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Il bambino ed i suoi rituali

Il bambino ed i suoi rituali

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Cosa sono i rituali?

Di solito per rituale intendiamo tutte quelle cerimonie spesso festivo-religiose che si compiono secondo uno schema stabilito con esattezza, come ad esempio la Messa, la Comunione, il giuramento di un leader politico, la promozione ad un più alto rango militare… Comune a tutti i rituali è che si svolgono secondo regole bene determinate e che rimangono uguali a se stessi per lungo tempo.

In origine il senso dei rituali era quello di regolare la vita degli uomini. Li ritroviamo quindi nei momenti di “crisi”.

La parola crisi oggi ha un senso negativo ma in realtà significa svolta, cambiamento. Ogni volta che ci attendiamo qualcosa di nuovo, che ci fa paura attraversiamo una crisi. Molte delle crisi che potevano far paura all’uomo dei primordi sono per noi appena percettibili. Ad esempio i rituali che potevano essere fatti perché si aveva paura che il sole non sorgesse più, lo stesso accadeva con le stagioni, con i rituali di fertilità si imploravano gli dei affinché mandassero il buon tempo (un cattivo raccolto poteva infatti significare morte per fame).

In tutte le culture si ritrovano i rituali esattamente nelle stesse situazioni. E’ ovvio allora che questo modo di comportarsi sia attivo anche nella vita individuale di ciascuna persona. Effettivamente si trovano comportamenti rituali in tutti gli uomini sia nelle crisi evolutive, sia nelle crisi individuali, sia nei momenti di crisi di un intero popolo.

Se si osservano i bambini si può notare che essi sono decisamente capaci di compiere rituali in un loro modo del tutto speciale. Vanno assecondati e non va loro impedito di farli solo perché a noi sembrano insensati. Questi sono i rituali che nascono spontaneamente ma essi si possono anche inventare (ad esempio: il rituale del pranzo, del risveglio mattutino, del dormire, del cambio).

Il rituale può essere inteso come un ponte verso gli strati più profondi dell’anima che non siamo più in grado di governare consapevolmente e che ci può dare un senso di tranquillità e sicurezza.

L’importanza dei riti nella vita di tutti i giorni

I riti, si è detto, aiutano a superare le crisi, o addirittura le prevengono. Nello sviluppo infantile ci sono infinite crisi: la dentizione, l’uso del vasino, staccarsi gradualmente dai genitori, andare a scuola, inserirsi nella vita adulta ed altre difficoltà come la malattia propria o di familiari e amici; le rivalità tra fratelli, le difficoltà scolastiche. Ognuno di noi potrebbe allungare la lista a piacimento.

Per un bambino il cambio dei denti può essere un periodo doloroso e pieno di ansie, un altro invece, nota i cambiamenti solo in positivo. Il periodo scolastico può essere vissuto come noioso o divertente, pieno di paure oppure gioioso.

E’ difficile capire i bambini perché si corre sempre il rischio di fraintenderli, a partire dalla propria esperienza, dalla propria infanzia, nonché di vedere problemi dove non ce ne sono, e viceversa. In termini psicologici questo significa che i genitori proiettano qualcosa sui loro figli.


Nel primo anno di vita

I rituali della mamma

Il cambio del pannolino può essere compiuto come un’operazione igienica, rapida e piuttosto fastidiosa, oppure trasformarsi per la madre in occasione per una piacevole azione di cura. Può parlare con il bambino, accarezzarlo oppure se le piace, massaggiarlo.

Altri rituali della mamma possono essere l’allattamento e lo svezzamento.

Tutte queste attività, svolte dalla madre, dovrebbero avere il compito rafforzare il rapporto madre-bambino; facilitare le prime separazioni; rendere il bambino capace di crearsi da solo dei rituali.

I rituali del bambino

Buttar via riprendere

Un rituale che appassiona molto i bambini e al quale i genitori in generale non partecipano molto volentieri. I piccoli buttano a terra un oggetto e pretendono che glielo si riprenda. In tal modo forse vogliono dare espressione ad un senso di onnipotenza. Hanno fra le mani la possibilità di sottomettere totalmente gli adulti ai loro scopi. Come madri e padri ci si dovrebbe lasciar utilizzare, in genere non dura per ore e per la fiducia di fondo del bambino può essere importante che gli si dia questa attenzione.

Dove sono?

Un rituale che tutti i bambini amano: si coprono il viso con le mani o un altro oggetto e pensano di essere invisibili. Poi mostrano brevemente il viso e tornano a nascondersi. Sembra che con questo rituale essi vogliano sperimentarsi come una persona diversa da tutte le altre. Allo stesso tempo però essi vogliono sempre essere ritrovati e sperimentare come l’altro si rallegri per questo.

Ninna nanna

I neonati sono in grado di mostrare molto precocemente quali rituali piacciono loro. Frequentemente uno di questi è la ninna nanna.

Nella fase dell’ostinazione infantile (periodo che va dall’anno e mezzo ai tre anni circa)

Impara a camminare

Con il camminare il bambino conquista il suo ambiente. Prima di tutto esplora l’appartamento, nel quale si possono accumulare importanti esperienze. Niente è al sicuro dal suo impeto; egli sale soprattutto in alto ed esamina le cose che riesce ad afferrare. È utile predisporre un arredamento che sia, come si suol dire, a misura di bambini, almeno nelle stanze in cui il piccolo può intrattenersi. Ci si risparmia molta rabbia e non si è costretti a limitare inutilmente il bambino che ha così la possibilità di scoprire il suo ambiente da solo.

Sviluppa il linguaggio

Lo sviluppo del linguaggio procede in maniera ugualmente molto varia. Ci sono bambini che già a un anno sanno pronunciare in modo comprensibile diverse parole. In genere imparano prima a nominare oggetti, attività, qualità e nomi di persone e poi cominciano a produrre brevi frasi. Gli adulti dovrebbero parlare molto con loro con un linguaggio semplice ma grammaticalmente corretto.

Controlla le funzioni corporali

Può essere utile al bambino farlo sedere regolarmente sul vasino per breve tempo, di regola però non prima dei 18-20 mesi. Molti imparano così a conoscere meglio il loro corpo.

Impara a distinguere

A quest’età diventa evidente come il bambino impari a distinguere. Adesso conosce le persone più diverse e spesso sa perfettamente come esse reagiscono diversamente a certe sue richieste. Sa, per esempio, che la nonna si lascia incantare se lui fa “ti prego, ti prego” con le manine, ed è ben disposta a dargli un dolce che la madre non gli avrebbe mai concesso. Conosce la differenza fra notte e giorno, caldo e freddo, duro e morbido. Impara lentamente anche a distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Deve imparare che strappare il giornale dei genitori non è un bene; che non è bene usare le fioriere come buche della sabbia; che non è bene buttare i bicchieri per terra…

Tutto questo comporta: l’accettazione dei limiti.

Molti genitori hanno difficoltà nelle suddette situazioni a dire chiaramente al bambino cosa è permesso e cosa non lo è.

È facile non porre mai limiti, a qualsiasi età, e non solo nella fase dell’ostinazione infantile; però i bambini, che a quest’età non sperimentano dei limiti, è probabile che non ne conosceranno neanche in seguito perché i genitori saranno sempre meno capaci di imporsi.

Obiettivo principale di questo periodo è: esercitare l’autonomia

Tutto lo sviluppo del bambino dovrebbe condurre all’autonomia, fino a che egli non riesca a governare la sua vita da solo, senza i genitori. Nella fase dell’ostinazione infantile diventa per la prima volta evidente con quanto piacere il bambino faccia qualcosa da solo.

Per esempio gli piace mangiare da solo e spesso rifiuta di farsi imboccare. Con nostro stupore i bambini dominano molto presto cucchiaio e forchetta e hanno raramente bisogno delle mani. Questo ha molto a che fare con il loro bisogno di essere grandi e imitano i grandi almeno in quello che è loro consentito. Permettere che un bambino diventi autonomo richiede molto tempo. Si fa molto prima a vestire un bambino piuttosto che porgergli i vestiti aiutandolo il minimo indispensabile. Riuscire a compiere un’azione senza l’aiuto esterno (infilarsi un capo d’abbigliamento, mangiare, avere cura di un giocattolo) dà al bambino fiducia in se stesso. Ha per questo assolutamente bisogno del sostegno e del riconoscimento da parte degli adulti. Questo stimola la sua gioia di scoprire ed il suo interesse per l’ambiente circostante.

Questo gli dà il coraggio per superare le paure, a volte, enormi, di fronte a tutto ciò che è nuovo, e di volgersi sempre più verso l’ignoto.

In questa fase i rituali dovrebbero avere i seguenti effetti: facilitare la strutturazione della giornata e quindi aiutare l’orientamento, rafforzare la fiducia in se stessi, riconoscere i limiti, imparare a separarsi e riavvicinarsi alla madre, esprimere la paura e la collera entro uno spazio protetta.


Rituali per addormentarsi

In molte case si adotta una storia della buona notte. Queste storie però, se devono essere un vero rito, dovrebbero essere raccontate ogni sera, indipendentemente da ciò che è avvenuto prima, da quanto i bambini possono averci fatto arrabbiare. In molte famiglie per punizione viene negata la storia: probabilmente viene applicata la punizione in modo sbagliato perché se la storia è un rito andrebbe ripetuta sempre nello stesso modo. Da notare che non è bene mettere i bambini a letto arrabbiati perchè nessuno dorme bene in compagnia di sentimenti negativi e pensieri cattivi.

Rituale del mattino

Ci sono famiglie nelle quali si è soliti a colazione commentare insieme brevemente la giornata. In particolare quando non ci si vede più per l’intera giornata si dovrebbe dare ancora più valore a questo momento comune. Ciò ha ugualmente importanza per i genitori e i figli: il senso di appartenenza e di sicurezza consentono di affrontare con maggior facilità anche la giornata più pesante.

Rituali del tempo libero

Bambini e anche adolescenti dovrebbero avere ogni giorno del tempo libero tutto per sé, meglio se sempre alla stessa ora. Spesso accade che si lamentino della noia, niente li interessa. I genitori facilmente vengono presi dai sensi di colpa e tentano con innumerevoli suggerimenti di attirare l’attenzione dei figli su cose emozionanti. In genere non serve a niente. Se un bambino si annoia i genitori pensano di aver fatto qualche errore, o che nel bambino ci sia qualcosa che non va o che abbia qualche problema psicologico.. La noia può anche far parte di un rituale, proprio quando si tratta di passare a qualcosa di nuovo di cui non si sa ancora precisamente cosa sarà. Bisogna saper sopportare la noia nella quale spesso accadono molte cose invisibili. I pensieri scorrono liberi e incontrollati, a volte rimangono appesi ad un’esperienza spiacevole e così con qualche attività si cerca di interrompere la noia, altre volte possono portare a piacevoli sogni ad occhi aperti.

L’ora dei pasti

I pasti in comune assumono un’importanza particolare. Almeno un pasto al giorno dovrebbe essere organizzato in modo che siano presenti tutti i membri della famiglia. A tavola dovrebbe esserci il tempo per chiacchierare, il cibo mangiato in fretta non è salutare né per il corpo né per l’anima.

Sia per le famiglie iper organizzate, in cui rimane troppo poco tempo per l’iniziativa personale, sia per le famiglie meno strutturate, risultano utili i rituali. Compito dei rituali sarebbe:

-regolare il corso della giornata;

-rafforzare i rapporti interpersonali;

-dare sicurezza;

-liberare tempo per la propria creatività;

-superare la paura per animare.

Altri rituali

Vi sono altresì rituali per animare il corso dell’anno. La loro funzione è la stessa dei rituali per la vita quotidiana: favorire l’orientamento nel tempo; comunicare sicurezza; rafforzare l’autostima; sentirsi legati ad un insieme più ampio.
paola prigato