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Tariffe elettriche biorarie: complicazione inutile

Tariffe elettriche biorarie: complicazione inutile

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Nessuno lo dice ma è ormai un dato di fatto che la tariffa elettrica “Bioraria” non serve più a nulla, se non ad aumentare la confusione agli utenti.

Questa tariffa era nata negli anni ’90 per premiare gli utenti domestici che usavano gli elettrodomestici negli orari serali e notturni, piuttosto che nelle ore del giorno, ma con il passare degli anni le cose sono notevolmente cambiate, tanto che una famiglia media che durante l’anno è stata tanto brava da riuscire a spostare i propri consumi nella fasce “economiche”, riesce a risparmiare la bellezza di 1€ all’anno.

Avete proprio capito bene, 1€ sulla spesa elettrica dell’intero anno: praticamente nulla !
Di questo aspetto le riviste specializzate ne parlano già da qualche anno, ma al grande pubblico per ora nessuno ha trovato il tempo di spiegare la cosa, quindi eccovi la spiegazione.

Cos’è Successo

Prima del 2010 il prezzo giornaliero dell’energia elettrica aumentava fin dal mattino e scendeva la sera, ma poi con il boom degli impianti fotovoltaici, c’è stato un lento e graduale “appiattimento” dei prezzi dell’energia elettrica durante il giorno, così ora i prezzi più alti si trovano verso le 20, quando il fotovoltaico non è più influente ma iniziano i consumi domestici.

Sono dati che si possono trovare tra le pubblicazioni del GME, il gestore dei mercati elettrici, la “borsa” italiana dove vengono quotate l’energia elettrica e il gas.

Questo fenomeno si è ribaltato anche sui prezzi al dettaglio, tanto che l’Autorità dell’Energia, l’ente che si occupa delle tariffe domestiche, ci fa vedere che i prezzi tra le varie fasce orarie differiscono di pochi MILLESIMI di Euro !

Facciamo due conti

Vediamo cosa succede tra l’utente che sceglie la tariffa senza fasce orarie, e quello che sceglie la bolletta bioraria.

Dato che volevo fornire delle cifre ufficiali, ho preso il portale “Trova Offerte” dell’Autorità per l’Energia (Link Qui) ed ho fatto un paio di simulazioni prendendo come base il consumo di una famiglia media italiana, cioè 3000 kWh/anno, con un contratto residente da 3kW.

In realtà la famiglia media consuma 2700 kWh/anno, ma mi sono mantenuto volutamente “largo” perché speravo di avere dei risultati di maggiore rilievo.
Ho quindi lasciato perdere le offerte che fanno gli operatori di vendita dell’energia elettrica nel libero mercato, perché sono influenzate dai vari sconti, ed ho preso come riferimento il contratto “standard” denominato Servizio di Maggior Tutela, cioè quello che utilizza i prezzi stabiliti proprio dall’Autority.

A questo punto ho ipotizzato un utente “modello”, cioè talmente bravo da riuscire a consumare circa il 75% dei kWh nelle fasce serali, notturne e festive, mentre il restante 25% circa resta nella fascia giornaliera dei giorni lavorativi.

Ne viene fuori un risultato paradossale: a fronte di una spesa di 592,22 € all’anno per l’utente che sceglie la tariffa senza fasce orarie (la monoraria), risulta che la famiglia che opta per la tariffa bioraria spende 591,22€ all’anno, cioè risparmia esattamente solo
1 €.

Non ci credete ?

Ecco qui la stampa che viene fuori dal portale dell’Autorità per l’enegia elettrica e il gas.

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Conclusioni

La larga diffusione di impianti che producono energia elettrica a partire da fonti rinnovabili, in particolare degli impianti fotovoltaici, ha cambiato completamente l’andamento dei prezzi nella borsa italiana dell’energia elettrica, tanto da rendere inutile la tariffa Bioraria degli utenti domestici.
Per le famiglie tanto vale semplificarsi la vita ed optare per la tariffa elettrica senza fasce (la monoraria) e utilizzare gli elettrodomestici negli orari di maggior comodità.

Resta l’importante problema della potenza istantanea, che continua ad essere limitata ai 3kW, mentre in altri paesi come Germania, Francia e Inghilterra, parte da un minimo di 5 kW, senza il rischio di trovarsi al buio per aver acceso troppi elettrodomestici contemporaneamente; una ennesima assurdità tutta italiana.

Fortunatamente la riforma delle tariffe domestiche in corso, dovrebbe liberalizzare le potenze dei contatori, svincolando il prezzo dell’energia consumata dalla potenza del contatore.

Un pò come se dovessimo pagare l’autostrada in base alla larghezza delle corsie anziché allo spazio effettivamente occupato dal nostro automezzo; sarà quindi abolito il vecchio criterio che dava un prezzo agevolato per i contatori da 3 kW, ma penalizzava le famgilie numerose.

Marco Dal Prà

Link all’articolo originale

Ringraziamo Marco Dal Prà, nostro associato, per l’articolo che ci ha fornito e vi invitiamo a visitare il suo sito, dove troverete sicuramente altre informazioni interessanti sui temi dell’energia e delle tariffe.