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La lettera: una pagina softporno sulla Gazzetta: come difenderci?

La lettera: una pagina softporno sulla Gazzetta: come difenderci?

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Gentile redazione,
scrivo a voi sull’onda di una indignazione che mi trova impotente e disarmata. Sfogliando le pagine dell’innocentissima (credevo) Gazzetta dello Sport che gli uomini della mia famiglia leggono di quando in quando, ci siamo imbattuti in un primo piano a tutta pagina di un fondoschiena nudo e ammiccante. Era la pubblicità di un noto calendario softporno che naturalmente ci guardiamo bene dall’acquistare e che invece la Gazzetta dello Sport ci ha sbattuto in faccia con tutta la violenza di una immagine inaspettata.
Ci preoccupiamo giornalmente di dare una buona educazione ai nostri 4 figli, di non mostrare loro trasmissioni inadatte alla loro età, di salvaguardare la loro infanzia e la loro innocenza. Questa della Gazzetta è un colpo basso, perché se possiamo scegliere di non acquistare il calendario, cosa che naturalmente facciamo, non credevamo di doverci difendere anche in un ambito sportivo, che dovrebbe essere improntato a valori sani di rispetto. Qui il rispetto, soprattutto per i migliaia di piccoli lettori che leggono avidamente statistiche, risultati e storie di gente di sport, non c’è. Anzi.
Non datemi della bacchettona, una etichetta utile solo a chiudere la mia bocca e la discussione, non lo sono ma se anche lo fossi avrei anche io il diritto di vedere rispettata la mia sensibilità. Ma qui non si parla di me, che sono grande, ma dei bambini che leggono e vedono immagini che sappiamo benissimo essere dannose per il loro sviluppo equilibrato.
E allora mi chiedo e vi chiedo: cosa possiamo fare per difenderci?
Cordialmente
R.