altro modo, rispondendo a una polemica che ha percorso tutta la conferenza sulla famiglia su coppie sposate e coppie di fatto.
La conferenza si è chiusa quindi nel tardo pomeriggio con l’accurata sintesi del sottosegretario Giovanardi: ora si passerà a redigere il Piano Nazionale della Famiglia, il documento guida che dovrebbe colorare di famiglia le politiche future del nostro Paese.