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10 figli ma una casa di proprietà? Allora via l’assistenza domiciliare

10 figli ma una casa di proprietà? Allora via l’assistenza domiciliare

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Proprietari di una casa “di lusso”, perdono il diritto all’assistenza domiciliare per i figli disabili: la storia della famiglia Marrone (10 figli) sulle pagine dell’Arena di Verona è un classico esempio di burocrazia insensata www.larena.it
Della famiglia Marrone ci eravamo occupati anche noi, nel 2009: www.famiglienumerose.org
La supermamma Paola, sei figli naturali, 7 in cielo, 4 bimbi disabili adottati, per il suo coraggio e determinazione aveva ricevuto il prestigioso premio internazionale Santa Rita da Cascia.
In quell’occcasione anche l’assessore regionale Valdegamberi, riconoscendo il valore sociale della scelta familiare aveva scritto:”La motivazione del riconoscimento per la vostra decisione di adottare quattro bimbi nella vostra già grande famiglia – ha scritto Valdegamberi – rappresenta un grande segno di attenzione e di valorizzazione dell´istituto familiare che, quale luogo nel quale si sperimentano e si vivono amore e gratuità, è davvero paradigma per riconoscerne il ruolo di cellula fondamentale della nostra società.”

Oggi la famiglia Marrone torna sulle pagine dei giornali per denunciare la revoca del sostegno domiciliare per accudire quattro dei 10 figli, quelli disabili adottati con grande coraggio, perchè possono permettersi di pagare il mutuo di 3.200€ per l’acquisto di una casa. Grande, naturalmente (e quindi considerata “di lusso”): con 10 figli!
La burocrazia legge la realtà in maniera davvero strana: se possono permettersi di strapagare la casa (a guadagnare è solo il papà), potranno permettersi anche di pagarsi una colf che li aiuti con i bambini …
Quello che non riesce proprio a leggere invece è il risparmio che la scelta personale dei coniugi Marrone ha portato allo Stato evitando costose case alloggio, affidi temporanei, cure ospedaliere a quegli stessi bambini ora accolti in una famiglia vera e amorevole. Quel risparmio, così ovvio, sembra invece non esistere per lo stesso Stato rappresentato dall’organismo comunale, che sembra piuttosto proclamare: hanno voluto la bicicletta, e allora pedalino!

La vicenda della famiglia Marrone appare molto emblematica di un Paese che riconosce a parole l’importanza della famiglia e dei figli, ma poi non fa nulla per venire incontro alle oggettive difficoltà delle famiglie con figli. Paola e Eugenio non chiedono un monumento come certo non hanno chiesto a suo tempo il premio s. Rita: chiedono solo di potere essere nelle condizioni di crescere i loro figli. Basterebbe solo un po’ di buon senso e magari, un pizzico di amore per la vita in più.