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Una casalinga “vale” 9.000 euro al mese

Una casalinga “vale” 9.000 euro al mese

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La relazione del Professor Liminski, intellettuale tedesco, cofondatore dell’ Instituts fur Elternbildung (Istituto per la Formazione dei Genitori) e direttore dell’Istituto tedesco della Demografia, Welfare e Famiglia al IV Congresso Mondiale della Famiglia punta i riflettori sulla discriminazione verso la casalinga
CASALINGA; LA DONNA CHE NON LAVORA

“Lasciatemi raccontare una storiella: una vecchina va all’ufficio previdenza per chiedere la pensione. “Cosa ha fatto lei nella vita?” le chiede il solerte impiegato.
“Beh, ho messo al mondo 5 figli, li ho allevati, li ho seguiti nei compiti e negli studi fino alla laurea, ho mandato avanti la casa per 40 anni, ho accudito mio marito, ho curato per vent’anni mia suocera paralizzata, ho tenuto tre nipoti fino a quando sono andati a scuola e da qualche mese mi occupo di mio padre che ha avuto un ictus” “Insomma, casalinga?” chiede dubbioso l’impiegato ”Mi dispiace ma lei non ha diritto alla pensione, non ha mai lavorato”!
Ha concluso tra le risate del pubblico la sua relazione al IV Congresso Mondiale della famiglia di Varsavia, il professore tedesco Jurgen Liminski, direttore dell’Istituto per la Demografia, Welfare e Famiglia del suo paese. Ma le risate erano ovviamente amare. Quante volte le donne casalinghe si sono sentite trattare così, con un misto di compassione e condiscendenza perché “non lavoravano”. Si tratta, ha sottolineato il prof. Liminski, di una vera e propria forma di discriminazione che nega l’identità e il ruolo della donna. E quindi, aggiunge “dell’umanità: sono le madri che passano i valori dell’umanità”.
Non ha senso avere figli dal punto di vista economico: il lavoro femminile, al contrario di quello dell’uomo, non è riconosciuto. Esperti americani hanno calcolato in ben 9000 € la paga MENSILE che una casalinga dovrebbe ricevere per le sue prestazioni di colf, baby sitter, riparazioni sartoriali, cuoca, badante, infermiera, educatrice, psicologa, consulente, amministratrice, maestra … “La società dovrebbe riconoscere il valore del lavoro in casa: chi non fa figli “approfitta” di chi ne fa. E chi alleva maiali può dedurre i costi dalle tasse, mentre chi alleva figli…”
La differenza, lo sappiamo è l’amore, che con l’economia, i costi e i ricavi ha ben poco a che fare, l’’amore, un legame che economia e politica ignorano e a cui non danno valore. ”Oggi si parla ai figli in media 8 minuti al giorno: ci si può sentire soli anche in famiglia. Ecco perché ai genitori non vanno riconosciute solo facilitazioni di tipo fiscale, economico”.Occorre, conclude Liminski, “dare tempo ai genitori”, consentire loro di stare con i propri figli.
Un tema molto attuale, su cui riflettere.
Regina

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