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Quando lo zio era uno di famiglia: in ricordo di zio Tonino

Quando lo zio era uno di famiglia: in ricordo di zio Tonino

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Negli ultimi tempi vi ho scritto meno (finalmente qualcuno avrà pensato !) poiché in famiglia abbiamo avuto un altro lutto: un mese fa, il 9 aprile, Giovedì Santo, è deceduto tragicamente un fratello di mio padre, colpito da un malore che lo ha fatto precipitare con una macchina agricola nel macero del cortile della mia abitazione.

Non era uno zio qualsiasi poiché avevamo abitato nella stessa casa, un’abitazione contadina, fino al mio matrimonio. Lui, Tonino, era il fratello maggiore di mio padre, Riccardo, e quand’ero bambino era il capofamiglia, poi a poco a poco le due famiglie hanno assunto fisionomie distinte, restando comunque sempre molto legate anche per la presenza della nonna e per via dei figli – 3 nella mia famiglia e 4 in quella dello zio – e prestandosi reciproco aiuto quando ce n’era bisogno. Ricordo bene come lo zio si prendeva cura di me e dei miei fratelli quando il babbo aveva bisogno di assistere la mamma nei lunghi e frequenti ricoveri ospedalieri. Ricordo pure quanto lo zio mi volesse bene e mi stimasse per il fatto di essermi laureato e per aver raccolto il suo testimone nel servizio al bene comune; lo zio mi aiutò sia ad avere alcuni lavori estivi, sia ad entrare in banca, nella Cassa Rurale. Per me lo zio era come un secondo padre come lo era stato per il babbo dopo la precoce morte di mio nonno paterno.

La mia attuale famiglia è andata ad abitare in quella casa qualche anno fa ed il babbo e lo zio, curavano un pezzetto di terra con l’orto, un vigneto e qualche albero da frutto. Proprio in quei giorni il babbo si stava trasferendo da me e stava trovando nuove motivazioni proprio nel tornare a gestire quel pezzetto di terra assieme allo zio.

Ma il destino o, come mi ha insegnato a dire il babbo, lo Spirito Santo ha fatto progetti diversi a cui non è possibile sottrarsi. Proprio il babbo, a cui mi sono sentito in dovere di stare molto vicino in queste settimane (pensavo di aiutarlo, invece da lui ho continuato ad imparare molte cose), ha preparato un articolo, che vi allego, chiestogli dal nostro Sindaco durante il funerale, tenutosi lo scorso 18 aprile, a cui ha assistito tantissima gente.

L’improvvisa e tragica scomparsa dello zio sotto il profilo umano è stato un duro colpo dopo la recente e prematura perdita della mamma (un pò prima di Natale). Il fatto che sia avvenuta il Giovedì Santo, per giunta il 9 aprile, nel ventesimo anniversario della canonizzazione di S. Clelia Barbieri, di cui lo zio era molto devoto (partecipò pure alla cerimonia in Vaticano) sono segni che ci fanno apprezzare la Vita come un dono del Signore. Il mio pensiero corre spesso a queste persone amate e con l’aiuto della Preghiera e dei Sacramenti mi vengono in mente ricordi ed episodi da cui si percepisce come ogni essere vivente sia opera dell’Amore di Dio per un disegno destinato all’eternità. Ed è bello, in questo periodo pasquale già proiettati alla festa dell’Ascensione, sapere che è davvero così !

Con viva cordialità.

Stefano Lipparini

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