C’è una differenza sostanziale tra correggere con amore e denigrare. Nel primo caso si tira fuori il meglio della persona, nel secondo la si distrugge.
La comunicazione ha un ruolo centrale nella relazione con i figli e, in generale, con le piccole, fragili menti dei piccoli che ci sono affidati. Questo vale anche se siamo nonni, educatori, insegnanti.
Vorrei offrire, di seguito, alcuni esempi di parole da non dire ai bambini, per favorirne l’autostima, senza rinunciare a far comprendere loro quando sbagliano.
Rimproverare, far notare gli errori, è parte del compito di chi aiuta a crescere, ma occorre farlo senza minare la sicurezza e la buona stima di sé del piccolo, della piccola.
Ecco sette frasi da evitare:
1.“Sei cattivo/a”
Al posto di questa affermazione perentoria, che non lascia spazio al miglioramento, ma etichetta la persona, si può dire: “questo comportamento non va bene perché…”
Si evita, in questo modo, di dare una definizione granitica, incontrovertibile, nella quale i bambini poi possono identificarsi.
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