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Comune di Ardea (RM), tagli alle esenzioni: famiglia con 6 bambini costretta a rinunciare ai servizi

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Tempi magri per le amministrazioni comunali, ma non tenere conto dei carichi familiari nelle tariffe e nei tagli va contro la nostra Costituzione e contro il buonsenso.
Ci scrive la famiglia Maurelli, di Ardea

Carissime famiglie,
con un po’ di amarezza abbiamo deciso di raccontare un fatto che mette in evidenza come nel nostro Paese i governanti non abbiano ancora acquisito quella maturità politica e sociale che permetterebbe all’Italia di crescere nella speranza e nella ricchezza economica investendo nella FAMIGLIA.
L’ultimo sopruso viene compiuto dal nostro comune di residenza: ARDEA in provincia di Roma.
Nel mese di Settembre 2010 come tutte le famiglie italiane abbiamo presentato la documentazione per ottenere l’agevolazione prevista in base ai redditi. Con il nostro reddito ISEE di 3554,00 euro avevamo diritto all’esenzione totale dal pagamento della mensa e del trasporto scolastico. Questo fino al 31 Dicembre.
Perché dall’1 Gennaio 2011 il nostro comune, con una delibera votata il 29 Dicembre, decide di fatto di cancellare le esenzioni essendo troppe le famiglie aventi questo diritto; così la nostra famiglia si ritrova a pagare da un giorno ad un altro il 70% della tariffa per il primo figlio e il 50% per i restanti 3 figli (grazie a Dio gli ultimi due non vanno ancora a scuola!).
Sappiamo tutti che nella notte di san Silvestro i redditi famigliari non crescono, così siamo stati costretti a cancellare l’iscrizione dei nostri figli dal servizio.
Anche dopo aver presentato personalmente la nostra realtà al sindaco, la situazione non è cambiata. In questi giorni alcuni consiglieri più “sensibili” ai problemi delle famiglie stanno tentando l’impossibile in consiglio comunale.
Comunque andrà a finire questa vicenda, resta una verità di fondo sconfortante: i nostri figli non sono ancora considerati una risorsa in nessun senso, ma un costo da scaricare unicamente sulle famiglie che, ancora piene di amore e di speranza, “si permettono” di metterli al mondo.
Un abbraccio fraterno dalla famiglia Maurelli.

Carissima famiglia Maurelli, ci uniamo al vostro sconcerto: è vero che c’è la crisi, ma non ha senso scaricare sulle famiglie con bambini (l’unica garanzia di futuro per il nostro Paese) i problemi di bilancio di una amministrazione. Notiamo che a parità di reddito Isee (strumento iniquo verso le famiglie numerose, perchè non riconosce il carico familiare) non c’è distinzione tra la famiglia con un figlio e quella con sei, entrambe tenute, con la nuova disposizione, a pagare il 70% della tariffa piena.
Eppure le famiglie numerose avrebbero diritto a una particolare tutela e “un particolare riguardo”, lo dice anche la nostra Costituzione (art.31). O devono finire nel numero dei casi seguiti dagli assistenti sociali per avere qualche aiuto?

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