Ci scrive un associato:
Carissimi,
sono un vostro iscritto,
mi chiamo Alessio e ho 4 figli
abito nel comune di Cento (FE)
Volevo informarvi di una cosa che mi ha lasciato a dir poco perplesso: nel nostro comune di Cento, per l’appunto, si è deciso di far pagare la crisi alle famiglie numerose…
In pratica è stato eliminato il bonus famiglia che andava dai 500 ai 1500 euro a seconda dell’ise, che era stato istituito 2 anni fa in via sperimentale.
Alla mia richiesta di spiegazione la risposta è stata per l’appunto “cancellata per crisi”.
Vi sembra giusto?
A parte il bonus GAS e Elettricità, che sono nazionali, il nostro ricco comune non fa nulla per incentivare le nascite, proprio nulla.
Ciao
Alessio
Abbiamo voluto verificare e ci hanno confermato che
quest’anno nella ripartizione dei fondi Regionali è sparito il capitolo
relativo alle Famiglie Numerose e quindi non ci sono i fondi da distribuire
come negli scorsi anni. La cosa riguarda tutti i Comuni e non solo Cento.
Per correttezza va ricordato che il fondo era costituito da una somma messa
a disposizione dalla Regione più una parte che obbligatoriamente i Comuni
dovevano aggiungere. Mancando il contributo regionale i Comuni hanno pensato
bene di non fare nulla per motu proprio…
In effetti c’è da essere sgomenti: tutte le statistiche dicono che le più esposte alla crisi sono proprio le famiglie con figli, le famiglie numerose, quelle che venivano aiutate (se c’è di mezzo l’ise il contributo era evidentemente un aiuto) in momenti relativamente tranquilli…
Togliere alle nostre famiglie adesso quell’aiuto risulta, in tempi di incentivi ai frigoriferi e alla pratica del golf, se non altro, incomprensibile a noi semplici cittadini.
Non è tagliando sulle priorità (e le famiglie , in particolare quelle numerose, sono priorità) che si supera la crisi. Le statistiche, le dichiarazioni degli economisti, le voci delle famiglie non sembrano bastare e non si riesce a far capire che se non si investe sulla famiglia con figli non si investe sul futuro della comunità e si va verso un annunciato e inevitabile “suicidio” demografico e sociale.
