Ti ho sognato, ti ho desiderato,
ho immaginato il colore dei tuoi occhi quella torrida notte,
quando meravigliosamente tutto è cominciato.
Ti sei da subito fatta notare,
al primo cadere delle foglie vedere e il tuo cuore cantare.
Piccola, infinitamente piccola; quasi invisibile.
Mi hai salutato con un movimento ondeggiante della mano,
forse spontaneo, mai risibile.
L’inverno è arrivato, freddo, pungente.
Intanto nel calore di tua Madre hai iniziato a farti notare
modificando all’inverosimile il dolce involucro del tuo corpo contenente.
Non appena la natura ha ricominciato a far sentire i sui profumi, ci hai illuso.
Volerti vedere è sembrato un sopruso.
Ti sei fatta aspettare oltre l’attesa, quasi sconsiderata, ma alla fine sei nata!
Un dono d’amore, un attimo di dolore, una gioia per tutta la vita.
Che strano… piove.
Gocce di vita cadono dal mio viso.
Paolo Saviello
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