• it
Qual è la diversità che vogliono insegnare a scuola?

Qual è la diversità che vogliono insegnare a scuola?

24 views
Condividi

Gli On. Gigli e Sberna denunciano la distribuizione nelle scuole di opuscoli che definiscono “una violenza” i romanzi dove i protagonisti sono eterosessuali e la religiosità un disvalore

Roma, 25 Febbraio 2014 (Zenit.org) Anna Fusina

Nella seduta n. 176 del 19 febbraio scorso gli On. Gianluigi Gigli e Mario Sberna hanno presentato un’interpellanza (n. 2-00414) al Presidente del Consiglio relativamente alla pubblicazione dei tre opuscoli dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, prodotti a cura dell’Istituto Bech e dell’UNAR, ufficio afferente al Dipartimento Pari Opportunità dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Gli Onorevoli interpellanti sottolineano come il contenuto dei suddetti opuscoli, pubblicati sotto l’egida e con il logo della “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità”, si proponga esplicitamente di “rendere le scuole più aperte e accettanti, scuole delle pari opportunità, che consentano e favoriscano lo sviluppo sano di tutti i ragazzi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale; di fornire agli insegnanti gli strumenti per approfondire le varie tematiche legate all’omosessualità, così da diventare essi stessi educatori dell’omofobia”.

In realtà però, affermano Gigli e Sberna, “le ”Pari Opportunità”, secondo gli autori dei tre volumetti, consisterebbero nell’insegnare a tutti gli alunni, dalle elementari alle superiori, che la famiglia padre-madre-figli è solo uno «stereotipo da pubblicità», che i due generi maschio e femmina sono un’astrazione, che leggere romanzi in cui i protagonisti sono eterosessuali è una violenza, che la religiosità è un disvalore, arrivando al ridicolo di censurare le favole in quanto appiattite sulla presentazione di solo due sessi e non già di sei generi o a proporre problemi di matematica che partono da situazioni in cui operano nuovi modelli di famiglie omosessuali”.

I tre opuscoli suddetti, a parere degli Onorevoli interpellanti, si collocano in continuità con precedenti iniziative rieducative dello stesso UNAR, dirette ai professionisti dell’informazione, al personale della scuola e agli studenti di ogni ordine e grado (già segnalate con una precedente interpellanza degli stessi onorevoli interroganti rivolta al Ministro dell’Istruzione, depositata in data 14/01/14, alla quale aveva dato risposta il sottosegretario Marco Rossi Doria in data 17/01/14) che scavalcano deliberatamente la libertà e le scelte educative delle famiglie dei ragazzi.

Gli On. Gigli e Sberna rilevano che “di fronte alle proteste e alla richieste di spiegazioni, il Ministero dell’Istruzione ha sostenuto di non sapere nulla dell’iniziativa dell’UNAR e, in particolare, di non aver richiesto e in alcun modo approvato la produzione del materiale didattico predisposto dall’UNAR” e che il sottosegretario del MIUR Gabriele Toccafondi “ha dichiarato in data 15 febbraio 2014 che “il fatto che gli opuscoli sulla diversità siano stati redatti dall’UNAR e diffusi nelle scuole senza l’approvazione del Dipartimento Pari Opportunità da cui dipende, e senza che il ministero dell’Istruzione ne sapesse niente, è una cosa grave”, aggiungendo che “l’UNAR sembra voler imporre un’impronta culturale a senso unico destando preoccupazione e confusione su tutto il sistema educativo.” e che “una materia così delicata richiede particolare attenzione ai contenuti e al linguaggio utilizzati, a maggior ragione visto che si rivolge a ragazzi di tutte le fasce di età”.

Gli Onorevoli interroganti evidenziano come il Vice Ministro Maria Cecilia Guerra, titolare della delega per le Pari Opportunità abbia decisamente smentito la paternità dell’iniziativa, affermando di ignorarne addirittura l’esistenza ed abbia stigmatizzato il comportamento del Direttore dell’UNAR, Marco De Giorgi (oggetto fra l’altro di una “nota formale di demerito” da parte del Dipartimento delle Pari Opportunità, per aver diffuso materiale mai prima approvato e addirittura sconosciuto a chi di dovere), criticando la decisione presa da quest’ultimo in totale autonomia e giudicando “non accettabile che materiale dibattito su questi argomenti sia diffuso dagli insegnanti da un Ufficio del Dipartimento Pari Opportunità senza alcun confronto con il Miur”.

Per tutti i suddetti motivi gli interpellanti Gianluigi Gigli e Mario Sberna chiedono al Presidente del Consiglio: “quali iniziative pensi di intraprendere per rispondere all’allarme educativo creato in molte famiglie dalle iniziative dell’UNAR;

-in che modo intenda muoversi per ricondurre l’UNAR ai suoi compiti istituzionali evitando per il futuro che tale ufficio possa occuparsi di rieducare gli Italiani e in particolare gli studenti al politically correct del pensiero unico delle associazioni LGBT;

-se ritenga opportuno sostituire urgentemente il Direttore dell’UNAR, responsabile di abuso di delega e di essersi sostituito all’autorità politica in iniziative che coinvolgono aspetti molto rilevanti della vita sociale e ambiti molto delicati del processo educativo delle giovani generazioni;

-chi abbia autorizzato la spesa di fondi europei generata dalle iniziative del predetto Direttore dell’UNAR e, nel caso essa non fosse stata autorizzata, se non ritenga che lo stesso funzionario debba essere considerato responsabile della spesa non giustificata e come tale tenuto a risarcirla;

-se non intenda risolvere immediatamente il contratto con l’Istituto Bech, in essere dal 2012 per evidente uso a fini ideologici del rapporto con la Pubblica Amministrazione”.