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A PROPOSITO DELLE UNIONI CIVILI. SIAMO SERENI E UNITI. LA...

A PROPOSITO DELLE UNIONI CIVILI. SIAMO SERENI E UNITI. LA FAMIGLIA RESISTE. NON CONTRAPPONIAMO IDENTITA’ E GIUSTIZIA

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Il 26 gennaio il disegno di legge sulle Unioni Civili riprenderà il suo iter in Senato e spontaneamente si pensa ad un nuovo ‘Family Day’: non si può aprire la strada ad un altro modello di matrimonio oltre a quello religioso e civile. Il disegno di legge riguarda, infatti, in particolare le coppie omosessuali che, una volta approvato, avrebbero gli stessi diritti delle coppie sposate con il matrimonio tradizionale; con possibili esiti devastanti, come la mercificazione della donna e dei bambini. Insomma un matrimonio travestito.

Da qui la seria ipotesi di una nuovo evento il cui scopo sarebbe quello di bloccare il disegno di legge, essendo il testo inemendabile. Una strada che invece secondo alcuni sarebbe ancora percorribile, ritenendo possibile una sua emendabilità; basterebbe escludere dal testo e quindi dalle ‘Unioni civili’, la possibilità delle adozioni ed eliminando, inoltre, da esso ogni riferimento non solo all’articolo 29 della Costituzione ma anche a quanto stabilisce il Codice civile sul matrimonio.

Insomma sarebbe ammissibile solo una sorta di accordo privato a contenuti patrimoniali e non un istituto giuridico pubblico. Una illusione! dice chi ritiene necessario un nuovo Family Day, sia perché i proponenti della Cirinnà non accetterebbero lo stravolgimento del disegno di legge, la cui ragion d’essere resta quella di assimilarlo alle nozze e sia perché i successivi ricorsi alle diverse magistrature renderebbero inutili gli emendamenti.

Che dire? Certo lo Stato ha il diritto di fare leggi e, con la attuale maggioranza di governo o con altre alleanze spurie, il disegno potrebbe diventare legge, a meno di un non impossibile fatto nuovo, data la gravità della cosa.
Come resta altrettanto vero che non sempre le leggi civili corrispondono alla legge naturale: nello stesso ‘Digesto’ – la raccolta di decisioni giurisprudenziali del 533 dell’imperatore Giustiniano – si affermava che: “Il diritto civile non si allontana del tutto dal diritto naturale o delle genti, ma neppure obbedisce ad esso sotto ogni aspetto”.

Che dire ancora? Se è vero che nell’attuale situazione un evento pubblico potrebbe sì! rivelarsi una testimonianza ma incapace di bloccare una legge, é altrettanto vero che oggi la verità e la testimonianza sono necessarie, senza dimenticare che una grande manifestazione potenzia il coinvolgimento della società, infonde coraggio alla famiglia ed estende la consapevolezza del problema. Come resta vero che efficaci e concreti emendamenti al disegno di legge, una volta accolti in esso, potrebbero rallentare e rendere più difficile e problematica la applicazione della nuova legge. Non si può, comunque, per nulla impedire alle famiglie di manifestare pubblicamente il loro no ad uno stravolgimento dell’Istituto famigliare.

Che fare dunque? Entrambe le strade sono ancora percorribili ? Indubbiamente quella che più colpisce è un nuovo evento il cui successo però non dipende solo dal giorno in cui esso avviene, ma soprattutto dal saper poi rispondere alle ragioni per cui ci si è mossi; altrimenti si rischia un fallimento. Una strada simile potrebbe essere una presa di posizione corale delle diverse realtà associative, sia cattoliche che non, nella quale motivare la contrarietà della legge al bene della società, al suo futuro e alla sua coesione, se non alla Costituzione e al ‘Diritto Italiano’, nei quali il matrimonio è solo fra un uomo e una donna. Fare un appello in cui precisare che la posta in gioco è morale prima che politica, per cui, in definitiva, è la libera coscienza del cittadino ad essere interpellata – in particolare di un parlamentare nel voto – e non una sua appartenenza ad un partito o al politicamente corretto. E’ da parte, poi, dei cittadini e dell’associazionismo che deve partire l’iniziativa del manifesto e dell’Evento.

Che fare ‘domani’? Ricordiamo solo due cose e custodiamo una certezza. La prima: oggi le associazioni famigliari, in particolare, non possono realizzare vitalmente il proprio DNA e contribuire al bene comune se non insieme, se non muovendosi assieme; gli obiettivi sono comuni e nessuno è autosufficiente. La seconda: non si possono dissociare o contrapporre l’identità della famiglia e la giustizia a lei dovuta. Mamma e papà non si toccano, sono necessari e basta; è un bene primario dei bambini, da ogni punto di vista, educativo soprattutto. Come un fisco a misura di famiglia è indispensabile per mantenere ed educare i figli. Né l’uno e né l’altro sono un’astrazione, ma una realtà concreta e vitale. Bisogna sapere chi si è e sono guai se la società e le Istituzioni lo dimenticano.

La certezza. Per tutti: la famiglia ha una storia millenaria ed è la cosa più bella e potente del creato. E’ vero! i tempi sono duri, ma la famiglia è come una molla, più la comprimi, più forte scatta. Per chi osa guardare il Cielo: la coppia è immagine di Dio perché in lei – come dice Dante – prende corpo quaggiù’ “L’Amor che move il sole e l’altre stelle”. La famiglia allora resiste e la vittoria sul campo sarà sua, perché Dio ci tiene alla sua immagine.

Giuseppe e Raffaella Butturini

Presidenti