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REGGIO CALABRIA: ROCCO ARTUSO PRESENTA ANFN, “Famiglie numerose, famiglie generose”

REGGIO CALABRIA: ROCCO ARTUSO PRESENTA ANFN, “Famiglie numerose, famiglie generose”

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In occasione della Giornata Internazionale della Famiglia ONU, il CSV dei Due Mari-Rete Tematica Famiglia- Minori ha organizzato un incontro-dibattito su “LA FAMIGLIA NEL NOSTRO TEMPO
TRA SPERANZE E PAURE”
Nel corso dell’incontro il nostro Rocco Artuso, coordinatore regionale ANFN per la Calabria ha presentato una relazione di presentazione sulle famiglie numerose, l’Associazione, le iniquità e il lavoro svolto ,anche a livello locale, per restituire equità alle nostre famiglie.

Sono Rocco Artuso e sono sposato con Caterina Monorchio da trent’anni. Abbiamo sei figli con età che va dai ventotto ai diciotto anni e siamo i coordinatori, per la Calabria, dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (ANFN).

Come è nata la nostra Associazione ? Due padri di famiglia numerosa si incontrano casualmente in un supermercato, si scambiano qualche parola, guardando un’aragosta e il relativo cartello con il prezzo, nasce un’idea: associarsi e proporsi alle amministrazioni pubbliche come realtà dell’istituzione più antica, la famiglia. Appare la necessità di darsi un atto costitutivo, uno statuto, una carta dei valori a cui convergono tante altre famiglie. E‘ il 2004.
l’Associazione in Calabria arriva alla fine del 2006 e oggi siamo in duecentotrenta famiglie associate prevalentemente nella città e nella provincia di Reggio Calabria ma ci stiamo organizzando anche nelle altre provincie dove abbiamo contatti con iscritti e famiglie amiche.
La nostra associazione accoglie famiglie eterosessuali, formate da padri madri e figli, purché unite da un vincolo sia esso giuridico o religioso, di qualunque fede religiosa o semplicemente legate da vincolo civile. E’ indispensabile, quindi, che vi sia un legame tra i componenti della famiglia che chiede di essere iscritta con assunzione di diritti ed obblighi verso la società. Per chi non ha queste caratteristiche vi saranno altre realtà associative di altro tipo. La nostra è un’Associazione giovane che, ormai, conta oltre cinquemila famiglie su scala nazionale a cui aderiscono nuclei familiari uniti da vincolo religioso o civile con almeno quattro figli oppure tre figli ed un nonno, due figli e due nonni o altre persone a carico per un totale di, almeno, sei componenti. L’Associazione accoglie comunque, come sostenitori, anche quelle famiglie con meno di sei componenti che si riconoscano nei principi espressi nello Statuto e nella Carta dei Valori.
L’ANFN è presente nella provincia reggina da qualche anno ed ha registrato un rapido sviluppo. Solo nell’ultimo anno ci siamo più che raddoppiati. Oggi siamo riconosciuti come APS (Associazione di Promozione Sociale)-

Perché quest’associazione in Calabria ? Perché il tema della famiglia è tema centrale di
ogni società. La famiglia è il vero grande protagonista della storia, di ogni storia e di ogni crescita.
La famiglia è nata prima dello stato italiano, prima dell’islàm, prima della chiesa e dell’ebraismo. E’ nata quando Dio volle dare un aiuto all’uomo. Lì si impara ad amare, a patire, a portare i pesi quotidiani e, quando si ammala perché non aiutata nella sua grande missione educante, lì si impara anche ad odiare e a vivere una vita di rivalsa. La nostra Associazione intende aiutare le famiglie, in particolare quelle numerose, a ritrovare se stesse. Perché crediamo che la generosità di chi ha una famiglia numerosa, di chi ha trasmesso la vita donandosi e consumandosi, sia un valore non solo per se stessi ma per l’intera società, un valore che ha bisogno di essere mostrato e visibilizzato perché è un qualcosa che dà speranza e suscita interrogativi in un mondo che, spesso, tratta la vita come fosse un problema da addormentare o da evitare. Riunire queste famiglie particolarmente numerose, con le loro ansie, le loro problematiche e le loro difficoltà, a volte anche di natura economica, e metterle insieme in un cammino di crescita crediamo significhi aiutare coloro che, sentendosi mosche bianche in una società a volte scomposta e dal volto anonimo, spesso hanno paura di manifestarsi. Camminare insieme dà coraggio.

Com’è la vita in una famiglia numerosa ? La giornata è sempre movimentata. Non ci si annoia mai. I figli pur con le problematiche di ciascuno, sono sempre una ricchezza che ci stimola a rimanere giovani perchè “costretti” a confrontarci con problemi giovani. Nella nostra casa la stanza più grande è la cucina, un vero e proprio grande salone dove c’è un tavolo che assomiglia a quello dei ristoranti, non ad un tavolino ma ai tavoli per comitive. Li si discute, anche animatamente, ma si prega, si parla di calcio, di studio, di politica oppure si litiga tra fratelli. Anche il dolore viene sopportato meglio quando si è in tanti. Se un nostro figlio ha problemi, anche di salute, tutti insieme facciamo, istintivamente, quadrato come se dovessimo portarne il peso distribuendone un po’ sulle spalle di ognuno. Così i nostri figli sentendosi aiutati e voluti bene tirano fuori un gran coraggio. Si tratta di quelle ottime occasioni per rinsaldare il vincolo naturale che ci unisce, per alzare gli occhi al cielo e guardare oltre le nuvole fino a quella Patria da dove siamo piovuti.

Principi a cui l’ANFN si ispira

La famiglia è un bene prezioso, è il luogo dove si genera, si forma e si plasma l’uomo fino a farlo divenire il cittadino del futuro. Quando nasce un bambino non si tratta di un evento che riguarda soltanto quella tal famiglia. E’ evento che riguarda l’intera società. Anche dal punto di vista economico, una nascita mette in moto tutto un sistema costi/benefici. Una famiglia che accetta la vita, accoglie il mistero dell’altro, mostra l’Amore e da speranza. Nella famiglia si forgiano gli uomini del futuro. Tanto più è e sarà unita la famiglia tanto più avremo figli/cittadini solidi che sanno dare ragione della loro formazione alla società. Famiglie sane daranno uomini sani alla società che godrà così i benefici derivanti dalla famiglia sana. E’ evidente che aiutare la famiglia, quindi, è un investimento per il futuro, è una scelta di programmazione della società fondata sull’Amore e sull’accoglienza. La nostra Associazione chiede di essere aiutata in quanto i nostri fini sono anche fini dello Stato e delle istituzioni in genere.
La nascita di un bambino oltre ad essere un bene individuale della coppia che soddisfa il legittimo desiderio di paternità e di maternità è, anche, un bene collettivo attraverso cui quella tal famiglia dà un contributo alla società teso ad assicurare la sopravvivenza ed il progresso sociale d economico della collettività cui appartiene.
Questa ottica consente di accettare e sollecitare misure di sostegno alle famiglie.
In particolare, crediamo che avere una famiglia numerosa sia una ricchezza anche per le istituzioni. La fecondità delle donne italiane è bassissima, la più bassa d’Europa e tra le più basse del mondo ed ha un indice dell’1,3 figli per donna il che significa che tredici figli sostituiranno, nel cambio generazionale, venti genitori. Il ricambio generazionale, quindi, non è assicurato. Saremo milioni di cittadini in meno già dai prossimi decenni e ci saranno ripercussioni a tutti i livelli: nel sostegno agli anziani e nei vecchi, nel mercato del lavoro e nel sistema produttivo, nel rapporto tra chi riceve e che paga i contributi previdenziali etc.
Nel passato si è enfatizzata la teoria malthusiana secondo cui un’alta fecondità avrebbe condotto ad un’esplosione demografica comportando problemi gravi. Oggi, il pericolo invece consiste nella implosione derivante da un indice di fecondità bassissimo che è presupposto per una implosione economica e sociale.
Malthus diceva che le risorse, che crescono con proiezione aritmetica, sarebbero state insufficienti a sfamare una popolazione che cresce con proiezione geometrica. Malthus, peraltro pastore protestante, dimenticava però che l’uomo non è una merce ma una meravigliosa realtà trascendente che riesce, specialmente associandosi, a spostare in avanti il livello di conoscenza e di sviluppo. Malthus vedeva solo la crescita dei rifiuti che gli uomini producono ma non vedeva la capacità dell’uomo di trarre energia e fertilizzanti anche dai rifiuti. L’uomo è molto più che una teoria economica.

Perché si fanno pochi figli ? Avere figli al giorno d’oggi è molto penalizzante sia a livello fiscale, a livello di costi, che a livello di mancanza di servizi adeguati e accessibili, specialmente per quelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Dopo l’ultima guerra le famiglie numerose (con almeno quattro figli) era tremilioni, oggi sono centoottantamila. Un motivo ci sarà. L’Italia è paese dalle culle vuote, il paese dove, nel 2050 i figli non sostituiranno i genitori e ci saranno milioni di persone in meno. Inoltre, tra le dieci città europee con più anziani ben sette sono città italiane.
Un po’ tutto scoraggia ad avere bambini. Vi sono motivi socio-culturali, maltusiani secondo cui “meno siamo e meglio stiamo”. Vi sono motivi organizzativi e motivi economici. La disponibilità di asili nido, l’atteggiamento ostile di tanti datori di lavoro al momento in cui la lavoratrice annuncia di attendere un bambino, gli orari delle scuole pubbliche e private, gli orari dei negozi etc. sono solo alcuni dei problemi che divengono ostilità alla procreazione.
Nel caso di famiglie numerose questi temi sono particolarmente avvertiti come discriminatori. Noi padri e madri di famiglie numerose spesso veniamo guardati come fossimo degli irresponsabili. A volte abbiamo avvertito emarginazione in una società che sembra accettare di tutto tranne che un figlio.
Avere un bambino costa e non poco ma una vera libertà deve permettere ad ogni cittadino di avere quanti bambini vuole senza, per questo, vedersi costretto ad un tenore di vita più basso come se avere un figlio fosse un bene di lusso. Se una famiglia è così generosa da accettare quattro, cinque o più figli non deve essere condannata alla povertà. Assegni familiari consistenti, detrazioni e deduzioni fiscali devono essere tali da aiutare le famiglie numerose.
La nostra Costituzione dà rilievo al valore “Famiglia Numerosa” laddove all’art. 31 stabilisce: “ La Repubblica agevola, con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della Famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle Famiglie Numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.
Purtroppo, finora, questo principio è rimasto un programma. Trattasi, infatti, di norma programmatica. Sarebbe l’ora di applicarla seriamente e pienamente. La famiglia numerosa è un investimento nell’educazione, nell’assistenza e nella socializzazione dei bambini. E’ un investimento sull’uomo perché teso al rinnovo generazionale ma è anche un investimento in senso stretto perché l’attività domestica genitoriale partecipa allo sviluppo economico del nostro Paese. I sostituti dell’attività genitoriale comporterebbero gravi costi alla società. Eppure la famiglia rende servigi a tutta la società assicurandone la sua sopravvivenza anche attraverso la responsabilità educativa dei genitori che contribuiscono alla prosperità e alla fiducia nel futuro. Chi spera mette al mondo dei figli !

Linee di azione per l’ aiuto alle famiglie numerose

Si comincia a comprendere l’importanza di avere molti bambini un po’ dappertutto:
– In Spagna il governo da un bonus di €. 2.500,00,
– La Svezia ha completamente cambiato orientamento e favorisce le famiglie numerose.
– La Francia fa molto di più, da molti anni, così come i paesi dell’est.
Guardando più vicino a noi abbiamo alcuni esempi:
– Il comune di Staiti (RC) dà un bonus di €. 2.000,00 per ogni nascita.
– Il comune di San Fele (PZ) dà un bonus di €. 3.000,00 per ogni bambino.
– Il comune di Pazzano (RC) addirittura €. 3.000,00 per ogni nascita oltre ad un bonus di 1000 euro alle famiglie con più di due figli, a quelle con una persona diversamente abile e alle giovani coppie nonché un rimborso spese per gli studenti fuori sede.

A livello nazionale ci siamo posti in chiave propositiva con il cessato governo fino a proporre l’utilizzo di una parte del tesoretto a vantaggio delle famiglie numerose. Un primo risultato è stata l’ulteriore detrazione di €. 1.200,00 per i nuclei con almeno quattro figli a partire dall’anno d’imposta 2007. Abbiamo ottenuto anche un rimborso della tassa negativa per gli incapienti a cominciare dall’anno 2007 compreso.
Per la prima volta in Italia la detrazione è stata concessa ai nuclei familiari quasi indipendentemente dal reddito (non spetta nulla per redditi oltre i centomila euro). Questa è una grossa novità perché si riconosce la famiglia numerosa come valore anche per la società.
cosa è cambiato in questi anni?
assegni famigliari rimodulati per evitare di perdere benefici corposi a fronte di aumenti salariali irrisori.
assegni famigliari fino ai 21 anni
detrazione del costo degli affitti universitari
detrazione del costo dei trasporti (molto limitato)
bonus per gli incapienti di 150 euro pro capite.
l’istituzione della carta famiglia (ferma nei decreti attuativi per la caduta del governo).

Finanziamenti attuali per la Famiglia
1. Decreto fondo famiglie del 2.7.2007. Si tratta del decreto con cui sono stati ripartiti i 220 milioni del Fondo Nazionale per la Famiglia prevista dalla Finanziaria per il 2007. All’interno di questa ripartizione trovate 97.000.000 di euro da destinare a tre progetti, fra cui quello che ci interessa, ovvero l’abbattimento delle tariffe sostenute da famiglie con 4 o più figli; disposizioni successive hanno previsto che a ciascuno dei 3 progetti deve essere destinato almeno il 20% dei 97 milioni complessivi.
2. Intesa triplice. Si tratta dell’accordo raggiunto nella Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti Locali del 20.09.2007 con cui sono stati definiti meglio i 3 progetti ed è stata istituita una commissione per la verifica della validità ed efficacia della sperimentazione.
3. Riparto 97 milioni 2007. E’ la ripartizione tra le regioni e le autonomie locali dei 97 milioni complessivi in proporzione alla popolazione (ad esempio all’Emilia Romagna sono stati assegnati €uro 6.842.186, pari al 7.05 del fondo in oggetto)
4. Intesa 2008. Si tratta dell’accordo raggiunto nella Conferenza unificata Stato, Regioni ed Enti Locali del 14 febbraio 2008 che ripropone anche per il 2008 la medesima sperimentazione che potrà avere luogo solo dopo verifica da parte della commissione sopra citata (che nel frattempo è già stata nominata); in altro atto è stato confermato il medesimo indirizzo anche per il 2009, soprattutto in forza del fatto che i progetti legati al Fondo Nazionale per la Famiglia hanno durata triennale. Si tratta di risorse che il Governo uscente ha già impegnato a favore degli Enti Locali ed è prevedibile che questi pretenderanno tali risorse (anche a nostro vantaggio) al massimo accettando qualche modifica nelle modalità di ripartizione.
Per rendere liquide ed esigibili le somme destinate con l’intesa del 20.09.2007 ogni regione-provincia autonoma deve stipulare una convenzione con il dipartimento per le politiche della famiglia (Ministero Famiglia, poi vedremo cosa succederà con il nuovo Governo, in particolare a chi spetterà il compito di stipulare le convenzioni con le regioni). Le regioni dovranno indicare le modalità con cui intendono distribuire nel territorio queste risorse mediante i “Piani Sociali di Zona” concordati con i Comuni (città) o aggregazioni di Comuni (per i comuni più piccoli). Alle regioni è attribuita la facoltà di cofinanziare i progetti, ovvero di aggiungere risorse prelevate dal proprio bilancio. Saranno però i Comuni a mettere a disposizione delle famiglie queste risorse.

Abbiamo fatto una verifica presso il Ministero della Famiglia (ora accorpato al ministero per il Welfare) e purtroppo è emerso che alcune regioni non si sono ancora presentate, per le ragioni più diverse, anche ideologiche (rivendicando autonomia su determinate materia al punto da rinunciare a risorse) per la sottoscrizione della convenzione, si tratta di: Abruzzo, Calabria, Campania, Basilicata, Marche, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano.

A livello regionale: alcune regioni hanno tenuto conto della composizione del nucleo familiare per l’addizionale IRPEF regionale (e questo grazie ai nostri interventi ).
Abbiamo chiesto, da tempo, un incontro al Presidente del Consiglio Regionale Calabro per proporci come soggetto che vuole dare un aiuto a chi ha il difficile compito di governare. Non abbiamo mai ricevuto risposta.
Anche qui potremmo proporre una iniziativa di riforma o integrazione alla legge regionale per la famiglia, legge 1/2004. Riteniamo sia, in linea di massima, una buona legge che però andrebbe adattata anche alle famiglie numerose che sembrano ignorate.
Altri sgravi riteniamo di poter proporre anche in tema di addizionale regionale sull’energia elettrica.

A livello provinciale sono state istituite borse di studio provinciali (Brescia), è stato fatto un grande lavoro propedeutico all’adozione di provvedimenti per l’equità fiscale.
Alla Provincia di Reggio Calabria abbiamo avuto incontri con l’assessore di ferimento Dr. Attilio Tucci che si è mostrato disponibile ad un dialogo. Abbiamo incontrato, inoltre, il Presidente della Provincia Avv. Morabito a cui abbiamo sottoposto un nostro programma per l’anno 2008.

A livello comunale abbiamo cominciato a vedere modifiche sull’ICI nonché nuovi criteri per la determinazione delle tariffe dei servizi comunali.
A Reggio Calabria abbiamo aperto un dialogo con l’assessore alle politiche sociali Dr.ssa Clotilde Minasi presentando un progetto di family card per favorire l’incontro tra domanda e offerta per acquisto di beni e servizi prevedendo sconti per famiglie numerose con almeno tre figli.
Nel recente passato abbiamo vissuto, con grande entusiasmo, momenti di aggregazione come una partita di calcio delle famiglie numerose con enorme partecipazione di pubblico, la giornata della Sacra Famiglia nell’ultima domenica di due anni fà, il cenone di capodanno etc. con significativo aiuto del comune di Reggio Calabria.

Cosa proponiamo riguardo ai sistemi di imposizione sul reddito prodotto

Noi non abbiamo “sposato” i due sistemi proposti a seconda del vento dai vari schieramenti politici (quoziente famigliare e il cosidetto splitting non meglio identificato)
Poche parole per spiegare i due sistemi.
Quoziente famigliare: la somma dei redditi del nucleo diviso il numero dei componenti.
Splitting: somma dei redditi dei genitori diviso a metà e tassato per l’aliquota corrispondente.
Entrambi i sistemi necessitano di correttivi importanti pro figli a carico e, soprattutto, non tengono conto dell’incapienza prodotta dal sistema fiscale in essere. Il soggetto da tassare, riteniamo, debba essere la famiglia tenendo conto del numero dei figli.
Proponiamo un intervento sui redditi in cui, al di là del sistema adottato, la quota di reddito pari alla povertà relativa (calcolata annualmente dall’ISTAT) considerata pro capite senza calcoli o scale varie non sia tassata (no tax area) e il rimborso della parte negativa mancante per gli “incapienti” (questo a grandi linee)

ECCO IL “DECALOGO DELLE INIQUITÀ”
Qui di seguito pubblichiamo il “Decalogo delle iniquità” a carico delle famiglie numerose, a cura dell’Anfn.
1) L’INGIUSTIZIA DELLE TARIFFE. L’attuale sistema tariffario di acqua, luce e gas viene gestito con gli scaglioni crescenti in base al consumo, con il risultato che più aumentano i componenti familiari, maggiore è il costo pro-capite del metro cubo d’acqua, di gas, o kWh di elettricità.
2) IL VANTAGGIO DI SEPARARSI. Con l’attuale sistema fiscale, a una coppia conviene separarsi piuttosto che rimanere sposata. Il coniuge più debole, che tiene a carico tutti i figli, usufruisce di maggiori assegni familiari, ha un Isee più basso che gli consente di accedere a tutte le agevolazioni sui servizi, mentre l’altro coniuge può scaricare l’assegno di mantenimento.
3) LA “TASSA SULLA PROCREAZIONE”. Alla nascita di un figlio, la coppia vede automaticamente ridotto il proprio reddito disponibile. A fronte di un costo per figlio che, dalla nascita fino alla laurea, varia dai 200 ai 300.000 euro, lo Stato riconosce ora, con detrazioni e assegni familiari, solo un beneficio che va da un massimo di 2.550 euro all’anno (per le persone meno abbienti) fino a zero.
4) LA CERTIFICAZIONE ISEE. Ai fini dell’Isee, il totale dei redditi e del patrimonio mobiliare e immobiliare viene diviso per un coefficiente, in base al quale il primo figlio ha un valore di 0,47, il secondo 0,42, il terzo 0,39, e dal quarto in poi 0,35. In Italia il valore dei figli è decrescente, al contrario di altri Paesi, come la Francia.
5) L’ICI. Le famiglie numerose abitano per necessità case più grandi; la detrazione però è fissa, e non tiene conto del numero dei componenti. Così il beneficio della detrazione è forte per il single, mentre è quasi nullo per i nuclei con più figli.
6) LE ADDIZIONALI IRPEF REGIONALI E COMUNALI. Con il passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni, a parità di reddito, una famiglia con quattro o più figli paga le stesse addizionali di un single o di una coppia senza figli; ma, ovviamente, il reddito disponibile pro-capite non è certo lo stesso.
7) IL VOTO DI RAPPRESENTANZA. Ogni cittadino deve poter essere rappresentato dai propri governanti, in quanto portatore di diritti inalienabili. Ma ai minori questo diritto di rappresentanza non viene concesso. Finché non verrà introdotto il principio di “un figlio, un voto”, una famiglia con cinque figli minorenni continuerà ad avere lo stesso potere di rappresentanza di due scapoli.
8) LA TARIFFA SUI RIFIUTI. La tariffa sulla spazzatura viene ora conteggiata sia sul numero dei componenti, sia sulla metratura dell’abitazione; in questo modo le famiglie numerose devono sostenere un maggiore onere di tariffa.
9) I PRIVILEGI DELLA DONNA LAVORATRICE SENZA FIGLI. Una mamma lavoratrice, che ha partorito e allevato più figli, probabilmente avrà rinunciato alla carriera e magari avrà fatto ricorso al part-time per accudire la prole. Con l’attuale sistema contributivo, la pensione che maturerà sarà facilmente quella minima. Quando i figli lavoreranno, con i contributi pagheranno non solo la sua pensione, ma anche quella della donna lavoratrice che non ha messo al mondo alcun figlio, e magari ha avuto modo di fare carriera e quindi godere di una pensione assai superiore a quella della lavoratrice con quattro e più figli.
10) IL DIRITTO ALLO STUDIO. Un figlio unico ha il 35 per cento di probabilità di accedere agli studi universitari, contro l’11 di un figlio con tre o più fratelli.

Ciò che ancora vorremmo fare

Vi faccio un elenco incompleto di ciò che vorremmo fosse rivisto:

– criteri per la determinazione dell’ICI (già è stato modificato e l’attuale futuro governo ha promesso l’eliminazione nei suoi primi 100 giorni)
– criteri nella determinazione dell’Irpef comunale
– criteri per la determinazione della tassa Rifiuti Solidi Urbani
– criteri per la determinazione delle tariffe dei trasporti scolastici
– criteri per la determinazione delle tariffe dei trasporti pubblici
– criteri nella tariffazione delle mense scolastiche
– criteri per accedere agli asili (necessari in quanto insufficienti)
– criteri per stabilire la retta degli asili
– criteri nella tariffazione del servizio idrico integrato
– criteri per stabilire le classifiche di accesso all’edilizia pubblica comunale
– criteri per stabilire come debbano essere usati le erogazioni a fondo perduto fatte dai comuni alle varie società nel territorio (merita attenzione vedere i criteri usati dalle società sportive nei confronti delle famiglie: perchè non adottare criteri che favoriscano le pratiche sportive anche alle famiglie numerose prevedendo agevolazioni per i secondi, i terzi, i quarti iscritti ecc…. e dunque, per aiutare/obbligare questa prassi, perchè non vincolare le erogazioni comunali a fondo perduto all’adozione di questi criteri pro-minori?).
– Sanità regionale (ticket sulle visite specialistiche)
– accise regionali
– trasporti regionali
– bollo auto regionale
– tasse universitarie
– ESU (ente servizi universitari).
– Criteri di calcolo per il costo del gas
– Criteri per il calcolo del costo dell’energia elettrica per utenza domestica (tre Kw sono sufficienti per famiglie con uno o due figli e consumi superiori sono sprechi. Tre Kw sono insufficienti per una famiglia numerosa che ha bisogno consumi superiori che, però, sono vitali)
– Criteri di calcolo dell’ISEE in quanto al crescere del numero dei figli il parametro di calcolo che si aggiunge per ogni figlio deve aumentare e non, come oggi succede, diminuire
– Detassazione dei costi sostenuti per ciascun figlio (oggi questo non c’è mentre è previsto per l’assegno di mantenimento)
– Assegni familiari oltre la maggiore età (i figli costano oltre la maggiore età e restano con i genitori più a lungo che in passato)

Conclusioni

“La famiglia è una struttura essenziale della nostra società”: lo ha affermato mons. Jean-Charles Descubes, arcivescovo di Rouen e presidente del Consiglio per le questioni famigliari e sociali della Conferenza episcopale francese. In un comunicato diffuso nei giorni scorsi, il presule ha invitato l’Eliseo a mantenere la “Carta famiglia numerosa”, istituita nel 1921 e destinata alle famiglie con almeno 3 figli. Acquistabile al costo di 18 euro, la Carta permette di usufruire di riduzioni dal 30 al 75% sul costo dei biglietti ferroviari e del 50% su quelli della metropolitana e degli autobus. “Il sostegno alle famiglie numerose – ha scritto mons. Descubes – non è solo una normale forma di solidarietà nazionale verso coloro che si assumono il rischio di avere figli ed allevarli. Si tratta anche di una scelta politica di preparazione del futuro”. La proposta di abolire la Carta era stata ventilata dal governo francese, nell’ambito delle misure previste per ridurre la spesa pubblica. In seguito alle numerose proteste di maggioranza ed opposizione, però, il presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, ha deciso di mantenere il documento, che agevola circa 1,4 milioni di famiglie francesi, pari a 3 milioni di persone

Tanto riteniamo corrisponda a criteri di giustizia sociale non ad assistenza e per questo vogliamo aiutare la politica a disciplinare meglio ed in modo più equo gli interventi che riguardano la famiglia. In fondo la politica deve avere di mira, sempre, l’uomo sia come singolo che in quanto aggregazione. Chi investe sulla famiglia fa un buon investimento per il futuro e la famiglia numerosa, poi, ne è una ulteriore specificazione che fa bene alla società, alla generosità, alla vita molto più di quanto si possa credere.