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IMBAVAGLIATI

IMBAVAGLIATI

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Diciamola tutta: questo governo nulla ha fatto per la famiglia, nonostante
le roboanti promesse elettorali. Mentre attendiamo che qualche serio segnale
dia concretezza alle nostre speranze, assistiamo al varo di norme che minano
la libertà di stampa e di espressione, un diritto costituzionale base di
ogni democrazia che si voglia chiamare tale. Moltiplicare in maniera
incredibile i costi di spedizione per i piccoli giornali, significa farli
chiudere. Succederà già da quest’anno a molti giornali diocesani,
associativi, missionari, di volontariato sociale. Succederà a Test Positivo,
il nostro giornale.

Cosa accade in un’associazione, come vanno le cose tra le famiglie, come ci si può aiutare vicendevolmente; testimoniare l’apertura alla vita e la gioia della famiglia; offrire consigli, informazioni e opportunità per sbarcare il lunario è parte integrante e fondamentale della nostra vita associativa, una parte che solo TEST Positivo, il nostro giornale, può espletare. Abbiamo un sito ricchissimo, questo è vero (a proposito: a quando una tassa sui siti? C’è da aspettarsela, no?), tuttavia molte nostre famiglie non hanno accesso ad Internet e della vita associativa vengono a conoscenza solo attraverso Test Positivo. Che è letto da tutti e graditissimo. Le cose che davvero ci interessano non le troveremo mai sui grandi giornali (men che meno su quelli di partito, che ricevono decine di milioni di euro di finanziamento ogni anno!), né sui Tiggi di qualunque specie.

Essere informati è un diritto sacrosanto ma la Manovra Correttiva dei Signori Berlusconi, Bossi e Tremonti ce lo impedisce, moltiplicando all’inverosimile i costi di spedizione agli associati. Significa che la spedizione alle nostre 10.000 famiglie non costerà più 3.000 euro ma 15.000 ad ogni numero. Significa che non pubblicheremo e non spediremo perché è impossibile chiedere alle nostre famiglie di moltiplicare la quota di adesione. Perciò, usciremo forse con uno o due numeri l’anno, nient’altro.

Avvenire, unico giornale che davvero si è fatto carico del problema, altrimenti sconosciuto e snobbato dai più, ha definito “delitto mediatico” l’incremento vorace dei costi di spedizione che mettono a rischio oggi più di 5000 piccole voci (e relativi posti di lavoro). Sentire il Premier dire di essere “imbavagliato” e “distorto” dai media fa semplicemente ridere. Non ci fa ridere per niente la sua trovata di imbavagliare noi. Se li leggano loro Libero, La Padania o l’Unità (giornali di partito, ben finanziati): noi vogliamo leggere Test Positivo.

Tra i nostri associati ci sono dei parlamentari. Tra i nostri associati ci sono persone, molte migliaia, che hanno dato fiducia a questo governo ed ai suoi comprimari. Conosceranno certo dei parlamentari, vivranno certo su un territorio che ha espresso dei parlamentari. A tutti chiediamo, con urgenza, insieme alle 5.000 testate diocesane e associative: chiedete loro di farsi carico immediatamente del problema e togliere subito questa meschinità, restituendo il giusto valore alla libera stampa associativa.

Ci hanno offeso e denigrato per anni noi famiglie numerose; ci hanno portato al collasso e, quasi, all’estinzione: non permettiamogli di toglierci anche la voce!

Mario e Egle Sberna, presidenti.