Voto ai figli, pensioni ponderate. Idee audaci contro la denatalità

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    Gli incentivi monetari non sembrano funzionare nel modificare i tassi di fertilità. Tempo di guardare ad altre soluzioni

    Nell’affrontare la sfida della denatalità e della decrescita demografica, spesso ci pervade un senso di impotenza. Gli studiosi delle popolazioni ci insegnano che la demografia è un processo lento ma con una prepotente forza inerziale: una volta messo in moto un trend demografico, esso è difficilmente reversibile. Oggi assistiamo ad un trend di denatalità che interessa sostanzialmente tutte le nazioni sviluppate e se guardiamo ai tassi di fertilità le differenze tra le nazioni come Francia e Svezia che si sono più date da fare per implementare politiche familiari all’altezza della sfida (tassi di fertilità rispettivamente di 1,86 ed 1,66) ed i Paesi che sono colpevolmente in ritardo su questo fronte come è certamente l’Italia (tasso fermo all’1,24), si limitano a pochi punti decimali (sufficienti comunque a passare da un declino gentile ad un precipizio). Senza considerare il caso estremo di Singapore che, nonostante disponga delle politiche nataliste più generose di tutta l’Asia, è fermo ad un tasso di fertilità pari a 1,1.

    Leggi l’articolo completo su avvenire.it di Matteo Rizzolli*

    *Professore di Politica economica, Università Lumsa, membro della Direzione Politica Nazionale di Anfn.