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La famiglia Butturini si racconta

La famiglia Butturini si racconta

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Oggi proseguiamo i nostri incontri raccontando la famiglia Butturini. Giuseppe e Raffaella un’altra coppia importante per l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, sono stati anche presidenti dal 2013 al 2018.

Da quanto tempo siete insieme?

Accadde tanto tanto tempo fa. C’era una giovane stanca, triste, delusa dagli adulti… che non aveva avuto il dono di crescere in una famiglia unita e gioiosa ma in una famiglia litigiosa e divisa. Questa giovane era cresciuta di fatto senza mamma, perché la mamma se ne era andata e si era formata un’altra famiglia lontano lontano. Questa giovane, delusa dalla vita… senza sogni, senza futuro… con una malinconia atavica, un vuoto dentro che sembrava incolmabile, un giorno conobbe un uomo. Era un bel personaggio. Scuro di carnagione, una bella testa ricciuta e un semplice e disarmante sorriso sulle labbra. Vide la giovane, vide forse anche la sua tristezza, le tese la mano, le offrì il suo sorriso. La prese per mano e non la lasciò mai più.
Iniziarono a camminare assieme, all’inizio la strada era lunga, era in salita, era faticosa per entrambi. Come imparare a fidarsi l’uno dell’altra? Una storia tanto diversa, una notevole differenza di età, e la vita? Dove li avrebbe portati? Per quali sentieri? In quale luogo? Avrebbero un giorno trovato un posto dove fermarsi e, guardandosi dritti negli occhi, riuscire a promettersi amore “per sempre”? Sarebbero stati capaci di tenersi per mano anche nei momenti in cui uno dei due stringeva rovi tra le mani? Sarebbero riusciti a tenere l’uno il passo dell’altro? Rallentare quando l’altro non aveva più forze, sostenersi nel cammino portando l’uno il peso dell’altro? Probabilmente ricevettero entrambi una spinta per entrare in quel nido che li avrebbe accolti e visti crescere, e moltiplicarsi, e ammalarsi, e guarire, e invecchiare…

Un inizio poetico, che ci immerge nella magia e incertezza dell’innamoramento, con tante domande che rivelano consapevolezza e serietà. Una spinta, dite, che entrambi avete ricevuta… e così è iniziata la vostra avventura matrimoniale, e poi?

E fu lì, in quel nido, che arrivarono i piccoli, uno alla volta, ognuno essere unico e irripetibile… e ci si stringeva, e ci si stava tutti, e ogni volta era una gioia, era sempre più gioia… E allora? Perché dire di no? Perché chiudere le porte quando ogni volta era gioia più grande? Gioia anche quando è arrivato il bimbo con le sue difficoltà, e poi gioia, e ancora gioia… e poi lacrime quando uno di loro è arrivato ma non si è fermato in quel nido, ha continuato il suo viaggio verso il cielo… Ma c’era posto, c’era ancora posto… c’era sempre posto…

Quindi una vocazione all’accoglienza di tante nuove vite, ed esperienza di gioia e di lacrime, grazie per questa condivisione. E quando avete conosciuto Anfn?

E poi l’incontro… avevano visto per televisione la piazza San Pietro, i palloncini… lei si sarebbe buttata subito, lui ha avuto bisogno di un po’ di tempo… ma poi anche lui ha voluto unirsi alla tribù dei palloncini. E iniziò un’altra bella storia, fatta di volti di adulti e di bimbi, di sorrisi e incontri, di condivisioni e feste, e incontri, e ancora incontri. E c’erano palloncini di ogni colore, di ogni forma e dimensione, tutti felici di stare assieme e condividere fatiche e gioie, punti deboli e punti di forza… E tanta ricchezza! Ricchezza di problemi e di allegria, di pannolini e palloncini, di tanti bambini naturali, adottati e in affido.

Cosi ci avete regalato una fotografia del vostro primo incontro con Anfn, grazie… vi ha attirati questa moltitudine di coppie e di bambini in festa a San Pietro, e avete sentito il desiderio di unirvi a loro, cosa pensate di questa associazione e cosa ha rappresentato per voi?

Quante belle storie, quante avventure: tutte da condividere! Nascite e morti, anniversari e traguardi di tanti, tanti sparsi in un territorio grande come lo Stivale eppur vicini e solidali sempre! Ecco cosa fa una associazione: rende possibile l’impossibile, aiuta ad uscire dai propri recinti e a scoprire l’universo dell’altro, rende forti perché non si è soli, ma si è tanti a condividere la gioia di “essere tanti”. E scopri che i tuoi problemi non sono solo tuoi, che le difficoltà e le fatiche non sono solo tue, che puoi condividere, che c’è qualcuno che comprende, c’è qualcuno disposto ad accoglierti nel momento della difficoltà per farti sentire che non sei solo. Scopri che qualcuno prima di te ha vissuto quello che stai vivendo tu e ce l’ha fatta, quindi puoi farcela anche tu! E ovunque tu vada, se c’è una famiglia numerosa, sai che c’è casa.

Oh si, questo sentirsi in sintonia con ogni famiglia numerosa italiana, a prescindere dalla regione di appartenenza, questo sperimentare l’accoglienza e la condivisione… e adesso? Come eravate allora e come siete oggi? 

Oggi quella giovane e quell’uomo hanno pochi capelli bianchi, il passo un po’ incerto, l’udito un po’ scarso… anche la vista e la memoria… ma ancora si guardano, si abbracciano e guardando le famiglie nate dalla loro vanno ripetendosi “Quante meraviglie hai fatto Signore nostro Dio, quanti progetti in nostro favore, nessuno a Te si può paragonare. Se li vogliamo annunciare sono troppi per essere contati.” (salmo 40,6)

Cosa si può fare, secondo voi, per aiutare le nuove generazioni a scegliere la vita?

Il nido è stato un nido caldo, gioioso, accogliente, aperto… i piccoli hanno respirato entusiasmo, gioia, allegria, gioia di vivere… e quando sono cresciuti sono andati in cerca anche loro di un luogo in cui poter vivere quello che avevano vissuto, soprattutto portando nel cuore la speranza e la bellezza della vita.

Grazie Giuseppe e Raffaella per questa vostra bella testimonianza, ci avete aperto la porta della vostra famiglia, e vi siete raccontati in poesia, con tenerezza,  esprimendo significato per ogni ambito esplorato. E’ bello conoscervi e sapere che durante il vostro servizio in Anfn avete fatto di tutto per conoscere personalmente ogni famiglia associata. Questa testimonianza in famiglia che ha fatto nascere nei vostri figli la voglia di vivere  quello che avevano vissuto, l’avete data anche fuori, alle altre famiglie che vi hanno conosciuto. E come amiamo ricordare del prof. Giuseppe, 3 cose: Amore, Carità e Letizia! 

Alfio Spitaleri