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In Europa aumentano le famiglie numerose, in Italia crollano

In Europa aumentano le famiglie numerose, in Italia crollano

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Nell’Ue-27 diminuiscono i nuclei con figli, ma crescono quelli con 3 o più bambini, soprattutto in Svezia, Francia e Germania, dove i sostegni alla natalità sono generosi. In Italia -5,6%

Calano le famiglie con figli in Europa e calano ovviamente anche in Italia. Nella trasformazione dell’Europa da Vecchio continente a continente sempre più vecchio, tuttavia, si possono cogliere alcune tendenze importanti che dimostrano come nel nostro Paese sia molto più difficile che altrove realizzare un progetto familiare. Un esempio? Il numero dei nuclei con 3 o più figli minori, una rarità in Italia, considerato che si parla di poco più di 440mila casi, sono ulteriormente in calo, mentre altrove aumentano, anche in modo significativo.

È un fenomeno interessante. In Europa da un lato si assiste a un calo delle nascite e a una diminuzione della taglia delle famiglie, dall’altro le coppie attratte dall’idea di crescere figli cercano di averne più della media. Chiaramente questo avviene soprattutto dove il contesto è favorevole e prevede sostegni ai genitori molto più che simbolici, come in Francia, Germania o Svezia. Ma la polarizzazione è evidente.

Eurostat, il servizio statistico dell’Unione europea, ha diffuso in questi giorni un articolo con alcune cifre di sintesi tratte dal suo database sulle famiglie. Il primo dato è che in Europa ci sono circa 200 milioni di nuclei (al 2022), e in aumento del 7% rispetto a dieci anni fa. Attenzione, però, perché questa cifra considera tutti, anche i single, gli anziani soli e le coppie senza figli, che insieme rappresentano il 75,7% del totale, mentre i nuclei con prole sono poco più del 24%, cioè nemmeno uno ogni quattro. Se le famiglie senza figli sono aumentate del 10%, quelle con figli hanno registrato un calo del 2,4%. L’Unione europea sta guardando con attenzione a questa tendenza, perché il declino demografico e l’aumento delle solitudini rischiano di compromettere la competitività del continente e la sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale.

Continua a leggere l’articolo completo su avvenire.it di Massimo Calvi