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La mamma premio S.Rita chiede “Rispettate i nostri diritti”

La mamma premio S.Rita chiede “Rispettate i nostri diritti”

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La storia: pubblicata con grande risalto la premiazione di una mamma veronese di 6 figli (e altri 7 in cielo) che ha adottato con il marito 4 bambini disabili. Una storia di amore e di coraggio che nasce in una famiglia profondamente cristiana, una storia forte e intensa che riceve immediati riconoscimenti anche da parte dell’amministrazione comunale di Verona (pubblichiamo a seguire la lettera di congratulazioni dell’assessore Valdegameri).
Ma è dalle parole di mamma Paola, la protagonista di questa storia, che scopriamo cosa c’è dietro quel premio e quella scelta, nata dopo una notte di veglia e di preghiera. Da mesi mamma Paola e il marito Sergio chiedono agli amministratori veronesi di vedere riconosciuti i molti diritti spettanti ai loro figli disabili, dalle facilitazioni di parcheggio ai contributi legittimi, dall’assistenza per il trasporto scolastico ad un aiuto per espletare pratiche e accompagnare i ragazzi tra visite e uffici.
Il prestigioso premio di Cascia sembra un intervento diretto della Santa delle cause impossibili, Santa Rita, perchè a questa famiglia siano riconosciuti non solo gli onori ma anche i diritti che le spettano. Anche ANFN si unisce a questo appello accorato di mamma Paola. Le famiglie numerose da sempre non vanno chiedendo privilegi o regalie speciali, non chiedono medaglie o ringraziamenti. Chiedono solo quanto spetta loro di diritto. E Paola e Sergio hanno qualche diritto in più.

Pubblichiamo a seguire l’articolo dell’Arena di Verona, la lettera di congratulazioni dell’assessore Valdegamberi e la risposta ferma e accorata di Paola Stocco.

L’ARENA
Il giornale di Verona

Giovedì 21 Maggio 2009 CRONACA Pagina 12

SANTA RITA. Una cinquantenne veronese dopo che ha avuto sei figli ha deciso, al termine di una notte di preghiera a Tombetta, di adottarne altri quattro.

La supermamma premiata a Cascia

Il riconoscimento è andato anche alla memoria della suora di Chiavenna che perdonò le sue assassine

Per la prima volta viene assegnato a una veronese, una supermamma, uno dei tre premi internazionali Santa Rita da Cascia. Va a Paola Stocco, 50 anni, casalinga,sposata da 27 anni con Eugenio Marrone. Le verrà consegnato oggi alle 18 nella basilica di Cascia, durante la celebrazione del transito di Santa Rita. Oltre a lei il premio è andato alla memoria di suor Maria Laura Mainetti, che invocò il perdono per le tre minorenni che la stavano massacrando a Chiavenna, e Ferminia Sacdalan, una donna filippina che, rimasta con sei figli senza il marito, ipotecò la casa per aiutare un’amica.
Dal 1988 la Stocco e il marito fanno parte del cammino neocatecumenale della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù. Hanno sei figli naturali e quattro adottati, altri sette figli sono in cielo.
«La nostra è una fa miglia cristiana che grazie all’amore di Dio, incontrato nei fatti dolorosi della vita, è potuta crescere prima nell’amore coniugale e poi come nucleo familiare», racconta la Stocco. «Avevamo sei figli, tutti voluti, desiderati, cercati… Ciò che ci interrogava e ci turbava, non era il pensiero di queste stupende creature, ma il fatto che oltre a questi sei doni, ce n ’erano altri sette volati in cielo senza venire alla luce. Nella mia mente si faceva sempre più certa l’idea che Dio, con questi fatti dolorosi, ci voleva mandare un messaggio. Piano piano, con la preghiera, con il dialogo con Dio, con la costanza nei Sacramenti e fedeltà alla nostra comunità, si è concretizzata l’idea di aprirci all’adozione. La conferma a questa nostra vocazione è arrivata nel dicembre 2000, quando le spoglie di Santa teresina sono venute a trovarci nella nostra Basilica a Tombetta. In una notte intera di veglia, fruttuosa per tutta la nostra famiglia», rievoca, &#! 171;durante la preghiera e l’intensa meditazione ho sentito che era veramente quanto dovevamo fare: aprirci all’adozione. Ne ho parlato con mio marito alla fine della veglia e, dopo aver ottenuto il consenso entusiasta e unanime dei nostri figli, abbiamo cominciato a pensare come realizzare questa “rivelazione”. Ho pregato tanto Santa Teresina e Santa Rita, la santa dell’impossibile, perché sapendo che anche lei aveva provato il dolore della perdita dei suoi figli, poteva ridonare al mio cuore la vera Pace. Ora abbiamo dieci figli con noi e sette in cielo che preparano la festa. Come non essere grati a Dio per questi doni? Certo la nostra vita non è una passeggiata», conclude, «ma a noi piace la montagna e sappiamo che dopo una dura e lunga salita, ci aspetta il panorama più bello del mondo. Non ci manca nulla, abbiamo Cristo con noi… cos’altro ci potrebbe servire? Ma la cosa più sbalorditiva è che, pur arrivando ogn i notte a letto sfiniti, mai ci manca la forza per dire al Signore il nostro grazie per l’Amore che ha messo nei nostri cuori e che ci accompagna sempre».

Castel d’Azzano, 29 maggio 2009
VALDEGAMBERI SCRIVE A MAMMA VERONESE PREMIATA A CASCIA PER DECISIONE DI ADOTTARE 4 FIGLI OLTRE AI PROPRI 6: “SI VALORIZZA LA FAMIGLIA PERCHE´ LUOGO DI GRATUITA´ E COOPERAZIONE”

Comunicato stampa n° 971 del 21/05/2009

(AVN) – Venezia, 21 maggio 2009

L´assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Valdegamberi ha scritto una lettera ai coniugi veronesi Paola Stocco ed Eugenio Marrone, alla notizia del premio internazionale che la signora Stocco riceve oggi nella basilica di Santa Rita a Cascia. “La motivazione del riconoscimento per la vostra decisione di adottare quattro bimbi nella vostra già grande famiglia – ha scritto Valdegamberi – rappresenta un grande segno di attenzione e di valorizzazione dell´istituto familiare che, quale luogo nel quale si sperimentano e si vivono amore e gratuità, è davvero paradigma per riconoscerne il ruolo di cellula fondamentale della nostra società. Questa capacità di esperienza, che voi rappresentate con una vocazione sicuramente più forte e coraggiosa rispetto alla media, ma che in ogni caso è il fulcro essenziale di ogni famiglia, costituisce oggi il valore che le istituzioni devono saper trarre dalla famiglia, soggetto sociale riconosciuto dalla Costituzione”. “Alla base delle politiche che anche a livello regionale stiamo sostenendo vi è infatti la consapevolezza che la famiglia può produrre un modo di essere e di agire imperniato sulla fiducia, sul dono, sulla condivisione, sulla cooperazione, sulla solidarietà, sulla gratuità, sulla sussidiarietà che sono valori di umanizzazione per tutta la società. E in questo produce e rappresenta un vero capitale sociale. Per questo motivo il vostro gesto costituisce non solo un grande atto di fede, ma anche una testimonianza del sapersi porre in accoglienza e al servizio di persone più svantaggiate e bisognose di aiuto, quali nel vostro caso i bambini orfani o abbandonati”. “La comunità regionale – ha concluso l´assessore – si complimenta con voi per il premio e si associa alla festa per questo importante evento”.

A cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto

Preg.mo dottor Stefano Valdegamberi,
siamo molto riconoscenti per la cortesia e la tempestività che ci ha dimostrato nella lettera da Lei inviataci il 21 maggio 2009, giorno del ricevimento del riconoscimento a Cascia, pubblicata anche sul nostro quotidiano l’ARENA che spero ci usi la stessa cortesia nel pubblicare la presente.

Certamente questo riconoscimento internazionale di S. Rita è per noi motivo di grande gioia, anche perché arrivato a nostra insaputa e inaspettato, ma siamo consapevoli che tutto è dono di Dio: la forza di aver detto sì al suo disegno, (a volte incomprensibile), il sostenere senza essere schiacciati, il peso della giornata, la gioia e la serenità che sempre abbiamo nel cuore, anche nei momenti difficili. E’ senza dubbio solo merito Suo se riusciamo ad essere nella pace nonostante la precarietà e la fatica. Umanamente questo non è possibile. Non ci sentiamo eroi per quanto stiamo facendo (adozione di 4 bambini disabili, accolti nella nostra famiglia di 6 figli naturali e di sette figli già nati al cielo), perché non agiamo di nostra volontà, ma secondo quanto il Signore ci spinge a fare, come una forza inarrestabile e un desiderio continuo di dare amore, che Dio mette nel cuore e al quale non possiamo non corrispondere, per tutti i fatti concreti accaduti nella nostra vita nei quali Lui ha agito, ci ha sostenuto, ci ha amati, nonostante le nostre infedeltà al suo progetto d’Amore. Le scelte fatte e l’impegno profuso, comunque, sono sempre state condivise ed accolte con gioia da tutta la nostra famiglia, anche da parte della figlia sposata e del figlio in Seminario, consapevoli della responsabilità che in futuro potrebbe ricadere anche su di loro. A nostro conforto, la nostra figlia Romina e il marito David, sposati da quasi 4 anni e residenti a Bolzano, non avendo ancora figli, hanno deciso di fare domanda di adozione e l’iter è già molto avanzato.

Questo riconoscimento lo dedichiamo e lo intendiamo ricevuto per tutte quelle famiglie, e creda sono tante, nelle quali giorno per giorno, ora per ora, si vive questo mistero di amore e di donazione che viene dal Signore, nel silenzio e nell’anonimato, senza fare scalpore, seminando gioia e portando sofferenze a volte ben più pesanti delle nostre, famiglie numerose e spesso con bambini disabili.

L’unico rammarico: se la stessa tempestività e chiarezza come quella che Lei ci ha dimostrato in questa sua lettera, si fosse verificata mesi fa quando abbiamo esposto le nostre difficoltà in merito alle ultime due adozioni in un’altra lettera spedita a moltissimi esponenti delle varie istituzioni locali e provinciali, probabilmente non ci troveremmo ancora senza un aiuto serio e concreto. Non vuole essere un rimprovero a nessuno, ma solo la considerazione che spesso tali richieste di aiuto restano nel vuoto mentre i riconoscimenti e le lodi vengono celebrati. Se vuole, le possiamo mandare tale lettera nella quale facciamo presente le nostre difficoltà non per essere di peso o per far gravare una scelta spontanea che abbiamo fatto noi, sulla società, ma per chiedere che venga riconosciuto quello che le norme e le leggi prevedono per i casi come i nostri.

Certamente continueremo ad intervenire, come possiamo, laddove ci sia carenza istituzionale spesso dovuta a burocrazia o a scarso impegno di chi è preposto, ma ci preoccupiamo per quelle famiglie che vivono il dramma della disabilità propria o dei propri figli non per scelta ma per condizione. Spesso, molto spesso, non siamo aiutati affatto, ma lasciati nella costernazione e nell’impossibilità.

Noi non abbiamo avuto alcuna risposta concreta da nessuno, se non fatiscenti incontri e promesse cadute nel vuoto, e le nostre fatiche continuano. Le cose col passare del tempo vanno a sistemarsi da sole: per esempio gli 8 mesi passati per avere il parcheggio riservato alle auto che trasportano disabili davanti a casa nostra e davanti alla scuola visto che i nostri figli non possono rimanere fino al pomeriggio e quindi devono essere riaccompagnati a casa a nostra cura e prelevati alle 12,45; per esempio il servizio di trasporto effettuato con mezzi normali, senza alcun accorgimento per i bimbi disabili e senza alcuna persona di sostegno (abbiamo dovuto mandare nostra figlia di 19 anni a nostre spese e rischio visto che non era assicurata, sull’autobus, caricando la sua bicicletta per poter poi ritornare a casa, figlia con seri problemi alla schiena dovuti ad una caduta da 6 metri e questo le ha impedito di trovare una occupazione, anche se stante la sua situazione fisica, non è facile trovare un lavoro adatto a lei); per non parlare delle difficoltà nelle registrazioni all’anagrafe, all’USL, per il codice fiscale, per l’assistente di sostegno e per l’insegnante di sostegno nella scuola, problema immane e non risolto, per il sussidio dovuto ai bimbi ai quali è riconosciuta la L. 104 (a tutt’oggi non è ancora arrivato nulla), per le spese anticipate e non ancora rimborsate per i sussidi e le visite, visto che a volte sono di una USL a volte di un’altra, e quindi nessuna prende iniziative, ecc. ecc. veramente trattati troppo spesso come bambini “inesistenti” o comunque “di intralcio”.

Abbiamo parlato 2 volte con chi di dovere dandogli il suggerimento di far mettere almeno delle cinture di sicurezza sui seggiolini dell’autobus e la certezza che all’arrivo ci fosse l’assistente ad accogliere i bambini, ma abbiamo avuto solo promesse e nient’altro. Il cielo ha voluto che non sia successo alcun incidente in questi mesi. Però….come dicevamo prima, il problema ora è risolto: a giugno non li mandiamo a scuola e quindi la scuola è finita e il problema, almeno per il momento, è risolto.

Ne approfittiamo come vede della sua cortesia, non per sfogarci, ma per farle capire che gli elogi fanno piacere, certo, ma farebbe ancora più piacere un concreto aiuto e sostegno a tutti coloro che come noi versano in situazioni di disagio. Non si chiedono agevolazioni, ma solamente servizi e cose che crediamo spettino di diritto a questi bambini, magari istituendo un “tutor” a cui rivolgerci e che coordini tutto, senza dover correre da un ufficio all’altro e spesso senza risolvere nulla, assistendo a “scaricabarili” indecenti e indegni.

Soprattutto perché, nelle famiglie con questi problemi, al dolore di vedere dei figli che difficilmente, ma non improbabilmente potranno raggiungere un regime accettabile di vita (l’Amore spesso è più forte e guarisce meglio delle cure mediche e i miracoli ci sono, anche nella nostra famiglia con una delle adozioni precedenti), si aggiunga anche l’indifferenza, se non gli ostacoli e l’umiliazione del sentirsi dire, come è già accaduto “in fondo….ve la siete voluta voi”.

La ringraziamo di averci ascoltati e le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Stocco Paola

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